Mille Miglia in Tirreno: il Diario di bordo
Giorno 1 – Varazze – Portovenere – 17/7/21
Marina di Varazze: partenza no stress con navigazione verso Portovenere poco esaltante, con vento da nord variabile di 8 nodi e onda al traverso. 60 miglia in 9 ore. Sabato sera in rada a Portovenere, si ancora su 10 metri di fondale di fango e sabbia, molto lo spazio a disposizione anche se la baia è affollata. Sullo sfondo l’infilata di colori del paese accesi dal sole del tramonto, la termica sale a rinfrescare la serata.
Giorno 2 – Portovenere – Capraia – 18/07/21
Ore 7.00: caffè e si salpa per Capraia. Portovenere dorme ancora mentre noi sfiliamo lungo le Isole di Palmaria e Tino, rotta per 175° – 68 miglia. Il poco vento non ci fa divertire granché, ma ci godiamo la bella mattinata di sole e la presenza di un branco di delfini al largo della inaccessibile Gorgona. Eolo si risveglia nel pomeriggio e raggiungiamo Capraia volando. Ecco Capraia Porto, dominata dal Forte di San Giorgio, a strapiombo sul mare, costruito dai genovesi e dal Banco di San Giorgio nel ‘400 per respingere gli assalti saraceni. Notte nelle acque cristalline di Cala del Ceppo a sud est dell’isola, protetti dal maestrale da falesie ricoperte di profumatissima macchia mediterranea.
Giorno 3 – Capraia – Isola d’Elba / Marina di Campo
Dopo un sonno a Cala del Ceppo interrotto da raffiche di maestrale più o meno violente, bagno mattutino tra salti di tonni. Si salpa per l’isola d’Elba che è a sole 18 miglia. Navigando sul lato ovest e sud dell’isola, dopo Punta di Fetovaia, ecco la torre pisana della Marina che domina la spiaggetta di Cala Galanzana orlata di pini marittimi presso Marina di Campo. Decidiamo di gettare l’ancora sul fondale di posidonia e roccia di questa baia, più intima e poco affollata, per trascorrervi la notte.
Didascalie:
Cala Ceppo a Capraia – In navigazione lungo la costa sud di Capraia – L’isola di Capraia – Cala Galanzana a Marina di Campo –
Giorno 4 – Marina di Campo
Fagocitati dall’atmosfera vacanziera di Marina di Campo, bighelloniamo lungo la calata del porto piena di pescherecci armati di reti e palamiti per la pesca al pesce azzurro. Le viuzze ombreggiate del vecchio paese ci attirano in un momento di relax. La salita a gradoni di Via Bellavista ci porta in un sentiero che raggiunge la spiaggia sabbiosa di Galenzana, raggiungibile in alternativa solo dal mare e da cui possiamo vedere le nostre barche alla fonda.
Didascalie:
Il borgo di Marina di Campo all’Isola d’Elba – il Daydreamer alla fonda
Giorno 5 – Marina di Campo – Giannutri
Ore 7.00, altro caffè e si salpa per l’Isola di Giannutri via Isola del Giglio. Mare liscio come l’olio ed anche generoso, visto che ci ha regalato la cena di stasera. Ancoraggio a Cala dello Spalmatoio su fondo di 21 metri di sabbia e Posidonia oceanica. Le scogliere sono ricoperte di cisti marini, ginepro, rosmarino e lentisco, il profumo della macchia mediterranea e dei pini marittimi, il frinire delle cicale e il blu limpido del mare stordiscono i sensi. L’accesso all’isola prevede un ticket da pagare al Parco Nazionale Arcipelago Toscano, direttamente al bar della piazzetta o online, almeno il giorno prima (solo 4€ a testa). Il ticket consente solamente la passeggiata lungo la strada sterrata da Cala dello Spalmatoio a Cala Maestra, non è consentito uscire dal percorso se non con la guida. Le rovine della Villa Romana sono visitabili solo al mattino e accompagnati dalle Guide Parco (8€).
Didascalie:
Ancoraggio con la nuova ancora Ultra Marine – Il Daydreamer di fronte a Giglio Porto – In navigazione verso Giannutri – Cala Spalmatoio A Giannutri – Cala Maestra a Giannutri
Giorno 6 – Giannutri – Santa Marinella
Uno dei validi motivi che avvalora la sana passione per la vela e il vivere lunghi periodi a bordo della propria barca, è passare le giornate seguendo i ritmi naturali dello scorrere del tempo. L’alba di oggi sull’Isola di Giannutri, per esempio, ci ha riappacificato con il mondo. Poi verso terra per fare gasolio e riposare a Santa Marinella, alla fonda su 4 metri di sabbia, riparati dai venti di maestrale dal pennello del porticciolo.
