Il primo problema per chi vuole fare regate, ma non è un professionista? L’equipaggio. Non solo è un problema trovarlo competente, ma è proprio difficile reperire “braccia”, gente che sappia stare in mare. Ecco allora che J Boats ha appena rivelato i disegni e le prime specifiche tecniche del suo nuovo dodici metri, pensato per essere condotto da un’equipaggio di solo cinque persone. In termini commerciali è evidentemente la riposta la recente annuncio del Melges 40 (kanting keel e otto uomini a bordo), ma qui il primo obiettivo, oltre alle performance, è la facilità di gestione.
Per risolvere il problema di stabilità con cosi poche persone in falchetta la soluzione adottata da Alan Johnstone è quella dei ballast, per un totale di 400 litri: una vera rivoluzione per il cantiere americano. Soluzione che equivale ad avere quattro “big boys” a fare peso sopravvento.
Sempre nell’ottica della semplificazione nella conduzione e nelle manovre son previste vele di prua solo avvolgibili (a disposizione fiocco, trinchetta, Code 0 e due A Sails con taglio Top Down per il frullino) e un pozzetto estremamente sgombro con doppia ruota del timone. I layout di base è quello – vincente – del J 111.
Albero, boma e bompresso sono in carbonio, scafo e coperta sono realizzati in infusione sottovuoto. Sono previsti winch sia primari che secondari elettrici. Per i jib non solo carrelli ma anche la possibilità di una regolazione “3D” con i barber. Purtroppo non sono ancora stati comunicati altri numeri riguardo a dislocamento e superficie velica (e neanche al prezzo). L’obiettivo primario sembra proprio quello di creare una nuova classe monotipo dai costi di gestione contenuti e per equipaggi di non professionisti. In termini di rating per le regate a compenso è ovviamente ancora tutto da verificare, ma il suo posto sembra essere quello nell’ IRC.
Le linee di ingresso del 121 (la pronuncia, ci tengono a sottolinearlo alla J Boats, è 1 – 2 – 1 – One Two One) sono molto fini, ed evidentemente non si è pensato troppo a garantirsi volumi particolarmente abbondanti nella cabina di prua dalla tradizionale forma a V. Una seconda cabina è a poppa sulla sinistra, mentre sulla dritta ci sono il bagno e un grande gavone tecnico sulla dritta. A centro barca, dinette centrale con altre due cuccette, tavolo e cucina a U. Anche qui non sembra si sia puntato spazi particolarmente grandi visto il disegno, decisamente poco invadente e molto elegante, della tuga. Due gli allestimenti previsti, entrambi, come da tradizione all’insegna del bianco: uno “total white”, ed uno, denominato Herreshoff Classic, con inserti in legno.
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