Luna Rossa “colpita e affondata” ad Auckland. Team Prada Pirelli perde entrambe le regate, ma è la seconda a far discutere: New Zealand si pianta sui foil, ma i nostri non ne approfittano andando anch’essi in displacement. Domani, con due successi, i Kiwi possono conquistare la 36esima edizione dell’America’s Cup
Cose mai viste in Coppa America. E il quarto giorno l’equilibrio si spezzò. Dopo tre pareggi consecutivi e il riposo forzato di ieri per assenza di vento, nella quarta giornata di America’s Cup succede di tutto, ma proprio di tutto.
Una montagna russa di emozioni in cui Team New Zealand cala la prima doppietta in questa finale portandosi sul 5-3 in maniera che più rocambolesca non si può, a discapito di una Luna Rossa molto, molto sfortunata.
Dopo aver perso (con onore) gara-7, nel round successivo Team Prada Pirelli getta nelle ortiche il punto che avrebbe ristabilito la parità: i nostri prima si vedono il defender piantarsi sui foil, poi, quando il match sembrava abbondantemente in pugno, imitano loro malgrado il rivale andando anch’essi in dislocamento, traditi da un improvviso buco di vento.
Un vero e proprio affondamento psicologico per la flotta italiana, un’insperata risalita dagli abissi per i Kiwi che, dopo essersela vista brutta, ora intravedono addirittura la possibilità di centrare il doppio match point domani nella quinta giornata e chiudere definitivamente il discorso. Ma Luna Rossa deve crederci: la battaglia navale del Golfo di Hauraki non è ancora finita.
Luna Rossa colpita e affondata, ma l’incubo può ancora diventare un sogno
Si gareggia nel campo E, il vento soffia poco sopra ai 10 nodi. Ottimo avvio di Luna Rossa che in fase di pre-start resiste al tallonamento dei neozelandesi, si smarca sulla linea di partenza evitando la penalità e, portandosi verso l’out di destra, guadagna subito 80 metri sull’avversario. Dopo essersi aggiudicato il primo cancello, Luna Rossa sbaglia ad allargare troppo la strambata e New Zealand non si lascia scappare la ghiotta occasione per dimezzare il gap in una sfida dai grandi contenuti tecnici.
Se fino al secondo gate le barche si equivalgono, al primo vero incrocio del match Te Rehutai dimostra di essere più reattiva sia in poppa che in bolina e, una volta effettuato il sorpasso decisivo, fugge sul boundary mancino iniziando il suo assolo.
L’equipaggio italiano, infatti, non riesce più a tenere il passo del defender che al quarto giro di boa incrementa il proprio vantaggio oltre 450 metri e controlla in scioltezza fino al traguardo, con un differenziale di quasi un minuto su Team Prada Pirelli.
Luna Rossa approccia bene l’incipit dell’ottava regata: i padroni di casa sono costretti a svoltare a destra per recuperare i metri persi e rimediare a una fase di pre-start interpretata con un po’ di indecisione, i nostri prendono coraggio e al primo crocevia decidono di virare in faccia al defender. La manovra è rischiosa ma si rivela azzeccata: la coppia Spithill-Bruni guadagna 150 metri e consolida la testa.
Nel bel mezzo del secondo giro, il colpo di scena: dopo una strambata stretta, Te Rehutai entra nei rifiuti di Luna Rossa e spancia sull’acqua. La barca neozelandese non riesce a sollevarsi sui foil e spiana la strada a Luna Rossa che, con un miglio di vantaggio, deve solo portare a termine la missione.
Missione che però si complica con il secondo colpo di scena: a ridosso del quinto cancello, con un vento sceso a 7 nodi, anche l‘AC75 di Prada Pirelli va in displacement dopo il secondo lato di bolina e, nel tentativo di rialzarsi, varca due volte il boundary beccandosi il duplice penalty.
Intanto sopraggiungono i neozelandesi che, dopo aver ripreso quota molto faticosamente, superano Luna Rossa ancora in panne, aggirano la quarta boa e si avviano clamorosamente verso il completamento del quinto e ultimo lato (la giuria toglie il sesto per il netto calo di vento).
Luna Rossa accumula uno svantaggio di 2 chilometri e mezzo, ovvero spreca tutto il vantaggio macinato quando ad arrancare era stato New Zealand, che si aggiudica gara-8 e si porta sul 5-3.
Soddisfazione inattesa per l’equipaggio di Peter Burling, grande amarezza per James Spithill e Francesco Bruni, che giungono a destinazione con 3’55” di ritardo.
“Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco – commenta a fine giornata James Spithill, visibilmente deluso ma comunque fiducioso – Siamo caduti dal foil ad un certo punto. Abbiamo cercato di uscire per trovare la pressione. Abbiamo fatto delle cose bene. Sappiamo benissimo che possiamo vincere, lo abbiamo fatto. Domani saremo più forti che mai. Non siamo riusciti a completare la virata perché siamo caduti dal foil. Anche Team New Zealand ha avuto lo stesso problema con un buco di vento“. Nulla è perduto, ma domani servirà un’impresa.
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Grande Joni, purtroppo ho dovuto leggere di una totale sconfitta di Luna Rossa, peccato ma la speranza di reazione non muore mai fino alla settima!