Didascalie:
Giannutri Cala Spalmatoio all’alba – L’Isola di Giannutri – Le Isole di Giannutri e Giglio – In navigazione su un mare olio.
Giorno 7 – Santa Marinella – Isola Palmarola
Partenza prima dell’alba: rotta 146° sull’Isola di Palmarola, 79 miglia, 10 nodi di vento al traverso. La monotonia della costa laziale è interrotta dal promontorio del Circeo che spicca imponente. Definita da Folco Quilici “la più bella isola del Mediterraneo”, Palmarola dista appena 4 miglia dall’isola di Ponza. Le sue coste alte e frastagliate, traforate da grotte e guglie rocciose, ricordano un pò scenari hawaiani. Visitiamo Cala Tramontana, detta “La Cattedrale”, ma ancoriamo di fronte a Scoglio Spermaturo, una spaccatura appuntita nella falesia su un fondale turchese.
Didascalie:
In navigazione all’alba – Arrivo a Cala Tramontana a Palmarola – Cala Tramontana – La costa est di Palmarola
Giorno 8 e 9 – Isola Palmarola – Ponza
Sveglia da lazy day e di riposo dopo la lunga traversata. La falesia vulcanica martoriata dal vento e dalle onde crea uno scenario mozzafiato. Navighiamo verso il sud dell’isola; Cala Mezzogiorno con i suoi scogli e il suo anfiteatro roccioso candido ospita decine di barche alla fonda, ma il mare comincia a salire, il forte vento di scirocco sta arrivando. Decidiamo di andare a trovare rifugio a Chiaia di Luna, una delle più belle baie di Ponza. Dal 2001 chiusa e vietata al pubblico per rischio frane, la spiaggia offrirebbe persino una galleria, scavata dai romani e rifinita con muri in opus reticolatum, di passaggio diretto a Ponza Porto.
Didascalie:
Alla fonda a Palmarola – In navigazione verso Chiaia di Luna a Ponza – Cala Mezzogiorno a Palmarola – Chiaia di Luna a Ponza – Tramonto su Palmarola da Chiaia di Luna a Ponza
Giorno 10 – Isola di Ponza – turismo
Giornata dedicata alla ricerca di immagini foto/video tra Ponza e Palmarola. Veleggiata tra le due isole con vento di sud-est e sosta nelle insenature più famose di Ponza, prima tra tutte Chiaia di Luna con la sua falesia ad anfiteatro, poi Cala Lucia Rosa con i sui scogli e faraglioni e Cala Feola con le sue piscine. A Palmarola esploriamo Cala di Porto, spiaggetta su cui si affacciano alcune abitazioni rupestri scavate nel tufo e qualche struttura più recente. Le Pontine sono un gruppo di isole vulcaniche formate da diversi coni eruttivi, come si può facilmente capire osservandone le scogliere alte e tormentate. Il Monte Guardia (283 metri slm), punto più elevato di Ponza, domina il profilo caratteristico dell’isola.
Didascalie:
Cala Porto a Palmarola – Baia di Lucia Rosa a Ponza – Chiaia di Luna a Ponza – Ponza Porto – Passeggiata serale a Ponza Porto
Giorno 11 – Isola di Ponza – Procida
Eccoci a Procida, nel Golfo di Napoli, prossima Capitale Europea della Cultura 2022 e da tempo sede di interessanti incontri d’arte, cinema e letteratura. Fa parte del gruppo delle Isole Partenopee insieme a Ischia e Vivara di origine vulcanica e Capri, di formazione invece sedimentaria. In quasi 4 chilometri quadrati, l’isola ha ben 4 crateri e coste molto ripide e frastagliate, soprattutto a sud e a est. L’insediamento di Terra Murata si staglia sul bastione di nord-est. Pernottiamo a Chiaiolella, uno dei porticcioli più colorati e vivaci del Mediterraneo.
Didascalie:
L’isolotto di Vivara – Vicoli di Procida – Il porticciolo di Chiaiolella – Isolotto di Vivara dall’alto – Il borgo di Chiaiolella dall’alto.
