Eppur vince ancora, il Felci 61 ITACENTODUE ha (di nuovo) vinto alla 68esima edizione della Giraglia Rolex Cup 2021, e lo ha fatto nonostante la sua “età”. Un’imbarcazione che rientra tecnicamente nelle categorie vintage, varata nel 2009 nonché eccellente sesto esemplare del progetto Felci 61, la cui evoluzione iniziò nel 2006 nello studio Felci Yacht Design di Padenghe sul Garda. Il primo posto IRC 0 dell’ITACENTODUE alla Giraglia post-pandemica è tutto merito di un team esperto e di un armatore senior. E parliamo di Adriano Calvini, classe ’37, già vicepresidente dello Yacht Club Italiano dal 2000 al 2013, che ha commentato così la vittoria: «Fare un piazzamento come questo ad una regata così prestigiosa è sempre una grande soddisfazione. Abbiamo avuto un equipaggio di alto livello, che ha saputo portare la barca in modo eccellente».
Un armatore risoluto per la ITACENTODUE
«Le cose non vengono per caso, dietro questa ennesima vittoria c’è sicuramente un armatore che ha voglia di avere la barca sempre in ordine, competitiva, con un bravissimo comandante, che tiene ITACENTODUE come fosse sua. C’è nascosta tutta una storia di passione in questa vittoria», a spiegarlo – con grande umiltà – è l’ideatore del progetto ITACENTODUE, Umberto Felci che abbiamo incontrato in redazione a Marina di Varazze, nel pomeriggio di una giornata afosa a dir poco. Ma torniamo a lei.
Perché è vittoriosa
A sentire il fischio soffiare fra le vele di questa matura dodicenne del mare viene da chiedersi: ma come fa a vincere ancora, e ancora? Fra le sue prestazioni top la ITACENTODUE vanta infatti vittorie nella categoria Maxi della Mille Vele del 2010, la Giraglia del 2011, il Pirelli Trophy del 2012, un’altra Giraglia conquistata nel 2012, fino ad arrivare all’anno seguente quando domina – di nuovo – la Mille Vele per poi ritirarsi in sordina con un secondo posto IRC alla Coppa Carlo Negri. Vince perché, in aggiunta alle lunghe crociere familiari, l’ITACENTODUE è stata concepita per gareggiare al top nella categoria Mini Maxi, un vero “purosangue” che prometteva bene fin dal varo.
«Dodici anni di evoluzione e di progettazione portano ovviamente delle migliorie. Oggi c’è tanto lavoro di idrodinamica, esperienza di test, eppure la ITACENTODUE si dimostra ancora competitiva. Stiamo parlando di regate a rating – ci spiega Umberto Felci –, quindi è sempre un rapporto tra le velocità reale, le prestazioni e il rating. Però se vai a vedere il piazzamento in classifica generale come tempi, quelli di questa Felci 61 sono sempre tempi di tutto rispetto».
Come è fatta l’ITACENTODUE
Nella manifattura di questa imbarcazione, oltre alla progettazione che si compone in un’attenta architettura navale, engineering e design, spicca un sofisticato albero in carbonio “alto modulo”. L’imbarcazione è dotata inoltre di una chiglia lifting che le consente un pescaggio variabile dai 2,5 ai 4 metri. Otto gli esemplari venduti di questo modello di Felci61 che ha riscosso un notevole successo fra gli armatori.
Barche veloci o Barche ottimizzate? Questo è il dilemma …
Barche veloci o barche iper ottimizzate sui regolamenti, cosa vince davvero? È questa la domanda chiave a cui Umberto Felci ha risposto sapientemente: «L’ITACENTODUE è una barca veloce, non ha niente di ottimizzato per i regolamenti, anche perché i regolamenti cambiano ma le barche restano, quindi se fosse stata ottimizzata nel 2008 quando l’abbiamo progettata… Ottimizzare per l’ IMS poi una volta significava paradossalmente quasi “peggiorare”. Noi abbiamo fatto il migliore 60 piedi che si poteva fare, ovviamente considerando che non era una barca da regata “pura” e non lo è nemmeno adesso. È Adriano Calvini che ha deciso che il suo Felci61 doveva essere allestito più da regata di tutti gli altri, perciò la chiglia lifting e il full carbon. Manager di progetto dell’ITACENTODUE – continua Felci –, molto bravo, è stato Roberto Martinez che ha fatto sì che la barca andasse in acqua più leggera rispetto allo standard per cui era stata concepita. Questa Felci61 è la prima barca fatta in resina epossidica ad infusione e le è stato aggiunto un albero in alto modulo in carbonio, è una barca rimaneggiata per andare veloce e per questo vince ancora. È davvero un bel progetto finito ma ancora attuale e che funziona».
Il team di ITACENTODUE
Al successo collettivo di questa imbarcazione, oltre a un grande comandante, Umberto Rossini, e all’armatore, Adriano Calvini, fra il team di velisti che hanno vinto la Giraglia 2021 spicca la grande sensibilità di Tommaso Chieffi alla tattica, l’assoluta prontezza al timone di Mario Rabò, e il navigatore esperto, Ambrogio Beccaria.
È proprio il caso di dirlo “Eppure il vento soffia ancora, spruzza l’acqua alle navi sulla prora” di questa Felci61 ITACENTODUE… Come cantava il buon Pierangelo Bertoli.