“Se è vero che la virtú ha per oggetto passioni ed azioni, nelle quali l’eccesso costituisce un errore e il difetto è biasimato” (N.d.r.-Aristotele), allora forse riusciamo a comprendere appieno il segreto del successo di Luca Brancaleon, il nuovo Direttore Generale di Beneteau, cresciuto senza “strappi” fino a diventare una figura molto importante nel panorama dell’industria nautica internazionale.
Fedeltà, costanza e determinazione hanno segnato i passi di una carriera in continua e costante ascesa, intrecciata a doppio filo con le sue due grandi passioni, la famiglia e la nautica.
Sarà forse per questo che non ci stupiamo per nulla quando, con innata abilità, Luca ci mette a nostro agio in un batter d’occhio e comincia a rispondere con naturalezza alle nostre domande.
Una carriera di successo, che nella nautica inizia con Sessa Marine e li, in particolare, le prime esperienze internazionali. Poi il salto in Brunswick, uno dei più grandi gruppi industriali della nautica mondiale dove, a dispetto della crisi, hai ricoperto una serie di posizioni in crescita continua. Luca, sembra che la crisi degli anni scorsi, per fortuna ora passata, non ti abbia per nulla messo in difficoltà, anzi … qual’è il segreto del tuo successo?
“Una cosa a cui ho sempre fatto molta attenzione negli anni è stata quella di non farmi ingolosire dalle opportunità, perchè nel mondo della nautica i manager sono pochi e le offerte sono di riflesso continue, si rischia quindi di cadere nella tentazione di fare carriere rapide e veloci ma, a mio parere, poco stabili. Durante il periodo di crisi ho riufiutato parecchie offerte, alcune delle quali mi avrebbero fatto anche molto piacere, nel mondo dei megayachts per esempio, perchè ritenevo la mia evoluzione non ancora completa ed anche perchè ritenevo più corretto, ed anche interessante, terminare alcune sfide e portare a compimento alcuni progetti che erano in corso prima di procedere ad un cambio. Lasciare Sessa per Brunswick, per esempio, è stato un processo durato due anni, una decisione difficile alla quale sono giunto solo quando mi hanno proposto Hatteras Yachts, la mia barca da sogno. Quando ero piccolo e mio padre, velista, mi portava a Genova al Salone Nautico, se riuscivo a salire su un Hatteras ero il bimbo più felice del mondo.”
Beneteau è uno dei leader assoluti nel panorama dei grandi gruppi industriali nautici e tu sei giunto qui un anno fa, quali sono gli obiettivi del tuo mandato?
“Beh, ovviamente sono quelli relativi alla crescita ma, sopratutto, quelli di aumentare il margine, obiettivo sempre più importante. E’ una cosa che spesso si perde un pò di vista, c’è un pò la gara a fare fatturato, ed invece quello che conta, specialmente nelle aziende quotate in borsa, è quanto realmente riusciamo a far guadagnare queste aziende. Questo è quello che cerco di fare, con assoluto rigore e con molta attenzione agli investimenti ed al piano prodotto, che sviluppiamo insieme a Gianguido Girotti.”
Una carriera tutta vissuta all’insegna del marketing e delle vendite. Luca, quanto è importante il marketing ed il posizionamento dei singoli prodotti, specialmente in gruppi complessi come Brunswick e Beneteau, in un mercato che da sempre rappresenta la fascia alta di un settore già alto di per se stesso, come quello del lusso?
“Importantissimo, riconsiderare i pilastri ed il DNA di un marchio, ovvero la sua immagine ed il suo posizionamento nel mercato, sono le prime azioni da intraprendere quando si arriva in un’azienda, anche per ricostituire nelle figure chiave una conoscienza di quello che si vende e di dove si vuole andare. Non sono assolutamente un fautore dei grandi cambi di direzione, penso viceversa che si debba assolutamente studiare il brand per il quale si lavora sopratutto se sono storici e leggendari, come è il caso di Beneteau. Noi poi abbiamo la fortuna di avere qui con noi la fondatrice dell’azienda, che io disturbo spessissimo, proprio per assorbire storia, valori con cui amo impregnare tutto quello che faccio per rimanere fedele all’impronta creata dall’azienda.”
