Itinerari in barca: l’arcipelago toscano, una navigazione semplice, alla portata di tutti, fra calette, rade e porti
Cos’è un classico in musica e in letteratura? E’ un’ opera, un prodotto artistico, che continua a dire qualcosa di nuovo ad ogni generazione. Se i Pink Floid, i Led Zeppelin, Simon e Garfunkel, sono grandi classici stranieri, nel Belpaese ricordiamo Battisti, Dante, Dalla. Così come nell’arte e nella musica, anche quando pensiamo al mare ci sono rotte, itinerari e rade, che emozionano il diportista ogni volta che si percorrono.
Fra questi itinerari in barca, l’arcipelago toscano e certamente uno dei più belli da navigare, a vela o a motore .
Formato da un gruppo di sette isole maggiori di cui la più grande è l’isola d’Elba, situate tra la terraferma Toscana e la Corsica, l’arcipelago è bagnato da quattro mari: il mar Ligure a nord dell’isola d’Elba, il canale di Piombino a est, il mar Tirreno a sud e il canale di Corsica a ovest delle coste elbane.
Ideale come itinerario in barca, l’arcipelago toscano può essere approcciato sia dal neofita che dall’esperto. Offre scorci unici e la possibilità di farsi bagni meravigliosi in un’acqua cristallina, per poi arrivare con il tender in porto e farsi una bella mangiata di pesce. La nostra navigazione è iniziata salpando da Porto Santo Stefano con destinazione Elba e precisamente scoglio di Ortano. Con una distanza di circa 37 miglia, una volta buttata l’ancora nel fondale sabbioso e assicurati che abbia fatto presa, non abbiamo perso tempo e ci siamo tuffati in uno splendido specchio d’acqua. La particolarità di questa rada, come potete consultare anche dal nostro portolano on line, è quella di avere uno scoglio, quello di Ortano appunto, collegato all’isola D’Elba tramite una lingua di sabbia e ghiaia immersa circa 30cm, molto suggestiva da percorrere a piedi e adatta anche ai più piccoli visto il basso fondale. Da questa rada, con una breve navigazione, si arriva facilmente a Porto Azzurro, distante circa 4 miglia, per godere dei profumi e della cucina tipica dell’isola.
Porto Azzurro è situato sul versante centro-orientale dell’Elba e arrivando via mare, balza immediatamente agli occhi l’imponente fortezza di San Giacomo costruita nei primi anni del ‘600, ma è solo alla fine del XIX secolo che il forte è divenuto il famoso penitenziario civile.
Dalla rada di Porto Azzurro si arriva in una manciata di minuti di tender alla Piazza Matteotti, la piazza più bella dell’Isola d’Elba, famosa come punto d’incontro per romantiche passeggiate e shopping. Qui durante l’estate si svolgono numerose manifestazioni storiche, gastronomiche, culturali e di intrattenimento, ma il vero tuffo al cuore si ha di sera quando le luci della piazza si rispecchiano sul mare, rendendola un posto unico per le passeggiate con tutta la famiglia.
Itinerari in barca, l’arcipelago toscano: si prosegue verso Golfo Stella e Golfo Lacona
Il Golfo Stella è situato fra l’omonimo capo e gli Isolotti Gemini. È largo circa 2 miglia e profondo altrettanto, diviso a metà da una stretta punta rocciosa: Capo Pini. Offre un buon riparo da tutti i venti settentrionali e il miglior ancoraggio è a NE vicino alla spiaggia del lido dove si ancora su un fondale di sabbia buon tenitore.
Il Golfo di Lacona rappresenta una delle più belle cornici nel panorama incredibile dell’Isola d’Elba. Si presenta come una rada decisamente turistica, ritagliata in una cornice suggestiva, infatti l’insenatura si sposa perfettamente con le meravigliose colline montuose che sovrastano e proteggono una spiaggia sabbiosa dalla notevole brillantezza. Il fondale di sabbia forma un leggero declino davanti alla spiaggia che consente l’ancoraggio lontano dalla riva e quindi dai bagnanti.
Protetti dal Maestrale, abbiamo preferito continuare la nostra navigazione costeggiando la parte sud dell’isola, spostandoci per la notte nella perla dell’Isola d’Elba: Marina di Campo. Benché non sia dotata di alcun servizio, la rada di Marina di Campo è uno dei punti di sosta prediletti per riposarsi prima di raggiungere la costa orientale della Corsica. Per i diportisti che giungono da Est, Marina di Campo risulta invisibile fino a quando non si arriva all’ingresso del porto. Il luogo è comunque facilmente riconoscibile grazie alla presenza del Monte Poro.
