Il CONI conferisce all’equipaggio del Moro di Venezia la Medaglia d’Oro al Valore Atletico.
Il 30 aprile del 1992 un team stellare scolpiva i propri nomi nella storia della vela mondiale, battendo 5 a 3 Team New Zeland ed entrando di diritto nella finale dell’America’s Cup. Era l’equipaggio del Moro di Venezia che, primo equipaggio italiano e non anglofono, in 141 anni di storia conquista il diritto di sfidare il defender della competizione velica più prestigiosa del mondo.
Un risultato straordinario che oggi, più di trent’anni dopo, viene riconosciuto dal CONI che assegna la medaglia d’oro al valore atletico a quel gruppo di uomini che hanno reso possibile non solo quell’impresa ma che, da quel momento in poi, ha rappresentato l’icona della vela italiana nel mondo, dando nuovi stimoli allo sviluppo di uno sport meraviglioso.
Un atto dovuto che, a mio personale parere, doveva arrivare molti, moltissimi anni fa. D’altro canto quest’onorificenza, che risale al 1933, veniva concessa per “esaltare i vincitori di competizioni sportive e per suscitare lo spirito di emulazione”, appare quindi evidente come avrebbe avuto certamente maggior significato se conferita anni fa.
Per fortuna la vela italiana, nonostante la solita penosa politica delle associazioni sportive italiane, ha preso comunque esempio da questi campioni ed ha continuato a distinguersi a livello internazionale grazie al sacrificio e alla passione di sponsor e armatori illuminati.
Armatori e sponsor illuminati come, impossibile ricordarlo senza emozionarsi, Raul Gardini che grazie al successo del suo Moro di Venezia, ha aumentato immediatamente ed indelebilmente l’interesse per la vela, inspirando cosi tutte le generazioni successive di sportivi e di velisti.
“Il Moro di Venezia è rimasto nella memoria del Paese certamente perché ha rappresentato una sfida innovativa, tecnologica e sportiva, ma soprattutto per l’aspetto umano che voi ragazzi avete trasmesso all’epoca e all’empatia generata con i tifosi – sottolinea Ivan Gardini, l’ospite d’onore, rivolgendosi all’equipaggio – Tutto questo è riconosciuto ancora oggi dopo oltre 30 anni. Mio padre sarebbe stato sicuramente felice di questo e onorato di condividere con il suo equipaggio questo importante riconoscimento.”
“insieme ai due miei successi olimpici, la partecipazione alla sfida de “Il Moro di Venezia”, rappresenta una delle più belle pagine dei miei ricordi umani e sportivi – Dichiara a nome di tutto l’equipaggio Davide Tizzano, due ori olimpici nel cannotaggio e grinder a bordo del Moro di Venezia – Ho avuto l’onore di conoscere un grande uomo e armatore, Raul Gardini e ho avuto il privilegio di aver regatato con un gruppo di atleti e velisti di altissimo livello. Questo per me è il valore più importante. Il Moro di Venezia ha rappresentato l’innovazione. È stato uno dei primi team velici capace di essere veloce in acqua, ma anche di sapere realizzare grandi traguardi, andando oltre le frontiere tecnologiche e mi riferisco alle prime vele di carbonio. “Il Moro” ha rappresentato e resterà per sempre una tappa fondamentale nella storia della vela italiana. Complimenti a tutto l’equipaggio che si vede riconoscere la Medaglia “
“Professionalmente è stato come prendere una laurea, anche con un voto altissimo, una specie di laurea collettiva che ha qualificato ad alto livello un folto gruppo di persone, successivamente sempre rimaste in contatto, anche a livello lavorativo grazie a un’intesa incredibile mai venuta meno, le stessa che senza neanche più parlare ci faceva fare qualsiasi tipo di manovra a bordo – racconta Max Procopio, grinder del Moro di Venezia ed icona della comunicazione nautica italiana – Dal punto di vista umano un’esperienza indelebile che ha letteralmente cementato i nostri rapporti personali per sempre. E tutto questo è successo grazie Raul Gardini, al suo carisma e al suo sguardo sempre rivolto oltre l’orizzonte”.
L’equipaggio del Moro di Venezia
Gabriele Bassetti Graziano Bellomo, Lars Borgstrom, Paolo Bottari, Daniele Bresciano, Carlo Castellano, Paul Cayard, Tommaso Chieffi, Enrico Chieffi, Duilio Coletti, Marco Cornacchia, Luca Dignani, Alberto Fantini, Massimo Galli, Gianluca Lamaro, Vittorio Landolfi, Andrea Madaffari, Roberto Martinez, Sergio Mauro, Lorenzo Mazza, Andrea Merani, Andrea Mura, Tiziano Nava, Alessio Pratesi, Massimo Procopio, Francesco Rapetti, Marco Schiavuta, Sandro Spaziani, Davide Tizzano, Ulisse Vicinanza, Guido Antar Vigna.
E per chi, come me, avesse voglia di commuoversi un po’ per ricordare che grande uomo e grande equipaggio abbiamo avuto la fortuna di avere, ecco qui un paio di video dell’epoca, messi a disposizione dalla Fondazione Raul Gardini, che meglio di ogni altra cosa sono in grado di far comprendere la portata dell’impresa, anche ai più giovani.