Monaco Energy Boat Challenge conferma l’avanguardia nautica del Principato

Il Principato di Monaco si conferma protagonista assoluto della rivoluzione della nautica. È la consapevolezza con cui si chiude la nona edizione della Monaco Energy Boat Challenge, l’evento dedicato all’innovazione e alla sostenibilità della nautica organizzato dallo Yacht Club di Monaco che la redazione di Tuttobarche ha seguito dal 4 al 7 luglio scorsi. Il ricco calendario di tavole rotonde e workshop, che hanno coinvolto centinaia di ingegneri provenienti da oltre venti paesi del globo, ha analizzato ogni aspetto relativo ai sistemi di propulsione alternativa per le imbarcazioni, dall’eolico alle batterie, dall’idrogeno al solare, soffermandosi sulle potenzialità e sui problemi dell’energia pulita applicata alla nautica. Inoltre, le numerose regate e competizioni sono state occasione per applicare le innovazioni e valutarne l’efficacia sul campo, al fine di dimostrare che i temi della Monaco Energy Boat Challenge non erano discorsi campati per aria e riguardanti un futuro remoto, bensì tecnologie già oggi esistenti ed efficienti, che possono e devono essere commercializzate affinché anche la nautica contribuisca ad abbattere le emissioni inquinanti in questo momento di grave crisi climatica.

«Se Monaco vuole posizionarsi all’avanguardia nello yachting, il Principato deve sostenerne la trasformazione. È unendo i nostri sforzi e condividendo i progressi tecnologici che raggiungeremo il nostro obiettivo», ha affermato il principe Alberto II, presidente dello Yacht Club di Monaco, sottolineando il valore della Monaco Energy Boat Challenge nel creare sinergie fra ingegneri, progettisti e costruttori di tutto il pianeta. L’evento, d’altronde, rientra sotto il più ampio cappello di “Monaco, Capital of Advanced Yachting“, il progetto avviato dallo Yacht Club di Monaco per consolidare la posizione del Principato come centro di eccellenza internazionale della nautica a impatto zero.

Anche il vicepresidente dello Yacht Club di Monaco Pierre Casiraghi, velista e fondatore del Team Malizia, ha ricordato l’importanza di ospitare questo tipo di meeting a Monaco come «essenziale per il futuro dello yachting, in quanto permette a tutti noi di svilupparsi e scambiare idee». Un sentimento condiviso dal segretario generale dello Yacht Club di Monaco Bernard d’Alessandri: «Il Monaco Energy Boat Challenge è un’opportunità piuttosto rara, in quanto riunisce professionisti e studenti di ingegneria di tutto il mondo. Si tratta senza dubbio di uno dei modi migliori per contribuire all’imminente transizione energetica. Monaco è sempre stata una mecca dello yachting, perciò abbiamo la responsabilità di tendere a un approccio più eco-responsabile: per il nostro pianeta, per gli oceani e per le nuove generazioni».

Le presenze internazionali

38 squadre di 27 università provenienti da 21 nazioni, suddivise in tre categorie (Solar, Energy e Open Sea Class), hanno partecipato alla Monaco Energy Boat Challenge. Tra questi si segnala il nuovo arrivo del team indiano “Sea Sakhti” dal Kumaraguru College of Technology, supportati dal velista indiano Abhilash Tomy: «Sono così orgoglioso di vedere il mio paese rappresentato a questo incontro. L’India sostiene le nuove fonti di energia, in particolare legate alla mobilità. Molte iniziative relative all’energia pulita si concentrano sull’industria automobilistica, ma non ancora nel settore della nautica da diporto. Perciò spero che gli studenti tornino in India con la testa piena di idee, perché per esempio, almeno il 10% dei pescherecci in India potrebbe utilizzare la propulsione elettrica, per esempio».

Oltre al team “Sea Sakhti”, che ha rappresentato la prima volta assoluta in cui l’India ha preso parte a un evento internazionale di nautica, erano presenti ingegneri e studenti anche da Perù, Grecia, Cina, Indonesia e Canada, ognuno determinato a presentare la propria soluzione e il proprio prototipo. Tutti hanno avuto la possibilità di competere l’uno contro l’altro in mare e condividere le conoscenze ogni giorno ai vari talk in programma.

I team premiati alla Monaco Energy Boat Challenge 2022

Tre erano le competizioni della nona Monaco Energy Boat Challenge: “Solar Class” (una sfida tra imbarcazioni alimentate a energia solare), “Energy Class” (una competizione in cui lo Yacht Club di Monaco ha fornito lo stesso scafo a tutti i team iscritti, sfidando i giovani ingegneri, in collaborazione con i costruttori partner, a progettare la cabina di pilotaggio e il sistema di propulsione più efficiente e durevole, utilizzando solo fonti di energia a zero emissioni) e “Open Sea Class” (una gara aperta riservata alle barche con motore elettrico già terminate di costruire e in procinto di entrare nel mercato, consistente in una prova di resistenza pensata per mettere in risalto l’autonomia delle barche alimentate da una motorizzazione elettrica, facendole gareggiare lungo un percorso di circa 30 chilometri da Ventimiglia a Monaco).

