Il Vaccaio (doppio), il più bello dei nodi?

Il nome è decisamente poco marino, ma, vi assicuriamo, questo nodo ha un’antica e forte tradizione. Appartiene alla famiglia dei nodi di congiunzione e da molti viene considerato non solo uno dei più efficienti in questa categoria, ma anche, uno dei nodi più eleganti in assoluto. Questo per la sua bella simmetria e anche perché in passato si è diffuso come uno dei più usati nelle decorazioni a tema marinaresco.

Il Doppio Nodo del Vaccaio per secoli è stata la soluzione più usata lungo le banchine di tutto il mondo per giuntare le cime d’ormeggio.

Pregi? E’ molto facile da fare, non scorre (anche su cavi bagnati), ha una tenuta eccezionale ed è facile da sciogliere (tende ad assuccarsi molto stretto, ma alla fine si riesce sempre ad allentarlo).

Difetti? Tende a diventare molto voluminoso, lavora meglio su cime di un certo diametro e, soprattutto, è facile scambiarlo per altri nodi simili – i nodi del vaccaio semplici (ovvero tutti quelli che gli assomigliano, e sono molti, ma che non hanno lo stesso intreccio). Questi,  all’opposto, sono molto infidi:  si slegano con incredibile facilità. Anche per questo non è più molto diffuso. In questa versione “semplice” nella tradizione marinaresca veniva sempre “abbozzato”, utilizzato con delle legature finali sui capi.

Nella versione doppia si usava farlo solo quando le cime unite tra loro venivano usate per tonneggiarsi, cioè per spostare la nave in banchina, sulle boe o all’ancora. Era questa un normale procedura di  prudenza con tutti i nodi, durante il tonneggio, infatti, può succedere che la tensione cali e riprenda più volte in successione e con intensità, portando gran parte delle giunzioni a sciogliersi
Vediamo come si esegue il Doppio Nodo del Vaccaio.

Si parte passando con uno dei due correnti prima sopra l’asola fatta sul corrente dell’altra cima, poi passando sotto al suo corrente. Questo è il passaggio chiave per non rischiare di fare un Vaccaio Semplice.


Da qui in poi bisogna semplicemente alternare un “sopra” e un “sotto” alternati, procedendo in senso orario e arrivando ad avere alla fine un intreccio perfettamente simmetrico.


Un’altra delle sue caratteristiche è quella di cambiare completamente aspetto una volta che il nodo è assuccato e in tensione, ma non preoccupatevi: terrà molto bene.

Cosa succede se invece di fare il Doppio Nodo del Vaccaio si farà quello semplice (nella foto sotto, una delle sue tante versioni)? Si scioglierà con grande allegria. Vi sembrano uguali? Vi assicuriamo che non è così. Provare per credere.

 

Luca Sordelli


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