Giorno 12 – Procida – Napoli – Capri
Colazione al bar del porticciolo di Chiaiolella con sfogliatelle e lingue di bue ripiene di crema di limone procidano. Un vento di 12 nodi al traverso ci permette di traversare a vela per Capri in totale relax, fino a quando l’imponente falesia rocciosa dell’isola ci costringe a proseguire a motore. Il centro abitato di Capri, con la famosa “Piazzetta”, si trova proprio sopra di noi, nella zona centrale dell’isola, a 142 metri di altezza. Ancoraggio e notte sotto le scogliere e i faraglioni di Marina Piccola, il mare intorno a noi è costellato di superyacht illuminati alla fonda.
Didascalie:
Il quartiere Terra Murata e Palazzo d’Avalos a Procida – Navigando verso Capri – I faraglioni di Capri al tramonto e di giorno – La famosa Piazzetta di Capri
Giorno 13 – 14 – Capri – Acciaroli – Palinuro – Stromboli
Ore 7, il silenzioso salpa-ancore Quick recupera catena, ce ne andiamo quatti quatti per non svegliare il vicinato alla fonda. I faraglioni sono illuminati dal sole ancora basso, approfittiamo per volare con il drone alla ricerca delle più spettacolari scene per il nostro docufilm sulla “Crociera delle 1000 miglia nel Tirreno”. Rotta su Acciaroli, a 42 miglia di distanza, pieno di gasolio e via per Palinuro ad un paio d’ore. Arriviamo giusto in tempo per ancorare in una enorme baia deserta, varare il tender Selva con il nuovo motore elettrico EPropulsion e via, andiamo ad esplorare la famosa “Grotta Azzurra”. Il sole sta tramontando, ma siamo riusciti a godere dell’incredibile fenomeno di rifrazione per cui nella parte più interna della grotta il fondo è di un azzurro luminescente. Sveglia prestissimo, un’occhiata veloce all’incantevole baia del Buondormire e siamo di nuovo in navigazione. Rotta su Stromboli, 74 miglia, vento assente, mare piatto, ma improvvisamente il mulinello della canna fischia. Fermiamo il motore: 20 minuti di lotta e il tonnetto striato Katsuwonus pelamis da circa 15/18 kg, praticamente il massimo per la specie, è a bordo, le braccia doloranti, ma ci pregustiamo già le scorpacciate…. per più giorni!
Didascalie:
I faraglioni di Capri e l’isola – La Grotta Azzurra di Palinuro – Capo Palinuro – Pesca miracolosa di Luca D’Ambrosio sul Daydreamer – Lo scoglio di Strombolicchio
Giorno 15 – Stromboli – Basiluzzo – Panarea
Sveglia all’alba, il sole basso dipinge il vulcano Stromboli delle tonalità più tipiche mediterranee. Il Daydreamer sonnecchia all’ancora in una baia poco distante il paese. Poche miglia ci separano da Ginostra e dalla famosa “Sciara del Fuoco”, il colatoio dove il vulcano scarica le sue eruzioni; proprio ieri ce n’è stata una abbastanza importante. Poche miglia, solo 11, e navighiamo sul fianco ovest dello scoglio di Basiluzzo; passaggio a vela per le riprese del docufilm e gettiamo ancora nell’affollata piscina tra Lisca Bianca e Lisca Nera, due scogli che creano un basso fondo. Da lì a Panarea è un attimo, cerchiamo ancoraggio, scopriamo che centinaia di boe sono state poste in due distinti campi…. una follia di palle rosse con poche imbarcazioni: 100€ per una notte, preferiamo allontanarci per gettare l’ancora a sud del centro abitato. Tanto per scendere abbiamo il nostro tender Selva 320 VIB equipaggiato con il nuovo motore elettrico Epropulsion. La serata a Panarea è all’insegna dell’eleganza e del buon vivere.
