Pareggio nella terza giornata della finale di Prada Cup e primo punto per Ineos UK, ma Luna Rossa è saldamente in vantaggio per 5-1
Vincere il braccio di ferro con i grandi capi della America’s Cup sarebbe stata una vittoria sterile se oggi Luna Rossa non avesse fatto il suo dovere sul campo di regata. Certo, chi si aspettava che la squadra italiana si portasse già oggi a una sola lunghezza dalla sua terza partecipazione alla Coppa America è rimasto un pizzico deluso, ma aver pareggiato 1-1 con Ineos UK nella terza giornata della finale di Prada Cup (prima regata vinta, seconda persa) è comunque un buonissimo risultato.
Luna Rossa, dopo due doppiette consecutive, conduce ora per 5-1 sugli inglesi, dunque il suo dovere in acqua lo ha fatto e lo sta facendo in maniera egregia, lasciandosi definitivamente alle spalle le roventi polemiche della sosta prolungata causa Covid. Ma Team UK ha finalmente mostrato il petto, sfoggiando una prestazione ineccepibile, e per certi versi sorprendente, nel sesto match e acciuffando il suo primo gettone in questa finale. Un punto che tiene aperto il discorso qualificazione, ma che ci auguriamo che per Britannia sia soltanto quello della bandiera.
La terza giornata si disputa sul campo E, quello più esposto al vento che oggi soffia stabilmente intorno ai 12 nodi, condizioni ideali per Team Prada Pirelli. Il pronti via, però, è tutt’altro che semplice per la coppia Spithill-Bruni, aggrediti sul boundary di destra da Ben Ainslie: le due barche, che si beccano subito una penalità per aver anticipato la partenza, rischiano di scontrarsi e sul primo lato di bolina la spuntano gli inglesi, in vantaggio di 40 metri sul lato di bolina.
E’ la prima volta in questa finale che Luna Rossa parte dietro a Ineos, ma l’inedito non demoralizza gli italiani che al primo incrocio, con un colpo di reni, compiono il sorpasso decisivo perché da lì in poi il gap tra i due AC75 si dilaterà progressivamente di gate in gate, fino a toccare un distacco esagerato di oltre un chilometro. Insomma, dopo un inizio complicato, i ragazzi di Luna Rossa si ricompongono immediatamente e amministrano la loro marcia con una velocità media superiore a Britannia sia di bolina che di poppa sopra i 30 nodi, costringendo gli inglesi a un ritardo di 1’20”.
Il copione si ribalta inaspettatamente nel secondo round, dove Ben Ainslie & Co. partono ancora più forte di prima e, scampata un’altra collisione, si mettono al comando con le unghie e con i denti e si aggiudicano il loro primo gate.
E’ indubbiamente una grande iniezione di fiducia per gli inglesi che, anche in condizioni di vento favorevoli a Luna Rossa, stavolta guadagnano di poppa, incrementando il vantaggio con una disinvoltura fin qui mai vista. Gli italiani non stanno a guardare e ci provano con un paio di strambate, ma il gap è difficile da colmare.
Nel terzo lato di bolina i nostri hanno un sussulto d’orgoglio dimezzando lo scarto e riducendolo ulteriormente verso il traguardo, ma questo non basta per raddrizzare una partita persa in partenza (e chiusa con 14″ di ritardo, tanti sì ma non tantissimi). Ancora una volta, quindi, si è capito che chi comincia bene è a metà dell’opera. E in gara 6 Britannia ha completato l’opera perfetta. Luna Rossa 5, Ineos UK 1: la Prada Cup è ancora tutta da decidere.
“I ragazzi hanno fatto un lavoro straordinario nelle manovre. Il vento è stato costante, questa volta non ce l’abbiamo fatta a vincere – ha dichiarato al termine del secondo round James Spithill, timoniere di Luna Rossa Prada Pirelli – Io penso sempre una regata alla volta, non al risultato finale. Le barche sono molto simili. Abbiamo cercato di approfittare delle opportunità che però non ci sono state. L’intero team deve lavorare nella stessa maniera. Siamo una squadra e questo funziona sin dall’inizio. Ci sono delle cose da correggere, ma abbiamo fatto due belle regate. E’ molto difficile essere sempre perfetti con queste barche ed al 100%. Io cerco sempre di stimolare l’equipaggio, ci sono delle cose da mettere a punto e lo faremo tra oggi e domani“.
Domani, con un bis, Luna Rossa può far sua la Prada Cup, lanciando un messaggio forte e chiaro al defender neozeolandese. Ma, come sottolineato da Spithill, bisogna pensare regata dopo regata: la settima ci dirà chi siamo.