A.A.A. Addetto stampa cercasi per Nauticsud 2019 in crescita

E’ l’intitolazione “OLTREMARE” che incuriosisce il visitatore forestiero come me, il quale, nonostante l’imprimatur battesimale, è cresciuto “quasi polenton” e ignorava i fasti di quell’immenso comprensorio napoletano di oltre 70 ettari in cui si è appena svolta la 45° edizione del Nauticsud.

Oggi è stato dimenticato il significato espansionistico e coloniale che all’inizio del 900 s’era attribuito al prefisso “oltre“, che aveva indotto a costruire quell’immenso parco espositivo nel rione di Fuorigrotta di una Napoli che nel 1937 veniva ritenuta il baricentro del “mare“ Mediterraneo.

Potremmo, con uno sforzo di fantasia, attualizzare il significato di quel nome e ipotizzare (con cauto ottimismo) che stiamo andando “oltre” la crisi che ha attanagliato “ il mare” per quasi un decennio.

Dicevo che ha chiuso i battenti la rassegna espositiva che, dal 10 al 18 febbraio, ha ospitato 200 espositori con 800 imbarcazioni disseminate nei 50.000 metri quadrati destinati alle rassegne espositive che si svolgono nella “Mostra d’Oltremare” .
Non sono poche e non è affatto trascurabile il ventaglio delle barche esposte, se si considera che le lunghezze fuori tutto partivano da un paio di metri e superavano i 50 piedi, cioè oltre 15 metri, che è questa una misura abbastanza importante per una rassegna espositiva considerata locale, realizzata a terra e per la maggior parte al coperto.

Diciamolo subito che è stato traumatico lo sconforto dei puri e duri velisti, poiché tutte, proprio tutte le imbarcazioni esposte, erano a motore anche se, ad onor del vero, ho scoperto una sola e una unica piccolissima eccezione, costituita dalla veletta di un elegantissimo optimist realizzato tutto di legno.

Nasometricamente, dopo aver visitato più volte tutti i capannoni, ho concluso che la maggioranza relativa dei mezzi esposti era detenuta dai gommoni. Questa vasta categoria comprende natanti di tutte le misure e per tutti gli usi: dai piccoli tender ai supermotorizzati cabinati che ai lati si confermano ufficialmente essere dei gommoni mentre all’interno sono veri e propri motoscafi.

L’elenco dei marchi e delle ditte presenti al Nauticsud sono una delle poche informazioni che potete trovare sul sito ufficiale di Nauticsud, dove invece non percepirete l’atmosfera di questo salone nautico che, da un anno all’altro – nel 2016 aveva appena 100 espositori – ha raddoppiato il numero degli operatori e ha dichiarato 14.000 presenze solamente nei primi due giorni. E poi com’è andata?
Non si può sapere, anche se sono certo che sarà andato benissimo, perché la grande sorpresa di questo salone per il giornalista consisteva nel non trovare quasi nulla sul sito e, anche girando nella rete non si “àcchia” (voce dialettale che enfatizza il semplice “trova”) una minima parvenza di ufficio stampa che soddisfi la comunicazione con i media. Solo ravanando in facebook ho scoperto alcuni scorci e qualche commento.

Sotto la linea gotica, presentarsi esibendo una tessera, più che altrove, apre ogni porta e spalanca qualsiasi cancello, ma poi ti aspetti di poterti accreditare, di trovare una cartella stampa o, quanto meno, un sito da cui scaricare i dati statistici e le notizie aggiornate con addirittura le foto professionali più significative da lanciare ai quattro venti.

E’ stato scritto, nell’unico testo che è apparso ed è rimasto immutato per dieci giorni, che nei 447 chilometri di costa della Campania, questa regione vanta più di 60 comuni costieri e un cantiere – nominiamolo pure Apreamare – che s’è portato a casa, e quindi ha trasferito anche al Nauticsud, l’European Power Boat of the Year conquistato fuori casa, sul campo non certo facile del più importante salone nautico d’Europa: ciò è avvenuto appena un mese fa a Dusseldorf per il suo splendido Gozzo.

Ispirato da questa immagine sfrecciante fra i flutti, ho incontrato qualcuno che rimpiangeva l’iniziativa del passato in cui il Nauticsud si sdoppiava e alcune imbarcazioni venivano esposte nel loro elemento naturale. Altri invece mi hanno detto, con termini più coloriti, che era stata una “cavolata”, perché il soggetto determinante dell’acquisto (ndr. cioè Lei), dopo aver accondisceso all’idea di acquistare “forse” questo nuovo-costoso-giocattolo e aver accettato di percorrere su è giù chilometri di fiera, intervallati da lunghissime soste per disquisire con gentilissimi venditori se la bestia sia sotto o sia sovra motorizzata: Lei lanciava l’ultimatum delle caviglie gonfie e imponeva lo stop irremovibile.

Quindi trasferirsi al porto non se ne parlava proprio.

A Fuorigrotta, nell’immenso comprensorio della Mostra d’ Oltremare, non manca assolutamente lo spazio e se Apreamare è andato “ncopp’ a Dusseldorf (cioè è risalito fin lassù) dove tutte le imbarcazioni vengono esposte a terra e al coperto, vuol dire che l’affascinante Napoli può fare molto ma molto di più e sono quasi certo che questa rassegna nautica aumenterà ulteriormente la partecipazione catalizzando l’attenzione anche delle barche a vela, di ogni tipo e dimensione, che sono state le grandissime assenti dell’edizione 2018.

Ovviamente AAA cercasi addetto stampa sta per dire a tutti che il Nauticsud è bello, è grande, ed è appena appena “oltre il mare“ cioè verso terra.

Buon vento.

Gennaro Coretti

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