Per avvicinarsi alla rada è importante prestare attenzione alle numerose rocce che sporgono dalla costa meridionale dell’Isola, la cosiddetta Scogliera di Monte Tambone. L’ingresso del porticciolo è ben segnalato da un fanale rosso, posto su un traliccio. La spiaggia che circonda la rada è bellissima e incantevole, quella di Marina di Campo è infatti la più lunga dell’intera isola: si estende per quasi 2 chilometri ed è caratterizzata da una meravigliosa sabbia bianca di origine granitica. Spiaggia percorsa dal nostro equipaggio di sera per raggiungere il ristorante dall’altro capo.
Le aspettative non ci hanno deluso: anche di notte è stata molto suggestiva e tornare in barca dopo una bella mangiata di pesce, non solo rinfranca lo spirito, ma riesce a trasmetterti quel valore aggiunto che solo i profumi del mare sanno regalare. Di buon mattino abbiamo salpato l’ancora mettendo la nostra prua verso Fetovaia per un bagno d’obbligo visto il colore ed i riflessi delle acque, per proseguire verso Pomonte; una vera chicca dell’isola.
Pomonte e la sua spiaggia del Relitto stupiscono ogni volta di più.
Con un fondale sabbioso di circa 20 metri a sud ovest dello scoglio Ogliera che agevola l’ancoraggio, Pomonte è tappa obbligatoria per immergersi e poter ammirare il relitto sott’acqua.
ll 10 gennaio 1972, l’Elviscot, un cargo italiano di 499 tonnellate, partito da Napoli e diretto a Marsiglia, naufragava finendo sugli scogli, per fortuna senza conseguenze per l’equipaggio. Il relitto rimase con la prua semi affondata incagliata sugli scogli, costituendo un potenziale pericolo per i bagnanti della vicina spiaggia, per questo motivo, ben presto lo scafo fu in parte recuperato e il resto completamente affondato. Ora l’intera poppa, la plancia e parte della fiancata prodiera, giacciono sul fondo sabbioso, sul lato est dello scoglio dell’Ogliera, ad appena 12 metri di profondità, ad oggi é completamente ricoperta da microrganismi marini, ed é divenuta per molti pesci un sicuro rifugio.
Oltre questa caratteristica unica, dalla rada di Pomonte si può ammirare sia un tramonto spettacolare che una vista a perdifiato che comprende: Capraia, Corsica e Pianosa, insomma, fare un aperitivo in pozzetto con queste premesse, riesce a rendere la serata indimenticabile.
La mattina seguente lasciamo l’Elba facendo rotta verso l’isola del Giglio, 40 miglia di pura poesia. I riflessi dell’acqua sotto il sole mattutino, l’odore del caffè appena fatto, l’abbandonarsi tra le increspature delle onde hanno resto la nostra navigazione un sogno.
Itinerari in barca, l’arcipelago toscano: Giglio Campese
L’estremità nord del Campese è ancora “presidiata” dalla Torre costruita alla fine del XVII secolo e tutt’ora in perfette condizioni, invece a sud dalla baia troviamo il caratteristico faraglione. Navigare in queste acque, così vicine ma così “rarefatte” ha un qualcosa di mistico, costeggiare la zona di Giglio Campese è un’esperienza che consigliamo a tutti gli armatori. Lo sguardo è catturato dalle rocce, dalla vegetazione e ovviamente dal mare così cristallino che permette di controllare in tutta sicurezza l’ancora da prua, tanto che noi facendo rada su un fondale sabbioso di circa 16 metri, siamo riusciti a vedere nitidamente la nostra Delta fare presa sul fondale.
Se è vero che il tempo si dilata quando ci si annoia e scorre troppo veloce quando stiamo bene, i ritmi di questa parte dell’isola sono scanditi dall’orologio biologico, dalla vita di spiaggia, di mare, di albe e tramonti, infatti il sole cala proprio davanti questa baia, e vi assicuriamo che è uno spettacolo di bellezza unica.
E se non bastassero questi suggerimenti sarà sufficiente cercare tra le destinazioni presenti nella categoria itinerari del nostro magazine, per trovare tutto quello che vi serve, corredato degli utili link al nostro portolano.