Metaospedale, Olimaint lancia il primo ospedale del metaverso

Olimaint lancia il Metaospedale, ovvero il primo ospedale italiano del metaverso. La storica multinazionale italiana attiva nel settore della realtà aumentata ha annunciato nei giorni scorsi una nuova applicazione che riguarda lo sviluppo dell’attività della VRO all’interno del comparto sanitario. Il Metaospedale permette di fruire di una serie di servizi al paziente direttamente attraverso la tecnologia immersiva dell’oliverso, cioè il metaverso sviluppato da Olimaint. Si tratta di un nuovo traguardo per l’azienda fondata nel 1981 da Giovanni Nicolini, che lo scorso maggio ha sottoscritto un accordo con il gruppo The International Yachting Media per portare la nautica nel metaverso.

Al Metaospedale, il paziente potrà utilizzare una serie di servizi collegati all’ospedale che usufruisce di questa applicazione, oltre a quelli più tradizionali di consultazione è possibile fare:

  • Consultazione della propria situazione clinica con un medico collegato attraverso visore e che si può incontrare all’interno del metaverso;
  • Incontri del paziente che si trova all’interno di strutture ospedaliere, attraverso visori o adattatori per cellulare, con i familiari che si trovano a casa (in modo da sostituire le normali occasioni di visita sfruttando la tecnologia NFC, grazie alla quale il familiare non deve far altro che avvicinarsi alla stanza all’interno della quale nella realtà c’è il suo congiunto);
  • Uscire, camminare, muoversi sia nella struttura ospedaliera che in altre strutture oppure in altri mondi per permettere al paziente anche di estraniarsi dalla situazione del reparto ospedaliero;
  • Prenotare esami e fruire di consulenze da parte di medici e specialisti che sono collegati direttamente in tempo reale dall’altra parte dell’applicazione.

Il Metaospedale può permettere di gestire contemporaneamente e contenere fino a 500 persone che fruiscono di tutti i servizi a disposizione e che vengono identificati sia in ingresso che in uscita attraverso il loro avatar biometrico e tramite riconoscimento e chiave di accesso con tecnologia NFC.

Il funzionamento delle visite di un proprio parente ricoverato in ospedale attraverso questa tecnologia è molto semplice: una volta effettuato l’accesso all’applicazione, utilizzando il visore o un altro tipo di device, è sufficiente recarsi nella stanza dove risiede l’avatar del paziente e fuori dalla porta, dove si trova il simbolo della tecnologia NFC, utilizzare il sensore NFC del proprio smartphone per autenticarsi e quindi permettere all’applicazione sostanzialmente di “aprire la porta della stanza” e farci accedere dove sta comodamente ad aspettarci l’avatar del nostro familiare.

Per quanto riguarda i servizi sanitari, invece, l’ospedale digitale consentirà di ricevere tutte quelle prestazioni nelle quali non c’è una reale necessità di un contatto fisico tra il medico e il paziente. Il Metaospedale permette anche di visualizzare a fianco dell’avatar uno schermo con una diretta attraverso la telecamera del computer o del cellulare per far vedere fisicamente la persona nella sua condizione reale del momento, al fine di agevolare il lavoro di valutazione del medico che sta dall’altra parte dell’applicazione.

I vantaggi del Metaospedale, dunque, sono notevoli, dal risparmio di tempo per i pazienti (in quanto non ho la necessità obbligatoria di spostarmi fisicamente verso la struttura ospedaliera) a quello dei medici (grazie alla possibilità di avere all’interno della sala medici che in realtà non sono presenti in ospedale in quel momento, ma magari si trovano in altri studi e semplicemente si collegano attraverso il loro visore e partecipano alla seduta nel centro sanitario), fino alla possibilità di poter visualizzare una serie di informazioni e partecipare a una serie di attività di varia natura di carattere informativo che possono venire offerte da strutture sanitarie, medici, società farmaceutiche o associazioni di pazienti.

L’applicazione del Metaospedale, precisa Olimaint, «non è dotata di un sistema di archiviazione di informazioni sanitarie, ma permette ai medici e alle strutture autorizzate di poter condividere queste informazioni attraverso un’operazione di condivisione del proprio personal computer o laptop all’interno dell’ambiente digitalizzato della VRO».

Redazione

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