L’Italia ha trionfato nella “Energy Class” con il team UniBoat, mentre nella “Solar Class” l’olandese Sunflare Solar Team ha bissato la vittoria del 2021. Infine, la “Open Sea Class” ha visto trionfare la Gran Bretagna con il team Vita Lion. Per quanto riguarda il “Premio per l’Innovazione“, infine, questo è andato al team portoghese Técnico Solar Boat. Queste le motivazioni espresse dal presidente della giuria internazionale Jérémie Lagarrigue, CEO di EODev: «Come risultato del lavoro sull’idrogeno, abbiamo assistito a vere innovazioni in questo campo, in particolare con Técnico Solar Boat che ha sviluppato un sistema per deumidificare l’idrogeno e i gas che passano attraverso la cella a combustibile. Altre innovazioni sorprendenti mettono in evidenza l’eco-design utilizzando bambù, fibra di lino e PET riciclato su motori ricchi di tecnologia. Gli studenti stanno quindi sviluppando le competenze necessarie per la nautica da diporto di domani con analisi del ciclo di vita che guideranno la progettazione delle future navi».

Molti altri sono stati i riconoscimenti rilasciati alla Monaco Energy Boat Challenge, riassunti nella seguente infografica.

Uno sguardo all’idrogeno nella nautica

Molto interessanti sono state anche le conferenze e i talk tenutisi alla Monaco Energy Boat Challenge 2022. Oltre alla tavola rotonda sulla “Transizione energetica nello yachting”, di cui abbiamo già offerto un resoconto nel nostro precedente articolo, assai stimolante è stata la terza edizione del meeting del Monaco Hydrogen Working Group, dal titolo “Sbloccare le barriere all’idrogeno nel settore marittimo: regolamenti portuali e fattibilità economica dei progetti“, durante il quale quindici relatori si sono riuniti per fare il punto sui progressi nel settore dell’idrogeno, la sua regolamentazione e la sua economia.

«Il trasporto marittimo rappresenta dal 2 al 3% delle emissioni globali di CO2 e sono previste diverse strade per decarbonizzarlo», ha esordito Anne-Marie Perez, direttrice generale del Capenergies Cluster. «Abbiamo soluzioni a base di idrogeno con diversi vettori: idrogeno gassoso, e-metano, metanolo in forma liquida e persino ammoniaca. L’Europa ha anche recentemente allentato i criteri di correlazione tra produzione di elettricità e idrogeno senza emissioni di carbonio: è un passo nella giusta direzione per la produzione di idrogeno privo di carbonio, poiché i progetti verranno sviluppati più rapidamente e facilmente. D’altra parte, però, le normative per i porti non sono realmente in vigore e questa situazione deve essere migliorata».

Per quanto riguarda l’implementazione di progetti, le discussioni sulla costruzione di modelli di business stanno andando bene: «Monaco e le città vicine sono tra le destinazioni che potrebbero vedere l’installazione di stazioni di idrogeno», ha detto Adrien Zanoto, amministratore delegato della Hydrogen Infrastructure di Hype. E vista la crescente domanda, ci sono strade che potrebbero diventare realtà: «Al momento circa 800 armatori stanno aspettando di passare alle soluzioni a idrogeno. Ma ciò che frena la firma finale sugli ordini è la possibilità di ottenere forniture», ha spiegato Jérémie Lagarrigue, CEO di EODev. «L’infrastruttura è quindi fondamentale se si vuole espandere questo ecosistema, in particolare per quanto riguarda la consegna. Abbiamo proposto una stazione galleggiante e presto annunceremo una struttura che sarà in grado di immagazzinare idrogeno a quasi 700 bar, con cui saremo in grado di collegare i nostri generatori, produrre elettricità e dare una spinta all’idrogeno nella nautica». Sebbene la strada possa sembrare avviata, ha però avvisato Maud Augeai di Lhyfe, «molte tecnologie esistono già e sono sul mercato, ma ora dobbiamo passare alla fase di industrializzazione». Per concludere, ha detto infine Ivan Pavlovic, direttore esecutivo ed esperto di transizione energetica in Natixis, «l’idrogeno è giustamente considerato un pilastro della transizione energetica nella nautica, ma è ancora in gran parte nella fase di maturazione. Le sfide oggi sono duplici: dobbiamo promuoverne l’uso in quei primi segmenti dell’economia ammissibili e lavorare per abbattere i costi, che sono ancora troppo elevati».

Redazione


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