Le sue barche, cosi come le sue vele del resto, hanno ridefinito il concetto stesso di racer-cruiser, abilitando così il grande pubblico a prestazioni che prima erano ad esclusivo appannaggio dei racer puri.
Forse proprio per questo, mentre macino chilometri per avvicinarmi al Neo 430 Roma, evoluzione del mitico 400, non posso fare a meno di alzare inconsciamente l’asticella delle mie aspettative.
Il Neo 430 Roma invece, mi conquista al primo sguardo. E non solo per quella prua a scimitarra che ostenta un bompresso che definire aggressivo sarebbe riduttivo, ma proprio per il suo disegno complessivo, che riesce inspiegabilmente ad essere sia sportivo che elegante, cosa di certo non comune per le barche a vela di questa categoria.
Il pozzetto è un capolavoro di ergonomia e di razionalizzazione, degli spazi e delle relative manovre. Qui ogni cosa è al posto giusto, esattamente dove dovrebbe essere. Un piano di coperta studiato sia per un equipaggio, che in regata si muove senza mai intralciarsi, che per il suo armatore che, in crociera, raggiunge tutte le manovre essenziali senza muoversi dalla ruota.
Considerazioni del tutto riferite a questa imbarcazione perché, per via dell’approccio “sartoriale” alla costruzione adottato da Neo Yachts, ogni barca è diversa dalle altre. L’ esemplare precedente di Neo 430 Roma era infatti molto diverso, aveva due pale del timone, la deriva retrattile, un piano di coperta improntato alla conduzione in solitario e interni più improntati alla crociera.
Ma, mentre sono assorto in questi pensieri, Paolo arriva e con lui l’equipaggio, possiamo salpare…
La prova in mare di una barca a vela come questa è sempre un evento particolare, le persone fanno a gara per salirci e in effetti, finito l’imbarco, siamo in sette a bordo. Un numero considerevole di velisti che però, appena molliamo gli ormeggi e issiamo la randa, semplicemente “scompare” in questo sconfinato pozzetto. Il Neo 430 Roma è in infatti in grado di ospitare un equipaggio anche più numeroso che, quasi fosse l’incantesimo di estensione irriconoscibile di Harry Potter, trova il suo spazio a bordo senza problemi, come se fossimo a bordo di un 60 piedi.
Ci sono 6/7 nodi di vento reale fuori dal porto ma, già con la sola randa a riva (60 metri quadri), scivoliamo sull’acqua quasi alla velocità del vento.
A 50 gradi circa di apparente sfiora a più riprese i 10 nodi, una velocità ragguardevole anche se, quello che impressiona maggiormente è la sua capacità di non rallentare mai, la velocità media è sempre costante, intorno ai 9,4/9,6.
Giovanni Ceccarelli e Paolo Semeraro hanno fatto un bel lavoro con questa carena che, inspiegabilmente, riesce a sfuggire alle leggi dell’idrodinamica che vorrebbero vincolarla ad una lunghezza al galleggiamento che, in questo caso, definire dinamica è un eufemismo. La barca va ben oltre la sua velocità teorica senza manifestare il benché minimo accenno ad abbassar la poppa, resta viceversa sempre orizzontale sull’acqua, minimizzando così la superficie bagnata e, di conseguenza, il drag.
Sono prestazioni rese possibili certamente dallo studio delle linee d’acqua ma non solo, navigare a bordo di una barca full carbon vuol anche dire poter contar su un peso complessivo di 5700 kg, di cui ben 2800 sono posizionati 3 metri sotto il galleggiamento. Un rapporto peso raddrizzamento che, se quando corriamo regala queste performance, ha degli evidenti vantaggi anche in crociera quando, con grande sorpresa della famiglia, potremo navigare veloci, ad angoli di sbandamento contenuti o, più semplicemente, dormire in rada a bordo di una barca che non rolla.
Provo a stringere e, contemporaneamente lo sguardo di Paolo si sposta alle vele, vedo un barber che mi segue chiudendo il canale del fiocco e il carrello della randa che si sposta sopravvento. Lo sbandamento cresce mentre il windex assume una posizione mai vista prima (navigando a vela), stiamo facendo una prua impensabile. A 28/29 gradi dal reale navighiamo a 8,8/9 nodi di velocità mentre la punta del windex indica un angolo che faccio davvero fatica a scrivere da quanto irreale potrebbe sembrare…una VMG assurda per una barca che non è un prototipo da competizione.
