Clubswan 50, da Nautor un dragster one design, con gli interni che non ti aspetti

Il ClubSwan 50 è l’ultimo nato tra i monotipi Nautor. Erede di quella genia iniziata con lo Swan 45 e proseguita con il ClubSwan 42. Molto più estremo nell’aspetto rispetto al resto della produzione di Pietarsaari, è il primo Swan disegnato da Juan Kouyoumdjian, l’autore dei tre Volvo 70 che hanno vinto le tre edizioni della Volvo Ocean Race disputate da queste barche -Groupama 4, Ericsson 4, ABN Amro 1- e del più recente maxi Rambler 88.

La pura rovescia del ClubSwan 50.

Il designer argentino ha modellato una barca che calamita gli sguardi: prua e cavallino rovesci, bompresso fisso, bordi liberi bassi, tuga a cuneo, poppa larga e con sezioni concave all’uscita, doppia pala del timone, pozzetto totalmente aperto ed estremità poppiera della coperta che sembra galleggiare sottilissima sullo specchio di poppa.

“Rispetto ai primi schizzi inviati da Kouyoumdjian dopo i briefing iniziali – ci ha detto Enrico Chieffi, Ceo del cantiere finlandese – abbiamo smorzato molto gli aspetti troppo estremi, ma è rimasta una barca molto veloce e molto facile da utilizzare. Adatta a competere anche nelle regate a rating, ma in grado di trasformarsi in uno yacht da crociera sportiva in equipaggio ridotto”.

Al Boot 2017 di Düsseldorf abbiamo avuto la possibilità di entrarci dentro. Ecco, se fuori è stata vista e ammirata sin dai primi rendering, la parte che è ancora più fuori dagli schemi, eppure elegantissima e in puro stile Nautor, sono gli interni.

Il tavolo da carteggio chiuso.
Il tavolo da carteggio aperto.

L’impressione è di trovarsi in una barca essenziale come un prototipo da regata, ma perfettamente arredata per una crociera confortevole. Minime concessioni al legno, ricordato, più che mostrato, nel motivo a doghe con cui sono caratterizzate tutte le superfici verticali, pur perfettamente bianche. Il colore e il sapore delle essenze naturali è sostituito dalla pelle, anche accoppiata a elementi di carbonio a vista come nella U di rinforzo della tuga, posizionata sotto la base dell’albero che rimane in coperta e non passa in chiglia. Il layout degli interni è unico -si tratta pur sempre di un monotipo: quadrato, due cabine e un bagno. La zona living ha due sedute a C disposte per murata, rivestite di tessuti chiari, con un motivo in contrasto.

La cabina armatoriale.

Per la scelta delle tappezzerie, il cantiere mette a disposizione quattro configurazioni di colori una con il blu navy come elemento cromatico distintivo e la pelle nocciola, le altre con il rosso mattone e pelle nocciola, grigia o marrone scuro. Sono tutte molto “vestivamo alla marinara”, in pieno classicismo nautico, ma assolutamente contemporanee nella riuscita complessiva e inedite su barche di queste dimensioni e con questa finalità di utilizzo.
Di fronte al divano di dritta trova posto il tavolo per sei commensali, mentre a sinistra, la sedute della dinette sotto il pannello elettrico, abbatte lo schienale e diventa tavolo da carteggio. E il trasformismo non si ferma, perché in caso di necessità, gli schienali dei divani si ribaltano verso l’alto e diventano due ulteriori cuccette, portando a otto il numero totale di posti letto.

Il rinforzo della tuga sotto la base dell’albero in coperta. Integrato negli interni è diventato l’elemento che chiude le sedute rivestito in pelle con uuna parte di struttura in carbonio a vista.
Uno stipetto-borsa, la soluzione in tela e pelle che sostituisce gli armadi di bordo.

La cucina è in un locale separato a dritta, a poppavia della discesa, mentre nella stessa posizione sulla sinistra c’è la cabina ospiti.

La cabina armatoriale, che ha un vero letto con tanto di testata, e il bagno sono invece a prua. Nell’essenzailità delle cabine colpisce la soluzione degli stipetti-borse. Al posto degli armadi, nelle due cabine, sono collocati due, verrebbe da dire, bauli verticali in pelle e tela, che si agganciano tramite due cinghie in pelle a un supporto attaccato sulla coperta.
Siamo curiosi di provare in acqua il ClubSwan 50 della Nautor, perché in terra ha già mostrato tante delle qualità capaci di renderlo definitivamente un’icona dello yacht design di inizio XXI secolo.

Giacomo Giulietti

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