Didascalie:
Il Daydreamer alla fonda a Stromboli – La spiaggia nera di Stromboli – Il vulcano ed una tipica casa con patio e Bouganville – La Sciara del Fuoco – Stromboli, Basiluzzo e il porto con campo boe a Panarea
Giorno 16 – Panarea – Lipari – Vulcano
Sveglia nuovamente all’alba, queste isole vulcaniche meritano qualche sforzo in più per ottenere le immagini più forti. Sono giornate africane e la luce durante il giorno non è ottimale fotograficamente. La verde Panarea scorre lungo le nostre fiancate, le poche miglia che ci separano da Lipari saranno colmate in un attimo, un forte vento di bolina larga ci spinge che è un piacere, finalmente! Ancoriamo su un fondale chiaro di fronte alle strutture abbandonate delle cave di pomice. Mi ricordo che, 30 anni, fa si poteva ruzzolare nella sabbia di pomice lungo pareti scoscese fino al mare. Oggi non più, peccato. Gli stessi 30 anni sono passati da quando trascorsi a Lipari diverso tempo, non mi sembra cambiata molto, è sempre una bella cittadina ordinata e colorita: una granita ed un cannolo siciliano dalla pasticceria Subba è un must ( e magari una cena al ristorante da Filippino). Mezz’ora e siamo già a Vulcano, nella baia Porto di Levante. Il fondale utile, diciamo entro i 20 metri, è ridotto, consiglio di venire ad ancorare presto per trovare posto in rada. Il paesino di Vulcano è ancor più colorito di Lipari, negozietti più o meno tipici e locali si susseguono nelle viuzze, il tutto sovrastato dallo splendido vulcano policromo.
Didascalie: Alba su stromboli, Basiluzzo Lisca Bianca e Lisca Nera da Panarea – Panarea – La cava abbandonata di Pomice – Lipari – Il Daydreamer alla fonda a Vulcano
Giorno 17 – Vulcano – Salina
Le numerose barche alla fonda nella baia di Vulcano Porto di Levante dormono ancora. Dopo una piacevole serata a terra e una notte tranquilla in rada, salpiamo per scoprire la costa ovest di Lipari: scoscesa, irta, selvaggia e disabitata = meravigliosa. La grande baia di Punta di Levante a Lipari offre riparo a qualche yacht e ad un paio di superyacht, in un ambiente davvero primordiale. Il vento sale, bolina strettissima, vele cazzate a ferro e siamo a Salina: i due vulcani, maestosi, si stagliano sullo sfondo. Gettiamo l’ancora a Salina porto, un grazioso villaggio ben curato e caratteristico, per ritirare il Raymarine Axiom 9 Plus, arrivato al Marina di Salina per il test a bordo. Sale il vento da nord-est, ci spostiamo nella riparata baia del borgo di Rinella, sulla costa sud di Salina, proprio al centro tra i due vulcani.
Didascalie:
Vulcano Porto Baia di Levante – Il cono vulcanico di Vulcano – Salina Porto – Una delle caratteristiche viuzze di Salina Porto – Il borgo di Rinella con il vulcano alle spalle.
Giorno 18 – Rinella – Vulcano
Oggi il meteo è pazzo ed imprevedibile, una situazione scomoda per chi sta in barca in rada: salti di vento di direzione ed intensità, onda grossa e media da due direzioni diverse, insomma un buon motivo per ripassare le nozioni meteo assorbite negli anni. Dopo una fugace visita al borgo di Rinella, insospettabilmente piacevole e caratteristico, facciamo rotta verso la baia di Pollera, a ovest dell’isola di Salina. E’ una baia creata dal collasso di un antico cratere vulcanico, in cima alla falesia è adagiato il paesino: scale scavate nella roccia raggiungono il mare. L’onda è troppo grossa per poter rimanere all’ancora e stanotte le previsioni danno vento forte da direzioni varie, decidiamo di ripararci nella Baia di Punta Capo Secco a Vulcano che sembra ideale per passare la notte. Si rivela un posto magico, con la falesia a picco, il faraglione, la grotta nella baia accanto, il tramonto in faccia. Chiudiamo la serata con una delle viste più spettacolari del cielo stellato mai vissute.
Didascalie: Il villaggio di Rinella dal mare – La spiaggia di Rinella – L’arco e la baia di Polleranno – L’inconfondibile sagoma dell’isola Salina – La Baia di Punta di Capo Secco Vulcano (Lipari e Salina sullo sfondo)
Giorno 19 – Vulcano – Filicudi
La calda notte estiva è passata, siamo di nuovo in navigazione: oggi si va a scoprire l’isola di Filicudi che sorge da fondali profondissimi, 20 miglia a ovest di Salina. Il lato nord è disabitato e scosceso, martoriato e vulcanico. Filicudi Porto è posto in una baia protetta da Capo Graziano, celebre punto di interesse per l’archeologia subacquea a causa della presenza di numerosi antichi relitti. La nostra meta è “la Canna”, un faraglione alto 60 metri in roccia basaltica che emerge da un mare limpidissimo: è tempo di girare altre riprese per il nostro docufilm, il Daydreamer naviga a vela fino a sfiorare l’obelisco. Andiamo ad ancorare in uno dei più bei posti delle Isole Eolie, Pecorini, piccolo borgo abbarbicato alle rocce con le tipiche casette bianche che caratterizzano queste isole. La sera, all’ora dell’aperitivo il luogo si anima di turisti, residenti e diportisti, si beve, si chiacchiera, si mangia prelibati cibi tipici preparati dalle donne del posto in un’atmosfera che ricorda le isole tropicali.
