Viaggi e destinazioni

Navigare ai Caraibi: guida completa per andare alla scoperta del paradiso della nautica

La guida per navigare ai Caraibi. 

Va bene che anche in Mediterraneo si può navigare in inverno, e che spesso ormai non è più neppure tanto freddo, ma credo che siano in pochi quelli che non sognano un inverno nelle acque caraibiche. Navigare ai Caraibi significa scoprire isole lussureggianti, dai paesaggi molto diverse tra loro, le popolazioni e le tradizioni, e, soprattutto, significa navigare in oceano.

Ovviamente le coste delle isole che più di frequente si esplorano in barca sono quelle occidentali, sottovento rispetto all’aliseo che soffia più o meno costante da est/nord-est a quelle latitudini, e le isole stesse ci riparano quindi dal vento. Ma i passaggi da un’isola all’altra, che possono essere più o meno lunghi a seconda degli itinerari scelti, sono navigazioni in aliseo vere e proprie: bellissime, con quel soffio costante che in Mediterraneo (tranne in pochi paradisi) ci sogniamo, e a volte impegnative.

Intorno alle punte estreme delle isole, infatti, può capitare che il vento rinforzi e che il mare si ingrossi, e non sono infrequenti i groppi: arrivano veloci portati dall’aliseo e sono rischiosi tanto in navigazione che all’áncora. 

Ci sono anche una serie di peculiarità dei luoghi, diciamo così, da tenere presenti: poche, pochissime luci, navigare ai Caraibi di notte richiede una conoscenza accurata dei luoghi ed è comunque poco raccomandabile sottocosta – le barchette di pescatori senza luci sono frequenti. Tutto sommato, quindi, meglio affidarsi a mani esperte che conoscono la zona e sono attrezzati per navigare in quelle acque.

Fatte queste premesse, navigare ai Caraibi è un’esperienza che decisamente vi consigliamo di fare (potete anche sfogliare le proposte presenti nella sezione vacanze in barca di Tuttobarche). A parte la bellezza di passare qualche giorno al caldo mentre da noi fa freddo e c’è la nebbia, la barca a vela è l’ideale per scoprire le isole, e per scoprirne tante in un solo viaggio. 

Si può veleggiare tra le Grenadines, un gruppo di isole di diverse grandezze – la più piccola, Mopion, è un bottone di sabbia bianca con un ombrellone piantato nel mezzo – che si trovano nella parte più meridionale del Mar dei Caraibi e che sembrano fatte apposta per la vela. Più a nord le Antille francesi – Martinica, Dominica, Guadalupa – sono meno battute e offrono ancora scorci poco turistici e riserve marine eccezionali per lo snorkeling. 

Le Indie occidentali britanniche – Antigua, Barbuda e le Isole Vergini – sono famose per le loro lunghissime spiagge bianche e rosa, e per i bagni con le tartarughe marine (che sono abbastanza frequenti anche nelle altre isole!).

Navigare ai Caraibi: la stagione perfetta

La stagione perfetta per navigare ai Caraibi è solitamente il periodo che va da dicembre a maggio, ma se volete proprio stare tranquilli potete organizzare una partenza da febbraio in avanti, questo è decisamente il periodo con le migliori condizioni.

Gli Alisei e le correnti

a meno che tu non decida per un itinerario che ti costringa alla bolina, navigare ai Caraibi è bellissimo se si sfruttano gli Alisei che nel periodo indicato in quest’area soffiano da Nord Est. Grazie alla loro direzione costante è molto facile pianificare navigazioni comode è veloci.

Se avete intenzione di visitare la parte settentrionale dei Caraibi, un altro fattore da tenere in considerazione sono le correnti. La costa atlantica delle Antille sente infatti l’influenza dell’omonima Corrente delle Antille che corre verso Nord Ovest e che si unisce alla forte Corrente del Golfo a Nord delle Bahamas.

Navigare ai Caraibi: un occhio ai bassi fondali

Non è un caso se per navigare ai Caraibi l’imbarcazione più consigliata è il catamarano. Queste isole sono famose per le loro barriere coralline e per le lagune incontaminate che, ovviamente, sono caratterizzate da fondali molto bassi. 

Per questi motivi è buona norma studiare le rotte e gli avvicinamenti alla costa con l’ausilio di carte nautiche aggiornate ma, ancor di più, quando ci avviciniamo ad un isola è decisamente il caso di ridurre la velocità e metter un membro dell’equipaggio a prua, a controllare con i propri occhi il fondale. Non siamo in Mediterraneo e qui le carte nautiche non sono cosi precise.

Le destinazioni e le baie più ricercate.

Se state arrivando dall’Europa e volete navigare ai caraibi dopo aver traversato l’ Oceano Atlantico, quasi certamente la vostra rotta vi ha portato a Santa Lucia che peraltro è anche il punto di arrivo della mitica ARC (Atlantic Rally for Cruiser). In quest’isola sono principalmente due gli ancoraggi che non potete mancare: Marigot Harbour e la celeberrima Anse des Pitons.

La mappa dei Caraibi – Licenza Creative Commons

Alle Isole Vergini Britanniche non potete invece mancare White Bay, Diamond Bay e Cane Garden. Cosi come alle Vergini Americane non potete non andare alla celebre Francis Bay e, ammesso riusciate a pronunciarlo, a Hawksnest Bay.

Se la vostra curiosità vi spinge a navigare ai Caraibi a Martinica non potete perdere Sainte Anne, Saint-Pierre e, naturalemente, la mitica Anse Noire. Alle Granadine e a St. Vincent i luoghi più gettonati sono: l’Isola di Mayreau dove potrete gettare l’ancora a Windward Bay o a Saline Bay, mentre all’isola di Carriacou la vostra rada sarà ovviamente Tyrell Bay.

A Grenada non potete mancare l’ancoraggio di Mangrove mentre a Guadalupa dovete per forza concedervi una notte a Baie Mahault, a Deshaies e ovviamente a Point a Pitre.

Per gli amanti delle spiagge bianchissime, disposti però ad accettare paesaggi piuttosto aridi, allora Anguilla è la vostra destinazione. Qui gli ancoraggi migliori sono Road Bay e Crocus Bay anche se, a mio modesto parere, una visita a Shoal Bay East è obbligatoria visto che è considerata la più bella spiaggia dell’isola.

Ad Antigua e Barbuda, isole di origine vulcanica, potrete ancorare a Nonsuch Bay o a Palmetto Point mentre a Dominica non potete mancare la celebre Prince Rupert Bay.

Meno frequentate per via del loro particolare paesaggio sono St. Kiss e Nevis dove, se volete visitare un vulcano spento, potrete ancorare a White House Bay dove peraltro c’è anche un piccolo porto, d’altro canto navigare ai Caraibi vuol dire anche concedersi una pausa di relax.

Se infine avete nostalgia dell’Europa ed amate la vita notturna non potete mancare una visita a Saint Martin che, metà francese (a Nord) e metà olandese (a Sud), è a tutti gli effetti una regione ultraperiferica  dell’Unione Europea. Qui gli ancoraggi migliori sono Baie de Grand Case e Friar’s Bay.

Insomma considerando che le isole dei Caraibi sono circa 7.000 se deciderete di navigare in queste zone potrete farlo per molto, moltissimo tempo, senza dover veder due volte la stessa isola.

Redazione

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