La ripresa c’è e si vede, forte e consistente. La crisi passata è stata però utile per fare selezione fra i cantieri che l’hanno retta e fra quelli che l’hanno subita. Ora, con la ripresa, stiamo vedendo ricomparire molti marchi che non si vedevano da tempo, quali sono i consigli che daresti ai neoarmatori che si affacciano al loro primo acquisto ?
“L’acquisto di una barca, al di là dell’aspetto emozionale dello stesso, rimane comunque un investimento. Penso sia consigliato e necessario che, qualsiasi buon armatore, prima di procedere all’acquisto, studi la storia e le evoluzioni di un cantiere nel tempo e talvolta, mettendo da parte le valutazioni istintive, analizzi con attenzione l’affidabilità del cantiere ed il valore nel tempo dell’imbarcazione. In passato abbiamo visto molti casi in cui alcuni marchi sono morti e risorti, causando danni agli armatori ed ai fornitori, sopratutto in certi paesi nei quali la politica permette questa brutta pratica.”
Parliamo di nautica, siamo al Salone di Parigi ed abbiamo visto due presentazioni importanti, il Figaro Beneteau 3 per la vela ed il Sea Drive Concept per il mondo del motore. Due temi apparentemente molto distanti l’uno dall’altro anche se il fattore comune appare evidente, l’innovazione.
Quanto conta innovare oggi nel mondo della nautica?
“Innovare oggi conta tantissimo, penso sia il fattore fondamentale. I cicli del prodotto si sono accorciati molto e gli armatori hanno bisogno sempre più di stimoli nuovi. E’ un mondo che va sempre più velocemente ed è importante per le aziende strutturarsi per sviluppare un prodotto e pensarlo, fin dall’inizio, nella sua evoluzione futura. E’ un gioco di sinergie e di sviluppo continuo che consente di vedere un prodotto che nasce oggi negli sviluppi dei cinque o sei anni successivi, con i suoi step e le sue evoluzioni. I grandi cantieri hanno quindi l’obbigo di offrire agli armatori la capacità di rinnovamento e di cambiamento che trovano negli altri settori.”
Dusseldorf è alle porte, manca poco più di un mese, quali saranno le anteprime che Beneteau presenterà al salone a secco più grande d’ Europa?
“A Dusseldorf lanceremo un’altra importante collaborazione, cosi come qui abbiamo presentato Sea Drive Concept, inoltre rivoluzioneremo la nostra presenza al salone, la posizione dei nostri stand sarà diversa ed offriremo un servizio premium ai visitatori. La grande novità sarà, paradossalmente, l’assenza di Figarò Beneteau 3 che, in quel periodo sarà probabilmente allo Strictly Sail di Miami.”
Luca, sappiamo che la vela è una delle tue passioni, come sei venuto a contatto con questa disciplina e come si è evoluta nella tua vita?
“Mio padre fra le sue tante passioni, e lo ringrazio per questo, ha sempre avuto quella della barca a vela. Ne abbiamo avute diverse, con le quali abbiamo navigato molto. Poi ho avuto la fortuna di conoscere mia moglie, che all’epoca era istruttrice di vela (e lavorava nel mondo della nautica a motore), da li in poi, tutte le volte che è stato possibile, le nostre vacanze sono sempre state all’insegna della vela, vissuta anche tramite il charter, in località esotiche e poco conosciute. Non sono un velista professionista ma, se posso scegliere, preferisco andare a vela. Poi adesso abitiamo a Le Sables d’Olonne, luogo in cui la vela è decisamente importante, e la cosa che adoro è mettermi la muta la domenica mattina e, con qualsiasi tempo, uscire il mattino in Hobie Cat.”
Luca Brancaleon, la persona, cosa fai nel poco tempo libero a tua disposizione?
“Naturalmente passo più tempo che posso con mia moglie ed i miei tre figli che, ovviamente, praticano la vela. Anche la corsa è sempre stata una delle mie passioni. In valigia due scarpette da running ed il mattino presto, ovunque mi trovassi, potevo tenermi in forma. Ora la mia schiena però ha detto basta, quindi faccio lunghe passeggiate sulle rive atlantiche e mi dedico alle lingue straniere, un’altra delle mie grandi passioni.”