LTN 26 Venom: il gommone è in alluminio. Ed è anche quello perfetto? La prova

Ne avevamo già parlato, e anche ampiamente, al momento del suo lancio ufficiale perché l’arrivo del Venom 26 di LTN rappresenta un evento importante nel mondo dei gommoni: scafo e coperta sono realizzati interamente in alluminio, e nulla del genere esiste sul mercato. Nel Nord Europa, dove questo materiale è invece ampiamente utilizzato per imbarcazioni non pneumatiche esistono dei battelli con il solo scafo in alluminio, ma sono per lo più mezzi da lavoro, piuttosto grezzi nella lavorazione e con gli elementi di arredo della coperta in vtr. Ma la “creatura” pensata e realizzata da Ezio Agazzi e Giulio Sottocornola di LTN, è un qualcosa di molto diverso. 

E’ un gommone molto mediterraneo per la distribuzione degli spazi e per la funzionalità di bordo, ma ha una carena da “tempo duro”: “Gli angoli sono di 18° gradi a poppa e 70° a prua, il deadrise medio è di 32° – ci ha spiegato Alessandro Chessa, il progettista nasce con l’idea di poter affrontare tranquillamente condizioni di mare impegnative, come quelle della Sardegna dove spesso si incontrano Maestrale e mare formato“. Quindi non solo velocità? “No, assolutamente, i numeri sono più che buoni, ma le premesse progettuali erano quelle di avere anche un buon comportamento sull’onda. 

La carena del Venom 26 è “single” step con un doppio ordine di pattini di sostentamento, angolo medio di 32° e calotta finale sui tubolari

La carena è  molto “lunga” nell’acqua, nel senso che i punti di appoggio sono molto lontani. Questo significa che c’è più stabilità longitudinale, meno beccheggio e un assetto costante all’aumentare della velocità, il passaggio dallo stato in dislocamento a quello in planata è quasi impercettibile.

Una considerazione sorge però spontanea, questo porta ad una maggiore superficie bagnata, e a più resistenza: “In linea di massima si, ma il problema lo abbiamo risolto con lo step: questo crea un cuscino d’aria che riduce quindi la parte bagnata dell’opera viva (come si vede nell’immagine).  Al termine dei tubolari c’è una poi una calotta tagliata “a fetta di salame” per non creare suction effect  (effetto “risucchio”) e quindi ridurre resistenza“. Da segnalare anche che, grazie alla costruzione in alluminio, i tradizionali pattini di sostentamento, due per lato, sono molto affilati, e quindi molto efficienti, ad esempio per evitare lo scarroccio laterale durante le accostate in velocità.

A proposito di costruzione in alluminio ricordiamo che questo materiale ha caratteristiche fisiche e meccaniche che rendono i gommoni più leggeri, circa il 30%, più robusti, più rigidi. Il Venom, alla fine dei conti non è però un peso super leggero (anche se il dislocamento complessivo è contenuto), ma questo volutamente: primo perché è dotato di una grande quantità di accessori (di serie, così come vuole la filosofia del cantiere) e in secondo luogo perché una carena concepita secondo i dettami che vi abbiamo raccontato sopra non deve avere un dislocamento particolarmente leggero. In più, in fase di costruzione, le barche in alluminio hanno anche altri grandi vantaggi: non richiedono lo stampo (si riducono i costi e possiamo fare modelli assolutamente personalizzati) in più si possono fare elementi a bordo tagliati sottosquadra, quindi con angoli negativi. 

A cosa serve? Un buon esempio sono i sedili del divano di poppa a U (che si tasforma rapidamente in prendisole abbassando il tavolo): sono più larghi sopra ma si restringono verso il basso, e questo aumenta la superficie calpestabile in pozzetto, lo stesso accade anche per il mobile centrale alle spalle del pilotaggio.

La lavorazione dell’alluminio permette anche altre soluzioni molto particolari come quella che è stata realizzata per il musone di prua con il triangolo sopra i tubolari “sospeso”, e questo, insieme all’ancora con la cubia sul dritto, è nel complesso uno dei sistemi più azzeccati che abbiamo mai visto.

Altre due cose che ci sono piaciute sono il particolare sistema escogitato per nascondere il tendalino all’interno del T-top (il sistema di montaggio si vede bene nel corso del video a fine articolo)  e anche il tanto spazio all’interno del vano sotto la consolle centrale, attrezzabile come un piccolo bagno (accessorio che comincia a diventare indispensabile su battelli di questa dimensione). 

Uno degli aspetti che più ci ha colpito del Venom 26, è però anche quello forse più difficile da raccontare, quello che c’è dentro i gavoni, sotto al pagliolato: scafo e coperta sono in alluminio 5083, la struttura è interamente realizzata con tecnologia laser e plasma HD per il taglio, poi assemblata con sistema a incastro e saldatura a doppio arco pulsato. Questo significa, ad esempio, che la parte centrale con la consolle è strutturale, che le selle per i tubolari lavorano anche come longheroni e che c’è una tolleranza al decimo di millimetro nella costruzione rispetto al progetto (e, nel complesso, c’è quasi un km di saldatura lineare).

