Il wrapping nautico di Luca Design, noi lo abbiamo provato

Luca Design è stato uno dei precursori del wrapping. L’avvicinamento alla nautica è arrivato solo nel 2010, con il miglioramento delle tecnologie del settore. Da quel momento la sua è quasi una sfida personale alla tradizione, per dimostrare dimostrare che l’innovazione ha portato un’alternativa valida e forse anche più efficace alla vernice, argomento di cui abbiamo già parlato in precedenza.

Proprio Luca Antonutti, titolare di Luca Design, ha messo a disposizione la sua esperienza per la nuova stagione di test effettuati con la barca laboratorio di yachtdigest.com, il Comet 460 Daydreamer.  Come sempre i test che effettuiamo a bordo sono scelti fra i prodotti e gli interventi necessari  agli armatori che preparano la loro imbarcazione per la stagione.

Fra le varie opzioni la redazione ha scelto di testare il wrapping nautico perchè se ne parla molto e, potenzialmente, è un’ottima alternativa ai costosi interventi classici. Non che il wrapping sia alla portata di tutti, e durante il nostro test lo vedremo chiaramente, ma il suo costo complessivo ed i ridotti tempi di applicazione, ne fanno un’altrenativa davvero interessante per render più belle le nostre imbarcazioni, senza dissanguarci ovviamente.

Nel nostro caso abbiamo voluto rinnovare le fasce di bellezza posizionate sul rialzo della tuga, il cui  gelcoat, dopo decenni di onorato utilizzo, era molto sbiadito.

L’area interessata è stata quindi carteggiata ed isolata con l’obiettivo di rimuovere tutti i residui di sporco e di uniformarne la superficie. Quest’operazione richiede una mano forte e un occhio attento, perché la pellicola assorbe/replica ciò che si trova tra sé e lo scafo. Il rischio di un lavoro malfatto è ritrovarsi con delle imperfezioni che pregiudicherebbero irrimediabilmente l’estetica complessiva.

Terminate le fasi preliminari, nelle sezioni più lunghe è stato applicato lungo i bordi del filo metallico. Ciò risulta importante per ottenere un taglio preciso e continuo dopo l’applicazione della pellicole. Lo stesso compito viene svolto dal taglierino, che però viene utilizzato solo quando la superficie d’interesse è molto piccola.

Effettuate tutte le azioni preliminari si giunge all’applicazione della pellicola adesiva. Questa fase, la più delicata, richiede massima concentrazione. Va esposta la parte adesiva man mano che la pellicola viene stesa sulla superficie. Ogni piccolo errore può compromettere il risultato del lavoro. In questa fase esperienza e competenza giocano un ruolo fondamentale, ma qui andavamo sul sicuro perchè la posa è stata eseguita direttamente dal personale di Luca Design.


Inoltre bisogna fare attenzione alla scelta del prodotto, da cui dipende il risultato estetico dell’operazione. Puntare solo al risparmio può tradursi in un lavoro difficoltoso e meno soddisfacente. Una delle pellicole più indicate, usata nel nostro caso, è prodotta da 3M di cui Luca Design è un installatore certificato.

Prima di terminare il lavoro si procede con la rifilatura. Il filo metallico, inserito in precedenza, viene rimosso per togliere l’esubero di pellicola. Ne srisulta una precisione assoluta, i bordi sono perfetti, senza sbavature. Il taglierino, come dicevamo, è stato invece utilizzato solo per i punti di dimensioni inferiori.

 

Un’ultima pressione a mano fissa ancor più la pellicola ed il lavoro è fatto. Il consuntivo dei lavori si ferma a poco più di quattro ore, necessarie per carteggiare e rivestire i circa 30 metri di lunghezza delle fascie di bellezza della nostra imbarcazione.

Il video che segue documenta le fasi della lavorazione ed il risultato ottenuto mettendo chiaramente a confronto le fascie prima e dopo aver beneficiato del “trattamento”. Per dovizia d’informazione la lavorazione è stata eseguita a metà di marzo.

Ma non finisce qui, la barca della redazione partirà per la consueta crociera durante la quale riporteremo se il lavoro tiene anche dopo sver subito tutti gli stress tipici delle navigazioni.

Davide Terraneo

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