Vladimir Zinchenko ha le idee chiare sul futuro della nautica: con Greenline Yachts è stato il primo ad avviare la produzione in serie di imbarcazioni ibride ed elettriche alimentate a energia solare, arrivando attualmente a vendere 80 barche all’anno (di cui il 10% elettriche) mentre tutti gli altri cantieri sono ancora solo in fase di progettazione o di prototipo per questa tipologia di imbarcazione. Incontriamo Vladimir Zinchenko a bordo del Greenline 40 Electric (nella foto sotto), una fantastica barca che ha cambiato i canoni del mercato, ponendosi come un vero e proprio riferimento del mercato nautico ad emissioni zero.
Vladimir Zinchenko, come le è venuta l’idea di produrre il primo yacht elettrico?
«Ho attraversato per sette volte l’Atlantico in barca a vela insieme a mia moglie, e dopo avere percorso 250.000 miglia, lei mi ha confidato che per quanto le piacesse navigare, le mancavano i comfort che abbiamo nelle nostre mura domestiche. Così è nata l’idea di Greenline: costruire barche che in realtà sono case galleggianti, spaziose e con tutto ciò che serve a bordo, dal forno al frigorifero, dall’acqua calda all’elettricità senza limiti. Tutti i progettisti nautici affermano che la barca non è una casa, e che a bordo non si può avere tutto: ebbene, con Greenline abbiamo dimostrato il contrario, ovvero che si può stare in barca 24 ore su 24 per tutto l’anno proprio come se fosse la propria abitazione, e questa è stata la chiave del nostro successo.
Ovviamente, per avere tutto ciò occorre contare su una fonte di energia continua e soprattutto pulita: per questo abbiamo basato l’intero progetto basandoci sull’esistenza dei pannelli solari che alimentano continuamente tutte le apparecchiature di bordo. Ma il vantaggio esiste anche per gli armatori che preferiscono utilizzare la barca solo per le vacanze, e che quando tornano a bordo per l’estate, si troveranno già i cubetti di ghiaccio pronti, perché i pannelli solari e le batterie avranno continuato a mantenere acceso il freezer».
Avete realizzato il progetto su commissione?
«No, non avevamo nessuna committenza. Abbiamo prodotto la prima barca demo per il salone di Düsseldorf, in modo da usarla come vetrina per trovare potenziali acquirenti, e questi sono arrivati subito: è bastato che salissero a bordo per innamorarsi.
Tutti i proprietari di una Greenline ci dicono che navigando provano lo stesso feeling di una barca a vela, grazie alla sua andatura tranquilla e piacevole; ma al contempo possono godere di tutti i comfort dei super yacht a motore.
Insomma, con Greenline abbiamo reso la vita a bordo comoda e conveniente».
Qual è la vostra tipologia media di clienti?
«Si tratta di armatori molto diversi rispetto ai proprietari di tradizionali yacht a motore, soprattutto negli Usa, dove il 99% delle barche che vendiamo sono totalmente elettriche. I clienti di Greenline rappresentano una nuova generazione di proprietari di barche, che si è avvicinata alla nautica solo grazie alla motorizzazione elettrica. Sono persone con la mente aperta e con una spiccata sensibilità per l’ambiente, e per questo non vogliono nemmeno sentire parlare di motori diesel».
Perché allora non scegliere direttamente una barca a vela, anziché una a motore?
«Perché oltre a offrire meno comfort, anche la barca a vela inquina! Per esempio, se si naviga nel Mediterraneo durante l’estate, il vento debole costringe spesso i velisti a ricorrere all’utilizzo del motore. Con questo ovviamente non intendo affermare che la barca a vela è sbagliata: solo, bisogna pianificare con anticipo e molta attenzione le crociere e si resta sempre dipendenti dal vento. Con una barca a motore, invece, possiamo andare dove vogliamo quando ci pare: per questo, come esseri umani, trovandoci in una fase storica molto critica per la conservazione dell’ambiente, abbiamo la grande responsabilità di costruire barche elettriche e autonome grazie all’energia solare. Con uno yacht elettrico ovviamente non abbiamo la stessa velocità garantita da un diesel, ma questo è ormai sempre meno importante per i proprietari di barche. E durante la navigazione possiamo fare qualsiasi cosa, leggere o cucinare, pescare o goderci il panorama – tutte cose impedite dall’impegno che comporta condurre una barca a vela».
Da dove ha avuto origine questo suo senso di rispetto per l’ambiente?
«È nato proprio durante i miei viaggi attraverso l’Atlantico, che ho fatto per sei volte in modo da godermi la stagione estiva nel Mediterraneo e quella invernale ai Caraibi.
Il viaggio di ritorno è un’esperienza molto dura e spaventosa – il corpo si muove di continuo, non si riesce a dormire bene e non si possono fare pause – ma al contempo si tratta un viaggio meraviglioso: si vive a strettissimo contatto con il mare, gli uccelli seguono la barca, i pesci volanti saltano continuamente a bordo e di notte, guardando le stelle della via Lattea, ci si rende conto di quanto è piccolo il mondo. Viviamo in un ambiente unico e abbiamo il dovere di preservarlo».
Quali sono i piani di Vladimir Zinchenko e di Greenline per il futuro?
«Negli ultimi dieci anni la tecnologia dei pannelli solari e delle batterie elettriche è molto migliorata in termini di efficienza e durata e i prezzi stanno continuando a scendere. Questo ci mette in condizione di progettare imbarcazioni sempre più autonome e confortevoli, ma allo stesso tempo senza superare i nostri limiti naturali: è inutile costruire barche elettriche che possono navigare per venti ore consecutive, se le usiamo solo per tre o quattro ore al giorno. L’energia non va abusata bensì usata con intelligenza: se non si esagera con l’aria condizionata, si può navigare per molti giorni sfruttando solo l’energia del sole. L’elettricità rappresenta il futuro della nautica, anche se penso che il diesel non scomparirà del tutto».