In questo servizio voglio parlare di un altro nodo estremamente affidabile che permette all’angler una massima tenuta qualora il target fossero pesci di grossa taglia. Stiamo parlando di quello che in italiano viene chiamato comunemente nodo del tubicino.
Questa è una soluzione molto impiegata già da tanti anni dai massimi esperti della pesca, mirata ai predatori di grossa mole e che, date le sue peculiarità, credo sia molto importante conoscere.
Anche se a qualcuno può ricordare il nodo che si utilizza per congiungere la coda di topo con il finale nella pesca a mosca, il nodo del tubicino ha impieghi del tutto differenti. Infatti, questo è un classico della pesca a traina con il vivo mirata per esempio a ricciole, dentici e cernie ma, ovviamente, ha mille altre applicazioni in tante situazioni quali, per esempio, il big game mirato a tonni, pesci spada o a molte grandi prede oceaniche.
Nella pesca ai grandi predatori, il nodo del il tubicino permette di legare in maniere agevole lenze in nylon o fluorocarbon tra lo 0,50 mm e 0,90 mm. E’ un nodo che richiede un po’ di manualità ma, facendo un po’ di pratica, l’angler riuscirà a realizzarlo in maniera molto veloce.
Viene chiamato nodo del tubicino poiché, per realizzarlo correttamente, possiamo aiutarci con un piccolo tubetto, che facilita il pescatore nell’ottenere delle spire ordinate che riuscirà con facilità a non far accavallare nella fase di assuccamento del nodo stesso. Riuscire a non far accavallare le spire è fondamentale affinché il nodo possa garantire una massima affidabilità.
Facendo un po’ di pratica, non sarà poi difficile riuscire a realizzare lo stesso nodo senza più dover utilizzare come ausilio il tubicino dal quale, appunto, prende il nome.
Il nodo del tubicino, grazie alla sua geometria, come anche i nodi spiegati nei due precedenti articoli, il solid knot e l’adriatic knot, garantisce carichi di rottura molto elevati che arrivano intorno al 95% del carico di rottura della lenza impiegata.
Può essere utilizzato per legare con successo leader e terminali a girelle, solid ring e ami.
Una volta assuccate le spire, come potete vedere dallo step by step di costruzione fotografico, utilizzando il nail knot with loop, non è indispensabile mandare il nodo a battuta contro l’occhiello, bensì, potremo lasciare una piccola asola. Questa è una caratteristica molto importante di questo nodo, infatti, grazie a questo loop potremo garantire all’amo una maggiore mobilità e quindi poter confidare in una maggiore capacità ferrante, specie impiegando ami autoferranti come i circle hook.
Per garantire una maggiore tenuta al nodo potremo, inoltre, prevedere l’inserimento lungo l’asola di una redancia di protezione (in commercio si trovano varie alternative ottime per questo scopo). Una soluzione valida è realizzabile con un pezzetto di tubicino in kevlar, ottimo per inguainare asole in nylon o fluorocarbon, consigliabile tanto più se impieghiamo diametri ridotti.
Il loop rivestito dalla guaina di protezione impedisce al nodo di stringersi eccessivamente contro l’anellino della girella, o contro l’occhiello dell’amo impiegato, garantendo al nodo una maggiore tenuta: cosa molto importante durante i combattimenti più duri!
La decima edizione del Vendée Globe 2024, la prestigiosa regata di circumnavigazione del mondo in…
La cabina di rimessaggio è una struttura molto pratica per la protezione della propria barca…
Il contratto di compravendita di una barca usata: la guida per evitare le fregature. Le…
LE FLASH NEWS DI YACHT DIGESTNotizie Flash della settimana 50 CON LA NUOVA ANTARES 9, …
Il dipartimento marketing di Rio Yachts vanta un nuovo ingresso. Si tratta di Arianna Milesi,…
Eleganza, velocità e comfort sono le tre parole chiave del nuovo Ice 52ST, l’ultimo modello…