Abbiamo provato la nuova ammiraglia del cantiere di Chioggia. Una barca per navigare a lungo, anche in oceano. Costruzione eccellente e prestazioni interessanti.
Ci è piaciuta davvero molto l’ultima nata in casa Italia Yachts, l’ammiraglia è solo l’ultimo tassello di una gamma di belle barche, risultato del lavoro di molte menti esperte come quelle di Maurizio Cossutti, dello Studio Spadolini, di Franco Corazza, di Maurizio Testuzza e di Matteo Polli, che ha coordinato tutto il progetto.
La barca ci è piaci
Ecco che le barche di Italia Yachts, e in particolare quest’ultima, vanno proprio a colmare quel vuoto, e lo fanno bene, senza improvvisazioni. Perché ci è piaciuto tanto questo sedici metri? Prima di tutto per come naviga. Ha parecchia immersione e tanto pes
Anche durante la nostra prova, tra i 10 e i 12 nodi, e quindi non con una grande aria, con in più un po’ di fastidiosa onda morta, se l’è cavata brillantemente. Bene le accelerazioni in uscita dalle virate, bella e pulita la scia, ottimo l’angolo di bolina. Poggiando, in queste condizioni, serve subito il gennaker, ma la sua gestione è estremamente facile nonostante sia un “fazzolettone” da 220 mq.
La coperta è infatti ben organizzata, con molta attenzione alla crociera pura (vedi grande pozzetto con specchio di poppa ribaltabile) ma anche pensata per portare sempre bene la barca (c’è una vero trasto randa, due veri carrelli per il genoa rinviati a poppa, un paterazzo idraulico regolabile).
La prova è stata effettuata con vento fra i 10 e i 12 nodi e mare poco mosso
PRESTAZIONI RILEVATE
Timonare questa barca è fonte di soddisfazioni continue, la risposta è piacevole e immediata, come se timonassimo una barca ben più piccola. La visibilità è ottima, si legge bene il genoa e gli strumenti sono a “portata di sguardo”. Di bolina la barca si esprime molto bene, poggiando le velocità aumentano e, dando gennaker, la barca rimane veloce anche nelle ariette. Prestazioni ottime, se non addirittura esaltanti per un “bestione” da 16 tonnellate come questo. E con una predilezione (cosa rarissima di questi tempi) per le andature portanti. Le condizioni del test non hanno permesso di testare la stabilità di rotta ed il passaggio sull’onda anche se la sensazione è che la barca viaggi sui binari.
Nella navigazione a motore
VALUTAZIONI SULLA BARCA
Ci sono mestiere ed esperienza nell’allestimento della coperta. Tutto è ben dimensionato e complessivamente molto ricco. Con i winch elettrici (forse solo da rivedre la posizione dei pulsanti) la barca la può portare una persona sola. Molto bene la plancia di poppa abbattibile e il tanto spazio alle spalle della timoneria. Il rig è ben dimensionato e, soprattutto, molto funzionale. Furbo il genoa al 107%, bene il rinvio di tutte le manovre in pozzetto.
Di vani di carico ce ne sono molti, sia sopra che sottocoperta, sempre ben rifiniti, anche all’interno.
La carena ha una notevole immersione ed il raddrizzamento è notevole (36%), le estremità non sono troppo piene e non presentano spigoli “alla moda”.
Il piano velico presenta un genoa a bassa sovrapposizione (107%) da 78 mq ed una randa da 98 mq, il gennaker con calza della barca in prova misurava 220 mq. Tanti “cavalli” ma sempre gestibili.
Articolazione degli interni: da vera “blue water cruiser”. Non ci sono effetti spettacolari, design eccessivo, invenzioni futuristiche. E’ tutto al posto giusto, tranne il carteggio che in questa barca semplicemente non c’è, scelta dell’armatore di questo primo esemplare di Italia 15.98.
Finitura: c’è un’ottima percezione di qualità, in ogni dettaglio. Sulla barca della prova c’era qualche sbavatura da “numero 0”, appena uscita dai saloni. Ma, nel complesso, la qualità di finiture e materiali è una delle briscole più pesanti che il 15,98 può giocarsi sul mercato.
Cucina: Viene voglia di partire e di mettersi subito a cucinare: è ricca come una normale cucina domestica, ma è pensata per essere utilizzata, veramente, anche in navigazione. Rarissimo.
Cabine: nel lay-out di questo primo modello l’armatore ha scelto quattro cabine, con una a centro barca con letti sovrapposti. Scelta che non ci dispiace per nulla.
Salone: non può vantare le mostruose volumetrie di altre concorrenti con baglio massimo da transatlantico, ma lo spazio certamente non manca lo stesso. E’ “pieno” nel modo giusto: non mancano punti di appoggio quando si naviga, ma c’è a disposizione c’è tanta superficie calpestabile.
Ergonomia e sicurezza interni: tientibene ovunque, scaletta sicura, pochissimi gradini, nessun angolo vivo. Ottimo, da vera barca oceanica.
Scafo e coperta: sono realizzati in sandwich con tessuti in vetro biassiali e unidirezionali impregnati con resina vinilestere. L’anima del sandwich è realizzata con PVC espanso a cellula chiusa di densità differenziata nelle diverse zone dell’imbarcazione. Rinforzi in carbonio sono collocati nelle zone di particolare carico. La fascia centrale dello scafo viene realizzata in laminato pieno. E’ possibile realizzare un crash-box sulla prua come optional. La struttura di rinforzo principale è realizzata in acciaio ad alta resistenza e galvanizzato, supporta i carichi di chiglia, lande e albero.
Bulbo: la chiglia standard è di tipo fisso con configurazione a “T” rovesciata, lama con parte strutturale scatolata in Weldox 700 e un siluro in piombo. L’estremità superiore della struttura è costituita da una piastra alloggiata in un incasso sul fondo dello scafo collegata a
Timoneria: la pala è realizzata in sandwich con laminato in vetro “E” impregnato con resina vinilestere ed anima in PVC espanso a cellula chiusa di densità variabile. L’asse del timone è in acciaio inox 316 ad alta resistenza o in alluminio Anticorodal. Le due boccole per l’asse del timone sono del tipo auto allineante con rulli in Derlin. Il sistema di go
Albero e sartiame: frazionato a 9/10, passante con sartie in tondino discontinuo, tre ordini di crocette acquartierate.
Attrezzatura di coperta:
Interni:
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