I dettagli che raccontano l’attenzione maniacale nella costruzione sono cose come le doppie rondelle in teflon previste per ogni vite per isolare l’alluminio; le forature preventive alla verniciatura (sempre per in termini anti corrosione); l’ottima qualità delle guarnizioni in gomma di tutti i portelli; la perfetta protezione e “intubatura” di tutti cavi  che corrono per la barca; la verniciatura con prodotti a base di ceramica per l’interno dei gavoni per prevenire sia la risonanza che la condensa; e, infine, sempre in termini di verniciatura, ma questa volta esterna, viene utilizzato un sistema multistrato super resistente (e anche costoso, circa il 20% del prezzo finale) nonostante l’alluminio 5083 sià già il migliore, e più che sufficiente, a lavorare in ambiente marino.

A protezione dalla corrosione galvanica sono previsti due anodi sacrificali da controllare e sostituire esattamente come quelli del fuoribordo. Tutto molto semplice.

La prova in navigazione

Appurato che il Venom 26 è un progetto innovativo (e anche piuttosto coraggioso), e che la tecnica di costruzione è ottima, come si comporta in acqua? Lo abbiamo (purtroppo) provato in condizioni non molto impegnative (sul lago, senza onda ne vento), ma abbiamo comunque portato a casa una serie di impressioni significative. Lo abbiamo testato accoppiato ad un Suzuki DF 250 AP. Stupisce, prima di tutto, la dolcezza con cui passa dal dislocamento alla planata, l’assetto rimane quasi costante e la prua si muove pochissimo (anche senza toccare i trim).

In relazione a questo, altro elemento molto interessante è la velocità minima di planata: 8/9 nodi, niente male per una battello di 8,17 metri. Poter contare su una buona velocità minima di planata significa più sicurezza (cioè scappare in caso di cattivo tempo) e poter consumare poco.

Molto bene anche la stabilità in accostata, anche ad alta velocità. Abbiamo toccato la punta massima – sfiorando i 41 nodi a 5.800 giri e alzando il più possibile i trim- abbiamo poi accostato violentemente (ovviamente riadeguando i trim): il Venom si “aggrappa” ai due pattini in maniera sorprendente. Conferisce una sensazione di grande sicurezza.

Azzeccata anche l’interazione tra scafo e tubolari: questi sfiorano appena l’acqua a barca ferma, ma entrano progressivamente in funzione da prua a poppa a d aumentare della velocità, o durante le accostate. In altre parole un buona stabilità sia a barca ferma che in navigazione.

Velocità di crociera? Se si ha fretta si viaggia molto bene anche al 90% delle manette, a più di 36 nodi e percorrendo mezzo miglio con un litro di  benzina; se invece si ha tempo di spostarsi in tutta calma a 3.500 giri, il 250 di Suzuki consente di fare 0,66 miglia un litro, navigando a 21,5 nodi. A 4.500, e questa può essere una buona via di mezzo, si cammina  nel massimo comfort, a 32 nodi e consumando 52 litri ora.

 

LTN 26 Venom – La scheda tecnica

Lunghezza massima f.t.: m 8,17
Larghezza massima: m 3,17
Larghezza sgonfio: m 2,50
Peso senza motore: kg 1.100
Portata omologata persone: 14
Potenza massima installabile: HP 350
Motorizzazione della prova: 1 x 250 HP Suzuki DF 250 AP
Categoria di progettazione CE: B/C
Materiale tubolari: Hypalon-Neoprene ORCA
Costruzione: scafo e coperta sono in alluminio 5083, la struttura è interamente realizzata con tecnologia laser e plasma HD per il taglio, poi assemblata con sistema a incastro e saldatura a doppio arco pulsato.
Capacità serbatoio carburante: lt 400
Capacità serbatoio acqua: lt 80
Trasportabilità su strada: si, con tubolari sgonfi
Dotazioni standard: cuscineria completa in cellula chiusa – timoneria idraulica seastar – tasca portaoggetti – pannello elettrico digitale – presa 12v – salpa ancora elettrico con ancora inox e catena – wc chimico – luci di via e fonda – impianto elettrico completo – serbatoio carburante 400 lt – sebatoio acqua 80 lt – pompa di sentina – impianto doccia – lavello – autoclave elettronica a flusso variabile – scaletta inox – teak sintetico completo – punti di sollevamento – predisposizione impianto stereo – attuatori portello di prua – attuatori portello consolle – tromba – luci led interno consolle – kit riparazione – gonfiatore elettrico.
Produttore: LTN S.r.l.
Via Dell’Industria 25
24126 Bergamo, ITALY
tel. +39 035 322217
info@ltnribs.it
Prezzi
LTN 26’ Venom con Suzuki DF200AP € 70.866
LTN 26 Venom con Suzuki DF250AP € 73.220
LTN 26’ Venom con Suzuki DF300AP € 74.000
LTN 26’ Venom con doppia motorizzazione Suzuki DF175TG € 83.000
Prezzi IVA esclusa.

LTN 26 Venom – Le prestazioni

Regime (gir/min) Velocità (nodi) Consumi (litri/ora)
1.000 3,6 3,8
1.500 6,0 6,3
2.000 7,2 9,0
2.500 11,0 15
3.000 13,3 25
3.500 21,4 32
4.000 26,7 43
4.500 31,7 52
5.000 34,1 60
5.500 38,5 75
5.800 40,9 86

Condizioni della prova: acqua piatta, 22° C, 5 persone a bordo, carburante 90%, acqua 5%.
Velocità minima di planata: 8/9 nodi
Velocità al 90% dei giri: 36,3 nodi

Luca Sordelli

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