Dieci nodi per la barca
Nel corso degli anni abbiamo sviluppato una serie di articoli che illustrano come eseguire al meglio i molti ed utilissimi nodi che si usano in barca. Una biblioteca importante che, corredata da foto e video, aiuta a rendere semplice la vita in barca.
Di seguito trovate la nostra personale classifica dei dieci nodi più importanti che, cliccando al link relativo al nodo di vostro interesse, porta alla spiegazione dettagliata della sua esecuzione.
Buona lettura quindi, e buone prove.
Gassa d’amante
Si tratta del nodo forse più utilizzato a bordo, che ha due caratteristiche fondamentali: realizza un occhiello utilissimo e sicuro in tante condizioni ed è facile da sciogliere.
Questo nodo ha una tenuta eccezionale quando è sotto sforzo. Quindi è ottimo per un ormeggio oppure per fissare drizze e scotte. Ma non è un nodo tuttofare, soprattutto perché se non è in tensione può tendere a sciogliersi.
Il limite è che eseguirlo su una cima in tensione è, a nostro avviso, impossibile.
Esecuzione della gassa d’amante
Nodo parlato (nodo dei parabordi)
Utile, semplice, realizzabile in pochi secondi e, cosa non da poco, eseguibile anche con la cima sotto tensione. E’ la carta d’identità del nodo parlato, utilizzato soprattutto per fissare o rizzare qualunque genere di cosa sia presente a bordo, dai parabordi alle matasse di cima.
Molto semplice, ma evidentemente non sempre eseguito perfettamente vista la gran quantità di parabordi che si avvistano alla deriva.
Il nodo di bitta
Lo si chiama nodo di bitta, anche se più propriamente lo si dovrebbe chiamare nodo alla galloccia, visto che a bordo delle nostre barche di bitte, di solito, non ne abbiamo.
A ben guardare, forse non si può nemmeno parlare esattamente di un nodo, visto che comunque lo si faccia, si tratta sempre di dare volta a una cima e non di assuccarla in un nodo.
Nodo bandiera
Il nodo bandiera, anche detto nodo del tessitore, funziona bene per unire due cime di diverso spessore.
Quindi, per fissare la bandiera al sagolino che serve per issarla, va benissimo. Non ci fideremmo molto invece di unire con questo nodo due cime per un ormeggio perché il continuo succedersi di trazioni e rilasci cui sarebbe sottoposto il nodo, prima o poi rischierebbe di farlo sciogliere.
Nodo di bozza
Una cima incastrata, un corpo morto da accorciare, una linea d’ancoraggio da alleggerire. I motivi per i quali in barca sia necessario trasferire la tensione da una cima all’altra sono innumerevoli.
Il repertorio dei tentativi che si vedono mettere in pratica è fra i più vari, ma spesso con scarsi benefici. Ricorrere invece a un nodo di bozza è forse la soluzione più efficace.
Il paranco
Quando serve esercitare una forte trazione, la realizzazione di un paranco a bordo è un’ottima soluzione. Spesso serve perfissare qualcosa sulla coperta, come il tender ad esempio, oppure, nel caso che vi mostriamo nelle foto, per fissare il boma.
L’esecuzione è quanto di più semplice esista ma non di rado si commette un errore nel cuore del paranco, ossia l’occhiello dentro cui far passare il corrente, cioè la parte libera della cima.
Il nodo d’ancorotto
Quello d’ancorotto è un nodo che non rispetta una delle caratteristiche dei nodi in marineria, ossia quella di assuccare e garantire la tenuta ma di potere essere sciolto facilmente nel momento in cui lo di desideri.
Il nodo d’ancorotto una volta che si chiude è assucca decisamente è un nodo a perdere, come si usa dire, ossia se per qualche ragione si deve cambiare la cima si deve fare ricorso al coltello e tagliare. Ed è forse proprio per questo che si tratta di un nodo molto sicuro, appartenente alla cosiddetta famiglia dei “nodi di avvolgimento”.
Esecuzione del nodo d’ancorotto
Nodo del Vaccaio
Il Doppio Nodo del Vaccaio per secoli è stata la soluzione più usata lungo le banchine di tutto il mondo per giuntare le cime d’ormeggio.
Pregi? E’ molto facile da fare, non scorre (anche su cavi bagnati), ha una tenuta eccezionale ed è facile da sciogliere (tende ad assuccarsi molto stretto, ma alla fine si riesce sempre ad allentarlo).
Difetti? Tende a diventare molto voluminoso, lavora meglio su cime di un certo diametro
Esecuzione del nodo del Vaccaio
Il nodo del tessitore
Ha un nome intrigante ed è poco noto, ma è utile e facile da eseguire. Si inserisce nella grande famiglia delle “gasse, asole o cappi su cavo singolo”, almeno nella definizione della “bibbia” di Clifford W. Ashley, “Il grande Libro dei Nodi“.
Se quindi avete ad esempio bisogno di fare un paranco per ridurre il carico in trazione, se dovete tesare un imballo o, semplicemente, creare un punto di aggancio su un vostra cima ecco il nodo del tessitore: si realizza in un attimo e, a differenza di quelli generalmente utilizzati dai marinai meno esperti, si scioglie anche dopo aver subito tensioni molto forti.
Esecuzione del nodo del tessitore
Il nodo francescano
Le categorie entro cui può essere catalogato il nodo francescano sono quelle di nodo di appesantimento o di arresto.
E’ decisamente facile da fare e viene insegnato moto presto ai ragazzi perché dà una certa soddisfazione nella sua realizzazione.