Ha aperto i battenti l’edizione 2018 del “ Salon Internaional du Multicoque “ , che tradotto per noi corrisponde letteralmente al “ Salone Internazionale dei Multiscafi “ , l’unica rassegna europea dedicata esclusivamente ai catamarani e ai trimarani.
A ospitare questa ottava rassegna è sempre il marina de La Grande Motte, la località balneare inventata dal niente negli anni sessanta a due passi dall’affascinante Camargue nella regione dell’ Occitania.
La prima volta che c’ho messo piede sono rimasto impressionato dalla strana architettura dei condominii che circondano il lungomare e che poi, scavando nel web come fanno tutti e anche intervistando gli “ indigeni “, ho dovuto riconsiderare almeno in parte il mio affrettato giudizio, poiché mi è stato spiegato e mi sono documentato che quegli alveari triangolari avrebbero dovuto essere un’opera d’arte ( sic ) dell’architetto Jean Balladur, il quale voleva evocare le forme delle piramidi precolombiane.
Questo scenario quanto meno estroso è spuntato da una “motte” grande che doveva trattenere i francesi attratti dalle spiagge spagnole. A posteriori penso ci siano riusciti perfettamente, nonostante Balladur, tant’è che a oggi quegli appartamenti – affatto nuovi – nelle piramidi precolombiane vengono trattati dai 3 ai 4mila euro al metro quadrato. Figuriamoci quelli nuovi! Nulla di nuovo per chi ti vende una insalata a venti euro.
Ma non siamo qui per questo.
Ai piedi delle piramidi c’è il porto, un enorme bacino super protetto e colmo di barche che non viene recintato e interdetto ai curiosi ma si integra intelligentemente con la passeggiata dei bagnanti e la sfilata dei ristoranti e dei bar che si susseguono nel water front. Bene inserito in questo contesto si sono inventati coraggiosamente il salone dei multiscafi proprio quando tutta l’Europa nautica era in una profonda crisi.
In acqua, e solo in acqua ho contato quest’anno poco più di 50 imbarcazioni, che raffrontati omogeneamente con tutti gli altri saloni nautici non sfigurano affatto se consideriamo singolarmente gli oltre cento scafi dai 37 piedi ai più grandi mostri che da noi sfiorano i limiti delle navi da diporto.
In questa nicchia di mercato, che sta vivendo una inaspettata crescita d’interesse anche in Italia, si odono tutte le lingue del mondo e, oltre alla pacifica invasione dei russi , si scambiano per spagnoli i peruviani e non mancano americani e qualche giapponese .
Al catamarano approdano i navigatori giramondo, le compagnie di charter , i motonauti stanchi d’essere rintronati dal motore e stufi di venir spolpati dai benzinai, ma ormai molti velisti si convertono alla meraviglia di poter veleggiare anche con poco vento e soprattutto , a barca dritta, Lei ha un ampio prendisole e non rompe più .
Ma qual’è allora la definizione più corretta per un catamarano ?
E’ l’unica imbarcazione al mondo che ti consente con venti nodi di vento di bere in un bicchiere di cristallo che sul tavolo non si rovescia .
Ora sottovoce che non mi sentano e non mi gettino in acqua: ovviamente un fresco e ottimo Prosecco oppure la new entry Ribolla Gialla alla faccia dei falsi miti francesi.
Bon vent , pardon Buon Vento .