Didascalie:
L’isola di Salina a sinistra e Lipari a destra – L’isola di stromboli – Passaggio del Daydreamer dalla “Canna” – il borgo di Pecorini e aperitivo sulla spiaggia.
Giorno 20 – Filicudi – Palermo
Sveglia all’alba, ci aspetta una traversata di 63 miglia da Filicudi a Palermo, il meteo non promette nulla di tranquillo. Ed infatti il maestrale entra prima e inizia a soffiare forte sin dalle prime ore del mattino, leviamo l’ancora alla prima luce e salpiamo. L’andatura è buona, ma l’onda già piuttosto formata al mascone è decisamente noiosa. La rotazione progressiva e costante verso nord del vento, tuttavia, crea una situazione più unica che rara nella storia della nostra crociera: man mano che ci si avvicina alla costa siciliana, ci permette, infatti, di tirare un bordo unico esaltante fino a destinazione, il bel marina di Villa Igea, a Palermo. La cena nell’allegra Mondello è d’obbligo, ce la siamo proprio meritata.
Didascalie: Filicudi con Capo Graziano all’alba – Capo Zafferano con il suo faro – L’isola che non c’é: Capo Zafferano a Palermo
Giorno 21 – Palermo
Giornata di riposo al Marina Villa Igiea di Palermo, luogo strategico al centro delle rotte di navigazione del Tirreno meridionale e punto di partenza per una visita alla città di Palermo, poco distante. Piacevole serata e cena in barca a base di pesce e pasticceria tipica sicula con cari amici del posto.
Didascalie:
La riserva naturale di Capo Gallo – Monastero che sovrasta il Marina di Villa Igiea – Il Marina- Il Daydreamer al Marina di Villa Igiea
Giorno 22 – Palermo – San Vito Lo Capo
Dopo aver rifatto cambusa, acqua e gasolio, lasciamo la Marina Villa Igiea e, spinti da un forte vento di grecale, con mare piatto, ci godiamo 35 miglia di puro divertimento a bordo del Daydreamer. Andature al gran lasco e poppa ci costringono a regolare le vele a farfalla, invertendo spesso i lati di randa e fiocco: la maniglia elettrica Ewincher si dimostra miracolosa per la velocità e la forza di tiro delle scotte. Facciamo rotta su San Vito lo Capo, cittadina adagiata su una spiaggia sabbiosa, antico borgo di pescatori prima del recente sviluppo turistico e nota per il festival del couscous. Trascorriamo qui la notte in rada, in attesa di salpare per la lunga traversata verso la Sardegna.
Didascalie:
La riserva di Capo Gallo – San Vito lo Capo – Il Daydreamer naviga sotto la montagna di Capo San Vito – Delfini a prua
Giorno 23 – San Vito lo Capo – Villasimius
Lasciamo la grande baia di San Vito lo Capo alle 9 del mattino, abbiamo pianificato accuratamente rotta ed orari in base alle condizioni meteo che troveremo. Appena girato il capo con lo slanciato faro bianco, impostiamo la rotta su 284, ci aspettano 163 miglia di mare aperto. Il vento da sud gira intorno ai 18-25 nodi, riusciamo a tenere una buona prora ed una velocità niente male tra i 6,5 e i 9 nodi, speriamo continui così! Dopo 3 ore siamo ancora in bolina larga, nelle stesse condizioni: non pare vero… anche se il mare al traverso sta salendo ed onde gonfie e lunghe ci sfilano sotto la carena. Vento e mare rinforzano, tra bolina larga e traverso, decidiamo di ridurre un po’ di tela per navigare più confortevoli, la velocità è sostenuta, intorno agli 8 o 9 nodi, uno spettacolo! Giunge la notte, come da previsioni vento e mare calano magicamente, si prosegue più lentamente e in piena sicurezza: life line, giubbetti gonfiabili e ombelicali, binocolo, luce frontale, scarpe Lizard ai piedi e un giubbotto leggero. In piena notte accendiamo il motore per caricare le batterie e per dare un po’ di spinta alla nostra velocità. Nuvoloso, notte scura e senza luna, senza colori il tramonto e l’alba, peccato perdersi le stelle. Verso le 6, il previsto vento da est sale rapidamente fino ad oltre 20 nodi: arriviamo a Villasimius quasi volando attraverso lo stretto tra Capo Carbonara e Isola dei Cavoli: 24 ore esatte, niente male!
