HomeNavy 6.0 Evo, la prova del fuoribordo elettrico di ePropulsion
Navy 6.0 Evo, la prova del fuoribordo elettrico di ePropulsion
È la grande novità degli ultimi anni e sta prendendo sempre più piede soprattutto nel mercato europeo ed americano dove i numeri sono cresciuti a dismisura: rivolto a chi ama l’idea di una navigazione pulita e priva di inquinamento il Navy 6.0 Evo, così come la il resto della linea, sono il concept meglio riuscito dei motori fuoribordo elettrici ePropulsion.
Il mercato a cui si rivolge questo motore si adatta a molteplici usi attraverso la sua potenza efficiente e pulita e può essere montato su tender, gommoni, derive, dayailer, barche a vela da crociera e open, come l’Allegra All 18 Open sul quale era montato il giorno della mia prova in acqua.
Assolutamente silenzioso, si ricarica da solo e non inquina: certo la sua velocità di crociera è ridotta, ma costante e garantisce diverse ore di navigazione. Potrebbe essere questo il motore che salverà Venezia?
Le caratteristiche di Navy 6.0 Evo
Munito di caricatore da 30 ampere, il Navy 6.0 Evo può navigare fino a 3 ore continuative grazie alla batteria al litio-ferro-fosfato da 48 V, ma non solo, infatti la sua tecnologia gli consente di raccogliere elettricità dal vento e dall’acqua grazie alla funzione di idrogenerazione.
Questo significa che si autoricarica, in due modalità: durante la navigazione (quando la barca è spinta da un altro motore o dal vento) o attraverso il traino, a velocità comprese tra 4 e 10 nodi, perfetto quindi per esempio per tender di barche a vela, come quella che utilizziamo come redazione nelle nostre trasferte marittime. Non a caso anche il nostro tender monta un Evo, nello specifico uno Spirit 1.0.
Naturalmente è possibile ricaricarlo anche fuori dall’acqua grazie alle colonnine di ricarica che, esattamente come funziona con le auto elettriche, sono sempre più presenti nei porti di tutto il mondo. Attraverso una colonnina standard una ricarica completa si effettua con 45 minuti, che si riducono drasticamente con le colonnine fast.
Altro elemento fondamentale è il display digitale che ci offre sempre una prospettiva chiara dei nostri consumi che varia naturalmente a seconda della velocità impostata, ma avere sempre sott’occhio un monitoraggio in tempo reale della potenza, dell’autonomia residua, del livello della batteria e della tensione, consente un utilizzo consapevole.
Ancora, essendo un motore a trasmissione diretta non richiede un riduttore per ottenere la coppia necessaria, il che significa meno parti mobili ed una struttura meccanica molto semplice che, tradotto, significa dimensioni ridotte, meno rumore e maggiore affidabilità, tanto che non serve manutenzione.
Infine la personalizzazione, in quanto è possibile scegliere il controllo che meglio si adatta alla propria imbarcazione tra il maniglione Tiller, telecomandi a chiesuola, telecomandi laterali o ancora telecomandi a doppia installazione.
Direi che non resta altro da fare che accenderlo e testarlo.
La prova del Navy 6.0 Evo
L’avvio è elettrico e semplicissimo, infatti basta premere il pulsante di accensione e si parte, senza nessun cavo di avviamento da tirare e nessun rischio di ingolfo. Un interruttore magnetico che funziona come tasto di arresto ci mantiene al sicuro così come il braccialetto di sicurezza che in caso di emergenza spegnerà immediatamente il nostro Navy 6.0 Evo che tra l’altro può connettersi a ben 8 braccialetti in contemporanea.
La risposta dell’acceleratore è netta e decisa e si può ruotarlo facilmente sia dal lato destro che da quello sinistro.
La caratteristica che maggiormente colpisce immediatamente è il silenzio che naturalmente ti aspetti, ma non essendo abituato a questa sensazione percepirlo live è molto bello perché sembra di avere un rapporto diverso con l’acqua e l’ambiente circostante.
Sono a bordo di una Allegra All 18 Open, perfetta per il nostro scopo. Perfetta per gite di una giornata da dedicarsi al relax o alla pesca o anche per brevi escursioni, non a caso l’accoppiata è vincente e sono in molti qui a noleggiarla: 5.30 m di lunghezza e una portata di 6 persone, insomma le condizioni ideali per il Navy 6.0 Evo.
Questa prova è differente dalle altre perché qui non punto a prestazioni come velocità, accelerazione o planata, qui devo capire effettivamente quanta strada posso percorrere e a che velocità e quindi entra in scena il display che mi fornisce tutti i parametri.
Nella tabella sottostante trovate tutta la progressione, qui ne anticipo una parte. La velocità che può raggiungere al massimo il nostro Navy 6.0 Evo è di 13 nodi a 6000 w, cosa che gli consente un’autonomia di circa un’ora e trenta che tradotto in distanza percorsa significa 22,5 miglia, ma riducendo i watt a 3000 e la velocità a 7 nodi la sua autonomia passa a 3 ore e a circa 24 miglia.
Riducendo ancora e scendendo a 2000 w abbiamo un salto netto: passiamo ad una velocità di 5,8 nodi ma l’autonomia sale a livelli importanti, raggiungendo le 4 ore e mezza. Ma ora voglio scioccarvi con il dato più basso ovvero il minimo 500 w che porta la sua autonomia a 18 ore di navigazione per una distanza di 72 miglia. Ora ditemi che se foste in emergenza non ne vorreste uno con voi.
Quindi qual è il ragionamento che sta alle spalle? Molto semplice. Siccome personalmente non trovo una grande differenza a navigare a 6, 8 o 10 nodi, che senso ha accelerare troppo? Dosando polso ed acceleratore questo fuoribordo elettrico può fare davvero miracoli.
Vi ricordate che all’inizio di questo articolo ho scritto: potrebbe essere questo il motore che salverà Venezia? Ero provocatorio ma fino ad un certo punto… Pensate ad una Venezia senza benzina in mare, silenziosa, rispettosa dell’ambiente: beh grazie a questo fuoribordo e agli altri di ePropulsion un futuro di questo tipo non sembra poi più così tanto lontano.