Il romanzo Maremoto a Varigotti, scritto da Laura Marinaro, edito da Mursia, mescola il giallo del suo genere al blu cobalto della costiera ligure, il presente al passato, le orme di un padre ai passi di una figlia.
La protagonista del presente è Alina Ferrari, colonnello in servizio presso il reparto operativo di Milano Moscova, donna irrisolta che si trova a confrontarsi con un caso di duplice omicidio: una donna uccisa nel giardino di Villa Necchi e un’altra nella piscina di De Chirico alla Triennale. Sembra sia opera di un Serial Killer. Il colonnello Ferrari però è sempre più straziata da un passato che fatica a riconoscere, se ne accorge anche il suo comandante che le consiglia di prendere servizio a Savona dove il comandante sta andando in pensione: “È una destinazione più tranquilla, il mare, la montagna…”. Anche il caro amico di famiglia, che Alina chiama papi, Marino Di Leo, la incita a lasciarsi andare a questa nuova esperienza: “Vedrai ti piacerà stare lì, magari non tornerai più a Milano. Io adoro quei posti in particolare il borgo saraceno di Varigotti e di Finale Ligure, quelle casette tipicamente arabeggianti…”
Il colonnello Alina Ferrara convinta della sua nuova scelta prende il treno che la porterà a Savona dove dirigerà, come comandante provinciale, più di cento sottoposti.
Durante il viaggio nella sua testa rotolano mille pensieri: la sua infanzia, la villa di famiglia a Le Maine, proprio lì in Liguria, dove trascorreva le vacanze con sua madre e suo padre, un uomo tutto d’un pezzo che lei aveva amato più di tutto, più di tutti. Le ritornano in mente le parole della madre il giorno che le aveva comunicato che non sarebbero tornati mai più in quella villa. “Perché?” aveva chiesto Alina, “Mi ricorda un periodo difficile” aveva tagliato corto la madre.
Appena giunta a Savona Alina affitta uno scooter e raggiunge Varigotti, ha fretta di conoscere Carlo Ruffini, un ufficiale dei carabinieri in pensione di cui le ha parlato il suo amico Carlo: “Vai a trovarlo, ha una storia interessante da raccontarti […] e chissà che proprio tu non riesca a risolvere il caso della bella cameriera Lena trovata uccisa a Le Maine nel gennaio del 1975”.
I due s’incontrano sul lungomare e in breve tempo L’ufficiale in pensione comincia il racconto del cold case di Lena Ionescu.
La struttura del romanzo, così, si arricchisce di flashback continui, passaggi dal presente al passato che in realtà risultano leggermente forzati tanto che l’autore ha l’esigenza di introdurli con caratteri in corsivo.
La storia narrata dall’ufficiale Ruffini ha inizio il 16 gennaio del 1975, il giorno in cui a Varigotti avrebbe dovuto esserci un maremoto. Quel giorno un noto fumettista milanese, Marco Rota, arriva Varigotti per incontrare Gustav Mayer, uomo d’affari svizzero, dal quale vuole comprare un antico manoscritto saraceno. Appena giunto nel paesino ligure Marco si reca all’hotel Sole dove incrocia una bellissima cameriera che scoprirà inseguito essere Lena Ionescu. Poco dopo incontrerà l’amico Lorenzo Costa, giornalista corrispondente per La Stampa, che lo inviterà a cenare a casa da lui visto il presunto arrivo del maremoto.
Si torna al presente, Carlo e Alina sono diventati amici, più che amici. La storia della bella cameriera Lena, però, non è finita e l’ufficiale in pensione continua il suo racconto:“Il maremoto a Varigotti non arrivò mai” afferma “quello geologico almeno” quello che arrivò invece fu un profondo sconquassamento che scosse gli animi sereni degli abitanti. All’indomani del mancato maremoto, infatti, Lena sembra essere svanita nel nulla.
Il romanzo si dipana così tra la storia del mistero della scomparsa della bellissima cameriera avvenuta nel 1975 e la storia presente della famiglia del colonnello Alina Ferrara, raccontata dall’Ufficiale in pensione Carlo Ruffini. Sarà proprio lui a svelare la fine della storia di Lena e la verità sulla famiglia di Alina.
La trama del romanzo risulta avvincente ed emotivamente accattivante. I personaggi e i luoghi sono pennellati con tinte forti, solo la struttura risulta essere un po’ claudicante. Forward e flashback sembrano spesso forzati e i legami causali spesso privi di consistenza.
Nonostante tutto però il romanzo risulta appassionante e capace di rendere piacevole la sua lettura durante una meritata pausa estiva.