Vedo la superficie del mare scurirsi di fronte a me, sta arrivando una raffica, la prima della giornata, ci entro dentro deciso mentre Paolo molla un po’ di trasto e, manco a dirlo, la barca accelera ancora. Tocchiamo i 9,4 ed io non vorrei più scendere da qui …
Il timone è un altro piccolo capolavoro, è parecchio avanzato rispetto alla media e trasmette tutto, pur rimanendo diretto e sincero. Qui si ragiona in millimetri ed ogni minima variazione impressa alla ruota si trasforma in un’immediata reazione della prua, un piacere per i polpastrelli dei velisti più esigenti.
Ma il tempo passa ed il sole è vicino all’orizzonte, dobbiamo ahimè rientrare. Chiamo una virata, che il Neo 430 Roma esegue praticamente senza rallentare, e mi porto sulle nuove mura. La velocità scende per un battito di ciglia a 8 nodi e poi torna intorno ai 9 in una manciata di secondi mentre, tutto intorno, la superficie del mare appena increspato, riflette la luce arancione del sole che si nasconde.
Dentro il porto accendiamo il motore, un piccolo 30 cavalli che su questa carena e con questo peso è più che sufficiente. A velocità di crociera e controvento facciamo più di 7 nodi, una prestazione che consente agevoli spostamenti in totale assenza di vento perché, ma lo avrete già capito, con il Neo 430 Roma, di accendere il motore proprio non ne avrete mai bisogno.
Gli interni del Neo 430 sono strutturali e completamente personalizzabili, si va dalla versione Loft che a prua ha un grande open space alla versione Cruise che offre tre cabine e due bagni, passando per la versione Comfort che, se fosse la mia barca, sarebbe certamente quella che sceglierei: un’armatoriale esagerata a prua, dotata di doccia separata, una grande ospiti a poppa ed un vano tecnico/cabina armadio dal valore inestimabile, in crociera come in regata.
L’esemplare in prova è organizzato invece con tre cabine, un bagno ed un tavolo da carteggio oversized. Entrambe le cabine di poppa, cosi come le sedute della dinette, sono organizzate con tre letti di dimensioni adeguate e teli anti-rollio, ovvero perfette per dormire sopravvento in regata.
Scendendo sottocoperta colpisce immediatamente il contrasto del bianco con le rifiniture in carbonio a vista. E’ di sicuro effetto e conferisce a questi interni un aspetto curato, minimal e grintoso.
Degni di nota gli spazi di stivaggio, in questa barca tutto viene sfruttato per riporre sia gli oggetti ingombranti che quelli più piccoli che trovano collocazione perfetta nelle reti laterali che, molto meglio dei “pesanti mobili alleggeriti”, assolvono la funzione lasciando in ordine le cabine. Una menzione speciale la merita il frigo a pozzo che, dotato di motore ispezionabile, fondo e chiusura in carbonio, è enorme e bellissimo.
Gli interni strutturali regalano inoltre quei centimetri in più che consentono di avere a disposizione spazi che, normalmente, sono presenti su imbarcazioni di taglia maggiore. Sono anche facili da pulire e, ovviamente, non invecchiano con il passare degli anni.
Neo 430 Roma rappresenta un salto quantico in avanti nell’evoluzione del concetto cruiser-racer. Prestazioni fino a ieri riservate solo alle barche da regata pura, sono oggi alla portata di velisti appassionati che voglio cimentarsi con successo nelle regate o che, semplicemente, prediligono la navigazione a vela a quella a motore.
Sail area upwind | 105 mq |
Sail area downwind with gennaker | 230 mq |
Main sail | 60 mq |
Jib | 45 mq |
Code 0 | 125 mq |
Gennaker | 170 mq |
Concept | Neo Yachts & Composites |
Builder | Neo Yachts & Composites |
Designer | Ceccarelli Yachts Design |
Length (LOA ): 13,06 mt | 13,06 mt |
Length (LWL) | 11,80 m |
Beam (Bmax) | 4,06 mt |
Draft | 3 mt (1,6 mt with lifting keel) |
Displacement | 5.700 kg |
Keel weight | 2.800 kg |
Water | 200 lt |
Fuel | 100 lt |
Engine | Saildrive 30 hp |
Category | CE A – Ocean |
Creew | 10 max |
Direttore responsabile, tester e giornalista. Comincia a navigare in tenera età con il padre poi da adulto scopre la vela e le regate d'altura. Lavora da più di trent'anni in editoria e naviga continuamente, soprattutto a bordo della barca della redazione, una vecchia signora dei mari che ha ristrutturato completamente e che svolge egregiamente la funzione di "laboratorio mobile" per The International Yachting Media.
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