On Test. Mylius Yachts 65 FD, la barca che fabbrica il vento

Ci avviciniamo a Oscar 3, il nuovo Mylius 65 FD, filando veloci su un gommone che ci accompagna a bordo attraversando uno specchio di mare piatto e senza increspature, di fronte al porto di Cala de Medici.

Lo scafo sembra solo leggermente poggiato sull’acqua, fermo, inanimato nella totale assenza d’aria. Arrivati sottobordo la barca appare imponente, molto di più di quanto non lo sia in effetti e di quanto non ci trasmetta una volta in coperta. La bonaccia incupisce tutti. La voglia di fare il primo test in mare di questa barca è tanta e le aspettative alte per tutti. Poi, dopo qualche ora di attesa, qualcosa finalmente cambia: intorno alle 13 inizia a soffiare la termica  rinfrescata da un leggero ovest nel pomeriggio. Molto leggero. Ma sufficiente  a regalarci la gioia di correre più veloci del vento.

 

La barca

Il Mylius 65 non è un progetto inedito. Ma il modello su cui ci troviamo accoglie innovazioni di una tale portatata da renderlo completamente nuovo. Lungo oltre 20 metri e largo più di 5, è stato realizzato tutto in carbonio. Ne consegue un dislocamento leggero, poco oltre le 20 tonnellate, che colloca la barca fra le più leggere della sua categoria.

In questa scelta – che trova un coerente riscontro in molte altre, dalle attrezzature di coperta  fino alla realizzazione degli interni in eucalipto affumicato e rovere sbiancato – si cela una precisa volontà dell’armatore colta dal cantiere, quella cioè di realizzare un vero fast cruiser-racer attrezzato per la crociera ma sostanzialmente pronto per regatare.

Il progetto è firmato, come nel caso di tutti i Mylius, dall’architetto Alberto Simeone che ha imposto una profonda evoluzione rispetto alle carene dei precedenti 60 e 65 piedi. A partire da una maggiore larghezza dell’opera viva, con un baglio massimo molto arretrato. Gli obiettivi sono quelli di avere una maggiore stabilità di forma, buone performance nelle andature portanti e stabilità di rotta alle alte velocità. Maggiore anche la lunghezza al galleggiamento e, grazie al minore peso, migliorato il rapporto fra dislocamento e superficie velica. Un mix di novità che si traducono, in migliori prestazioni.

Per quanto riguarda la costruzione, la barca è interamente realizzata in sandwich di fibre di carbonio con anima in PVC a parte alcune zone di rinforzo che sono laminate in solido. Anche il timone ha l’asse in laminato solido in carbonio mentre la pala è in sandwich di carbonio.

Coperta e attrezzature

La coperta flush deck, a parte le differenze sul piano dell’organizzazione, porta con se il marchio di fabbrica  Mylius. Estremamente pulita, tutte le manovre passano sotto traccia, restituendo sul piano estetico una gradevole superficie interamente coperta di teak e garantendo a ospiti e equipaggio una totale liberta di movimento.

In pozzetto, le dimensioni inducono un inebriante senso di libertà. Tutto sembra possibile, anche grazie alla collocazione delle manovre che consentono di intervenire ad una sola persona se si tratta di una tranquilla crociera.

Il winch che governa la scotta della randa è stato collocato in posizione centrale, montato su una colonnina cui arrivano le due scotte del circuito alla tedesca. Alla sua pruavia, un lungo ed efficacissimo trasto, completamente recessato, segna la ideale separazione fra la zona manovre del pozzetto e quella dedicata agli ospiti.

Altri quattro winch, anche questi elettrici come quello centrale,  sono collocati, due per lato, sulla parte poppiera delle panche. I due più esterni servono le scotte delle vele di prua le cui scotte sono prive di rotaie che, nel caso di un armo da regata, sono sostituite da un sistema di barber volanti. In crociera invece, il fiocco autovirante scorre sulla rotaia a pruavia dell’albero.

Nel caso in cui si utilizzino gennaker, Code 0  o altre vele di prua assimmetriche, la mura si trova su una delfiniera che funge anche da supporto per l’ancora.