Didascalie:
Il faro di San Vito lo Capo – Il Daydreamer in navigazione – Il Daydreamer nello stretto tra Capo Carbonara e Isola dei Cavoli – Isola dei Cavoli – Capo Carbonara.
Giorni 24 e 25 – villasimius
Giornate dedicate interamente alla stesura di redazionali, a test dei prodotti e alle riprese video e fotografiche. Dato che siamo all’ancora a circa 1 miglio dal porto, ne approfittiamo per testare la batteria del fuoribordo elettrico Epropulsion, montato sul nostro tender Selva 320 Vib. Un problema alla luce di fonda in testa d’albero, invece, ci fornisce la scusa per testare la maniglia elettrica Ewincher, che mi solleva senza sforzo fino in cima. Le acque chiare e luminose, la bassa profondità e la sabbia bianca ci permettono di riprendere in video l’ancora Ultra Marine e di testarne le potenzialità. Proviamo anche la tenuta all’acqua dello stivale Spin Lizard immergendolo fino al bordo e constatandone la totale impermeabilità, nonché la capacità antiscivolo della scarpa Crew Lizard.
Didascalie: Alla fonda a Villasimius, il tender é pronto per sbarcare a terra – In testa d’albero del Dadreamer – Tramonto in rada
Giorno 26 – Villasimius – Cala Murtas
Oggi ce la prendiamo comoda, salpiamo da villasimius per fare riprese col drone per il docufilm, un volo e il vento sale oltre il limite di sicurezza. Peccato! L’isola dei Cavoli e Capo Carbonara meritavano viste spettacolari dall’alto. Vento in faccia, nulla da fare con la vela, la randa semplicemente stabilizza. Destinazione Arbatax, ma giunti alla grande baia della spiaggia di Murtas, decidiamo di ancorare per la notte perché il posto è davvero strepitoso.
Didascalie: La torre saracena a Villasimius – Il Daydreamer naviga di fronte a Capo Carbonara – Difronte all’Isola dei Cavoli – Alla fonda a Cala Murtas – Tramonto sulla lunga spiaggia di Murtas
Giorno 27 – Cala Murtas – Cala Coloritza
Ci svegliamo in una calma surreale, il mare é olio, una lieve nebbiolina di umidità avvolge tutto, la luce é tenue. Nuotiamo fino a riva per camminare su una spiaggia completamente deserta lunga chilometri dove la natura ha il sopravvento. É ora di salpare, naturalmente navighiamo solo a motore, il poco vento é di bolina. Ci sfila una costa a tratti altissima a falesie, a tratti con spiagge bianchissime fino ad Arbatax, dove il capo con un faro nasconde le strutture portuali che deturpano il paesaggio. Da qui in poi, la costa sale sempre più fino a formare vere scogliere a picco in calcare policromo. Capo Monte Santo rappresenta la porta al famoso golfo di Orosei, dove domani visiteremo le spiagge e baie più famose della Sardegna, come Cala Luna con le sue grotte. Decidiamo di passare la tranquilla notte alla fonda prima di Cala, sotto uno strapiombo inquietante di roccia. Una grotticella si lascia visitare e con il tender andiamo alla scoperta delle sue azzurre rifrazioni.
Didascalie: Cala Murtas – Capo Bellavista di Arbatax – Falesia di Capo Monte Santu – Falesie di Cala Coloritza
Giorno 28 – Cala Coloritza – Isola Ruja
Ore 7.00: riprese con il drone alle incredibili falesie a picco sul mare che caratterizzano un po’ tutta la costiera fino a Cala di Luna. Salpiamo lasciando scorrere scogliere e baie come in un film: Cala degli Innamorati, Cala Piscina di Venere, Cala Biriola, Cala Sisine e, finalmente, Cala di Luna. Arriviamo prima delle 10, poca gente, poche barche, un sogno. Ore 10.30 arrivano tutti insieme 6 barconi turistici che scaricano sulla spiaggia orde di persone desiderose di conquistarsi un posto al sole. Ce ne andiamo. Tagliamo il Golfo di Orosei saltando Cala Gonone con il suo porticciolo, preferiamo raggiungere Isola Ruja con la gigantesca spiaggia delle dune, dove trascorreremo la notte al riparo dall’ondina da est. Aperitivo al tramonto all’ostricheria Il Moletto, sulla spiaggia.
