Il “francescano”, un nodo base (abbastanza) utile e facile

Il nodo francescano

Le categorie entro cui può essere catalogato il nodo francescano sono quelle di nodo di appesantimento o di arresto. E’ decisamente facile da fare e viene insegnato moto presto ai ragazzi perché dà una certa soddisfazione nella sua realizzazione. Alla fine il suo ingombro è notevole, e come nodo d’arresto veniva utilizzato soprattutto con i paranchi con pulegge impegnative. L’unica parte un po’ impegnativa nella realizzazione del nodo francescano è quella finale “dell’assucamento“, cioè quando bisogna serrare le volte per dargli la forma corretta.

In realtà ha parecchi concorrenti molto interessanti (di cui parleremo nelle prossime settimane) e anche più efficaci come quello Cappuccino, Francese o quello dello Stivatore. questo genere di nodi ora hanno impiego limitato, ma una volta sulla navi tradizionali erano invece necessariamente molto diffuse, soprattutto nelle sue declinazioni su cime, cavi e manovre in canapa e a più legnoli.

Vediamo come si esegue.

La prima operazione consiste semplicemente, con il corrente,  nell’incrociare e poi passare prima e sopra e poi sotto al dormiente. Lasciatevi un corrente piuttosto lungo. I nodi che si avvolgono su se stessi si “mangiano” molta cima.

 

Dopo di che si “risale” compiendo una serie di volte sopra al doppino, passando quindi esterni a tutto.

Quante volte? Qui dipende un po’ dai gusti e anche dalla necessità, più il nodo è lungo, più sarà facile impugnarlo.

Alla fine, per chiudere il nodo del francescano, bisogna far passare la coda del dormiente nel doppino finale e assuccare: più questa sarà corta, più il nodo sarà elegante. Attenzione a non esagerare, o il nodo vi si scioglierà in mano.

Luca Sordelli

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