Il Renier R9 è la più recente messa in pratica dell’intuizione avuta da Luigi Renier, il suo progetto R per rivoluzionare il mondo dei rib di fascia media e alta, stiamo parlando solo in termini di dimensioni e non di contenuti. Nel 2014, grazie alla profonda esperienza acquisita nell’ambito della nautica da diporto, ha deciso di costruire la sua personale sintesi del “gommone” ovvero, quello che oggi è il nuovo motoscafo open: un’imbarcazione comoda, sicura, semplice da gestire per trascorrere piacevoli giornate a diretto contatto con il mare.
A mettere su carta l’idea sono stati chiamati due pesi massimi dello yacht design italiano Benedetto Inzerillo ed Attilio Albeggiani anime e creatori dello studio Inzerillo e Albeggiani, da decenni attivo nella progettazione di unità vela e a motore. Il disegno del Renier R9 è stato sviluppato in cad di ultima generazione così da ottimizzare tutti gli aspetti dell’imbarcazione, dall’architettura navale all’ergonomia di bordo sino alle innovazioni che rendono questo nove metri un battello che fa classe a sé.
L’opera viva dell’R9 è pensata per minimizzare la superficie bagnata, a vantaggio delle prestazione o, se vogliamo, dell’economia di gestione: si sa che se una cosa può andare più forte di un’altra significa anche che può usare meno energia per andare alla stessa velocità.
Dal cantiere fanno notare come durante una prova a mare la versione entrofuoribordo spinta dai 350 cavalli di un Mercruiser 6,2 litri con piede Bravo Three ha navigato a una media di 22 nodi con un consumo di soli 33 litri all’ora.
La materializzazione del modello è avvenuta mediante l’utilizzo di macchine a controllo numerico e curata da operatori specializzati cui ha fatto seguito la costruzione che rimane di impronta artigianale, a favorire la cura del dettaglio e l’attenzione alle finiture. Proprio per massimizzare il risultato che già visivamente è in grado di offrire l’R9 sin dal primo impatto: un mezzo dotato di una sua personalità caratteristica e difficilmente confondibile in cui la linea retta impera, esaltata nel risultato estetico anche dalla spinta dinamica offerta dai tubolari affusolati.
Il risultato è sorprendente anche in termini di fruibilità a bordo. Aree prendisole di dimensioni generose, dove possono sdraiarsi comodamente cinque persone: due a prua e tre a poppa, anzi quattro, se si considera anche quella che può, con agio, sdraiarsi nella piattaforma poppiera della versione con motore entrobordo. Il modello con gruppo propulsivo fuoribordo deve invece rinunciare a una frazione di questo spazio per alloggiarlo, guadagnando, tuttavia, spazio interno di stivaggio. Che in ogni caso non manca, come evidenziano anche i gavoni poppieri che chiudono la plancia di poppa. Durante le soste in rada si beneficia dell’ombra concessa dal bimini a scomparsa, reso possibile da un attento uso dei volumi di bordo, che integrano tanti dettagli in grado di denotare l’attenzione e la competenza dedicate al progetto. Anche nella grande attenzione alla praticità, come per esempio con la vasca porta rifiuti in vetroresina totalmente asportabile per garantire una migliore pulizia e semplicità d’uso.
Come optional è possibile installare un wc marino, ma per un uso familiare o votato al total comfort è un accessorio da non escludere su queste dimensioni di rib. Un lavello è invece inserito nello standup in cui, su richiesta dell’armatore, è possibile avere una vera postazione per la convivialità e la vita a bordo con un un fornello a gas. Frigo a cassetto da 65 litri e tavolo abbattibile in teak sono invece dotazioni standard.
Come si è già detto l’R9 è realizzato con due propulsioni alternative: entrofouoribordo con motori Mercruiser o Volvo Penta, alimentati a diesel o a benzina; fuoribordo, proposto in package con motori Mercury. In entrambi i casi è possibile scegliere tra motorizzazione singola o doppia.
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