Finalmente ci sono riusciti: la famiglia Gandini oggi ha un Mylius tutto per sé.
Questa è una notizia paradossale, se si pensa che la famiglia Gandini altro non è che il cantiere Mylius produttore delle prestigiose barche a vela da crociera veloce.
Interamente realizzate in carbonio, orgogliosamente made in Podenzano, Piacenza, e orgogliosamente vendute quasi tutte in Italia malgrado le congiunture di mercato.
Ci avevano provato altre volte, i Gandini, ma ogni volta che progettavano una barca nuova pensando di tenerla per sé, trovavano qualcuno interessato a comprarla.
Però questa volta hanno deciso: questa è la loro barca. E così questa volta hanno fatto le cose in grande: ottanta piedi, per la precisione. Sarà la barca più grande esposta al Salone nautico a Genova, e anche a Cannes riesce a farsi notare subito.
Non solo per l’area della coperta e le linee della tuga, con il gusto per il design tipico del family feeling Mylius, ma anche per la linea decisamente leggera e veloce che racconta la passione per le regate di Luciano Gandini e della sua famiglia.
Il primo Mylius 80 flush deck costruito a Podenzano è armato con albero ad alto modulo, randa square top, sartiame in carbonio e con un doppio paterazzo che sintetizza perfettamente l’antica efficienza delle volanti coniugandola con la filosofia “easy sailing” del cantiere.
Tecnologia, semplicità e bellezza sono ovunque: dal tavolo della dinette realizzato in carbonio per diminuirne il peso, alla cucina a ferro di cavallo posizionata a poppa, essenzialissima ma dotata di tutti i comfort.
Nel lato destro di poppa è stato dato maggiore spazio a cabina e bagno per l’equipaggio: un equipaggio molto amato, evidentemente, dato che la cabina non ha niente da invidiare a quelle per gli ospiti.
Paglioli e stipetti sono tutti in teak, il cui contrasto con il bianco degli interni e i numerosi dettagli lasciati in carbonio a vista, lucidissimo, fornisce un effetto di grande eleganza insieme a un’impressione di spazio e luminosità.
Le paratie divisorie delle altre due cabine per gli ospiti sono strutturali e perciò stampate nel carbonio insieme allo scafo. Tinte di bianco e dotate di bagno e porte scorrevoli, sono separate tra loro da un corridoio ampio e comodo che, con il piede d’albero che sembra quasi una scultura, porta fino a prua attraversando la cabina armatoriale.
Anche la cabina armatoriale, infatti, è divisa da un largo spazio tra i due letti simmetrici a una piazza e mezza e chiusa a prua da una doccia illuminata con i colori della cromoterapia. Oltre la doccia, accessibile dall’esterno, la cala vele.
Questo ampio passaggio tra i due letti è dovuto al fatto che la cabina viene usata in regata per ammainare le vele di prua: il Mylius 80 ha due giochi di vele, uno da crociera veloce (o da regata minore) e uno da regata più agguerrita con gennaker A0, spi asimmetrico e spinnaker simmetrico con tangone.
Su una barca così elegante e ricercata, lì per lì fa un po’ impressione un uso tanto disinvolto degli spazi armatoriali, solitamente off limits per ospiti ed equipaggio.
Ma poi, basta guardare gli occhi di Valentina Gandini che si illuminano mentre mima istintivamente il gesto dell’ammainata, per capire che cosa sia la passione.
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