Didascalie: I pinnacoli e la costiera di Cala Coloritza – Cala di Luna
Giorno 29 – Isola Ruja – Capo Coda Cavallo
La calda luce del mattino presto illumina l’Isola Ruja e le sue rocce vermiglie in contrasto con il turchese acceso dei bassi fondali, il vento è assente, ci portiamo a casa alcune riprese con il drone. Sale la termica, debole ma con una direzione a noi favorevole; oggi le poco più di 20 miglia da percorrere le navigheremo a vela. Armato il gennaker riusciamo a navigare a più di 6 nodi in completa rilassatezza. Arriviamo a Capo Coda Cavallo, le Isole di Mortorio e Tavolara fanno da sfondo. La grande e meravigliosa baia é zeppa di imbarcazioni alla fonda: non siamo stati gli unici ad individuare questo luogo come ideale per passare la notte con onda da est. Troviamo il nostro posto. Tramonto.
Didascalie: Il Daydreamer sotto gennaker – Tramonto in rada
Giorno 30 – Capo Coda Cavallo – Porto Pozzo
Si preannuncia forte vento di maestrale dal primo pomeriggio, così salpiamo all’alba diretti a Porto Pozzo, porticciolo ben protetto, dove cercheremo di risolvere anche un problema al sistema idraulico del Daydreamer, con l’aiuto del fidato Ugo Soldi di Continental Marine, naturalmente. Piacevole serata intorno ad un tavolo con un buon bicchiere e dolcetti sardi.
Didascalie: Il Daydreamer all’alba é l’isola Tavolara – Sole sorge da Tavolara – Capo Figari – Capo Ferro – Punta Sardegna
Giorno 31 e 32 – Porto Pozzo
Il maestrale ci costringe ad una sosta prolungata in questo porticciolo direi piuttosto ruspante, quasi caraibico, ma molto ben organizzato e gestito. Ne approfittiamo per continuare la stesura dei redazionali e delle prove delle attrezzature, come la cartografia Raymarine Lighthouse e il verricello salpa ancora Quick Rider 3.
Didascalie: La baia di Porto Pozzo dal porticciolo – Il Lounge Bar Restourant Sintonia
Giorno 33 – Porto Pozzo – Golfo di Sant’Manza.
Il maestrale, anche se diminuito molto, continua ad essere piuttosto forte, con raffiche oltre i 30 nodi. Decidiamo di salpare comunque, due giorni in porto sono già troppi. Attendiamo che le raffiche scemino un poco e lasciamo l’ormeggio, siamo di nuovo in navigazione finalmente. Un fazzoletto di randa e poco più di genoa e facciamo 7 nodi. Usciamo dal golfo e il mare è ancora spianato dal vento e protetto dalla costa, ma appena entriamo nelle Bocche di Bonifacio la faccenda si fa più seria. Il maestrale lontano gonfia onde da 3 metri, cui si aggiungono altre da vento di almeno un metro che al traverso non ci danno troppo fastidio; superiamo gli otto nodi e mezzo e poco dopo siamo già al riparo dell’isola di Cavallo, mezz’ora e giriamo il capo di Santa Manza, un puro divertimento.
Didascalie: In navigazione lungo l’isola Cavallo – Il Daydreamer all’ancora a Sant’Manza – La spiaggia e le scogliere di Sant’Manza.
Giorno 34 – Corsica – Sant’Manza – Golfo di Rondinara
Giornata trascorsa su acque turchesi, tra la baia di Sant’Manza e quella di Rondinara, caratteristica per la sua forma semicircolare quasi perfetta, orlata da una spiaggia bianchissima. Entrando, dobbiamo tener conto del bassofondo allineato con la punta nord e ci ancoriamo davanti alla spiaggia. Naturalmente in stagione la baia ė piuttosto affollata, ma questo non ci impedisce di goderci comunque il panorama.