Le postazioni del timoniere sono attrezzate con una consolle che permette il governo di tutte le attrezzature di bordo

Interni

Quando si parla di interni in relazione a barche di questo genere, nulla è considerabile di serie. Il livello di personalizzazione è massimo per quanto riguarda spazi, materiali, attrezzature. Detto questo, ci sono due considerazioni generali da fare intorno agli interni di Oscar 3. La prima, è che stiamo parlando di un cantiere che ha impresso alle sue barche una personalità fortissima, che permea e caratterizza ogni tipo di personalizzazione. La seconda è che l’armatore di Oscar 3, Aldo Parisotto, architetto con una larga esperienza come interior design, respira aria Mylius da molto tempo, essendo stato armatore di un 50 piedi. La contaminazione che è nata fra desideri ed esperienze dell’armatore con quelle del cantiere, ha generato una barca con molte innovazioni sul piano del layout e materiali, senza stravolgere la fisionomia Mylius.

 

Il quadrato si presenta come un grande open space molto luminoso grazie alle vetrate che corrono sulla tuga. La sensazione, scendendo sottocoperta è quasi di smarrimento, viste le dimensioni, soprattutto in navigazione con barca sbandata. In realtà, il senso di dispersione si esaurisce in pochi secondi grazie a una intelligente disposizione di tientibene che garantiscono uno spostamento in sicurezza per tutta la barca.

 

 

La zona armatoriale a prua è divisa dal quadrato attraverso una porta scorrevole in carbonio oltre la quale si apre un ambiente ampio e molto armonioso, disegnato davvero intorno alle esigenze e gusti di armatrice e armatore. Un corridoio rivestito in pelle conduce alla cabina fornita di due zone bagno divise fra locale doccia e servizi. Una grande cabina armadio garantisce volumi di stivaggio enormi.

 

Due cabine ospiti gemelle si trovano all’estrema poppa, mentre una cabina equipaggio, con due letti sovrapposti, si trova subito prima del carteggio a dritta. Sulla murata opposta troviamo la cucina (si fa prima a dire cosa manchi piuttosto che ad elencare gli utensili di cui è fornita) il cui pezzo di pregio, per chi ama davvero navigare, è un piano di lavoro degno della cucina di un ristorante.

Prova in mare

Dopo un paio d’ore in cui nulla sembra possa accadere, a ovest il mare inizia a mostrare qualche chiazza di blu più intenso. Molto timidamente, una leggera termica inizia ad affacciarsi. Randa piena e Code 0, Oscar 3 inizia a stupire. Con 3,5 nodi di vento e un angolo reale di 95 gradi, la velocità vera della barca è di 4,7 nodi. Controlliamo l’angolo apparente che è di 38 gradi. Una differenza enorme. Oscar 3 ha iniziato a fare il suo lavoro: crearsi vento apparente e produrre velocità, sempre superiore a quella del vento.

Basta un piccolo incremento di termica e la nostra velocità vera supera i cinque nodi. Il Code 0 rimane a riva a lungo e quando l’aria raggiunge i 10-12 nodi di intensità reale la barca vola oltre i 10 nodi di velocità vera con un angolo apparente di 42 gradi. Coperta asciutta, sempre, anche a barca sbandata e contro una piccola onda che viene da lontano. Si chiude il Code 0 e si issa il fiocco autovirante giusto in tempo per assistere a una leggera riduzione del vento. Ma anche in queste condizioni, le prestazioni non cambiano i rapporti non cambiano e la velocità della barca rimane sempre superiore a quella del vento: con 32 gradi di angolo apparente e 7 nodi di vento vero tocchiamo gli 8,3 nodi di velocità.

Le condizioni del mare sono ottimali e nulla possiamo dire circa il passaggio sull’onda. La sensibilità al timone è ovviamente eccellente e le correzioni sono sempre precise e immediate. Le virate strette, anche con pochissima aria, ci permettono di registare un angolo di bolina di 22 gradi con fiocco autovirante, pur sacrificando un po’ di velocità.

L’aria cala definitivamente e diamo motore per rientrare in porto. Con uno Yanmar da 160 cavalli la velocità di crociera sfiora i 10 nodi. Sottocoperta le luci si accendono al minimo, e il calore che emanano gli interni non è solo una questione di temperatura.

Scheda tecnica

Lunghezza ft      20,20 mt

Larghezza            5,25 mt

Pescaggio             3,95 mt

Dislocamento    20,500 kg

Zavorra                 9,300 kg

Cabine                  3+1

Bagni                    3+1

Motore                 Yanmar 160 hp

Gasolio                 900 lt

Acqua                    845 lt

Condizioni della prova

Il test in mare è stato effettuato con 4 – 10 nodi di vento, mare calmo, 8 persone a bordo, serbatoi al 50%

 

Nico Caponetto

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