Didascalie: Capo Bianco nel Golfo di Sant’Manza – Daydreamer alla fonda a Sant’Manza – Due vedute della magica baia di Rondinara.
Giorno 35 – Rondinara – Pinarellu
Lasciamo Rondinara di buon mattino per Porto Vecchio. Come si entra nel fiordo, si vede sullo sfondo il paese arroccato sulla collina. Buttiamo l’ancora in rada per una visita alla città vecchia: fondata dai genovesi nel 1539, è una cittadella con case e vicoli in porfido, circondata da bastioni, oggi piena di negozietti e locali caratteristici. Riprendiamo il mare per raggiungere la grande baia di Pinarellu e goderci un bagno al tramonto. Serata al baretto sulla spiaggia con salumi e formaggi locali e… musica corsa.
Didascalie: La baia di Rondinara – Punta di a Chiappa – Ile de Pinarellu – La Rondinara dal cielo – Il daydreamer naviga verso Porto Vecchio
Giorni 36 e 37 – Pinarellu – Varazze
Ore 7.30, si salpa per una navigazione verso nord che ci porterà alla destinazione finale, Varazze. Il vento é moderato, al traverso, riusciamo a veleggiare intorno ai 6/7 nodi e senza onda, cosa chiedere di più? Dopo 72 miglia, alla fine con un po’ d’onda di prua, arriviamo nella baia di Marine de Pietracorbara, giusto per un bagno rinfrescante ed un aperitivo sulla spiaggia e via, siamo di nuovo in mare. Le condizioni meteo sono in evoluzione, decidiamo che la scelta migliore è traversare subito. Notte meravigliosa di luna piena passata a veleggiare fra i 7 e gli 8 nodi. Poi il vento molla e le ultime 35 miglia sono a motore, percorse sotto un cielo nuvoloso e minaccioso che riporta alla realtà del rientro.
Didascalie: Alba al largo di Pinarellu – Il Daydreamer all’alba – Marine de Pietracorbara – Superluna piena in traversata – Schermata del Raymarine Axiom 9 Plus dell’arrivo – Schermata dell’AIS
Continua …
Mille miglia in Tirreno, si ripete anche quest’anno la crociera tecnica del Daydreamer, la barca laboratorio di The International Yachting Media. Una sesta edizione che vedrà impegnato l’equipaggio del Daydreamer intento nei numerosi test di svariate strumentazioni di bordo, provate bene con l’occhio clinico dei navigatori esperti. Ancore, cartografia, valvole, accessori nautici a tanto altro, saranno tutti installati durante la crociera e sottoposti a un uso intensivo e non manutenuti appositamente, proprio per verificarne la tenuta anche in condizioni proibitive.
Fra le tappe d’obbligo l’Arcipelago toscano, le Flegree, dieci in totale le incantevoli isole su cui si poggeranno gli occhi dell’equipaggio di The International Yachting Media. Navigare poi e navigare, almeno un centinaio e passa di miglia di vela per toccare l’arcipelago dell’Eolie con i suoi sbuffi vulcanici che si posano sul mare blu; traversando verso Occidente fin sulle Egadi e poi via si continua a riguadagnare il Nord verso le coste meridionali della Sardegna. I fari che s’illuminano come enormi candele bianche, tanti ancoraggi da scoprire, per in seguito timonare sul porto antico di Bonifacio. Corsica: i croissant al burro e i bonjour gentili saranno un ricordo meraviglioso quando il Daydreamer approderà di nuovo al suo porto d’ormeggio abituale sul ciglio della profumata terra ligure.
Tante le sorprese che la Mille Miglia in Tirreno ci riserverà e che saranno svelate in un work in progress con cui terremo aggiornati, come in un diario di bordo aperto, i lettori. Perché è la vera esperienza in mare che conta di più, insieme con l’immensità delle vele che ci spinge lontano a scoprire quella curiosità che si riserva con orgoglio soltanto alle superfici degli abissi. Un solo obiettivo, quello di raccontarVi al meglio la passione condivisa per il mare. Stay tuned!
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Buon mare Martino!!!
Bellissimo ed emozionante! Mi sogno di essere lì con voi! Bravi!
Siete bravissimi,bravi navigati e bravissimi reporter,buon vento,ciao Francesco
Quanta invidia. Per di più ora sono a Milano ,temporaneamente
Se ti serve un mozzo più bravo in cambusa che alle vele fammi un fischio.... Prevalentemente cucina barese! Complimenti comandante!!