Prima di mollare gli ormeggi, torniamo a bordo dell’ammiraglia della linea Sport Luxury per rinfrescare la memoria su come è fatta. Come avevamo
Rimanendo a prua, si può godere di una zona arredata con divanetti che celano tre gavoni capienti. All’estrema prua il profondo pozzo dell’ancora.
La consolle di guida, di impostazione sportiva, è evidentemente stata pensata per correre anche su onde formate. I due sedili sono avvolgenti, un robusto tientibene è stato predisposto per il copilota, e anche il sostegno per i piedi garantisce la possibilità di un posizionamento saldo e sicuro. E sotto la consolle, si trova una cabina con due posti letto in cui si puà godere di una altezza massima di un 1 metro e 55 centrimetri. Su richiesta si puà avere anche un wc marino.
Alle spalle della plancia di comando, troviamo una zona poppiera molto bene organizzata. Non soltanto per la presenza di un divano ad U che avvolge un tavolo da pranzo smontabile, ma anche per la zona cucina alle spalle dei sedili dei piloti. Molto ben celata dalle sue coperture, si compone di una piasta con lavello e di un discreto frigorifero; insomma, il necessario per preparare molto più di semplici spuntini. Tutta l’area è riparata da un tendalino che in navigazione può scomparire completamente in pochi secondi.
Quandfo lasciamo l’ormeggio, la sensazione è quella di ritrovare una vecchia conoscenza. L’inconfondibile carena con la sua V profonda, i due tunnel laterali, i cui effetti di sostentamento abbiamo testato sia sull’85 che sul 49, la ruota di prua avanzata, conferiscono la classica stabilità e reattività dei battelli Zar Formenti.
Usciamo dalla diga foranea e incontriamo subito l’onda di maestrale che ha caratterizzato le giornate di prova. Diamo manetta e l’eccezionale potenza dei due Suzuki si fa sentire subito. L’accelerazione è immediata, l’aumento di velocità è repentino. Ma soprattutto, la carena dello Zar 85 SL dimostra di sostenere perfettamente questa motorizzazione così potente. Anche quando ci portiamo con il mare in faccia, la zona prodiera del battello si mantiene asciutta, con la V di prua che avanza tagliando le onde in assetto disteso sulle loro creste, deflettendo l’acqua. I due tunnel laterali, man mano che incrementiamo velocità, fanno egregiamente il loro lavoro, dando portanza e molta stabilità.
Eseguiamo degli accosti decisi esponendo la parte esterna dei tubolari al contatto con il mare. Ottima la stabilità e nessuna apparente resistenza all’avanzamento.
E’ arrivato il momento di testare la potenza dei due Suzuki 250. La doppia motorizzazione, come detto, è la più potente che sia stata montata sullo Zar 85 SL. Si tratta di due motori a 6 cilidri a V, con quattro valvole per cilindro e con una cilindrata di 3.614 cc. Inoltre sono dotati del processore da 32 bit che gestisce elettronicamente la quantità ottimale di carburante necessaria con una riduzione dei consumi a fronte di altissime le prestazioni.
Continuiamo a incrementare potenza e vediamo il Gps scalare le velocità: 35 nodi a 4000 giri, che salgono velocemente a 54 quando portiamo i giri a 5500. Il mare ci ferma qui e decidiamo di non stressare ulteriormente il battello rinunciando a testare le performance al massimo dei 6000 giri.
Velocità, potenza, stabilità eccellente, sono il risultato della carena di questo Zar 85 SL e dei due Suzuki DF 250.
Lunghezza f.t | 8,55 mt |
Larghezza f.t. | 3,25 mt |
Largh. interna calpestabile | 2,20 m |
Diametro tubolari | 60 cm |
Compartimenti | 6 |
Peso a secco senza motori | 1.900 kg |
Motorizzazione | 2 Suzuki DF 250 |
Serbatoio carburante | 400 lt |
Serbatoio acqua | 100 lt |
Portata persone | 14 |
Posti letto | 2 |
Categoria progettazione | B |
Styling e piano di coperta | Carlos Vidal |
Naval architecture | Francesco Ambrosini |
Technical Project | Luca Formenti |
General Project Manager | Piero Formenti |
Giri | Velocità | lt/h | lt/miglio |
1000 | 5 | 9 | 1,8 |
2000 | 10 | 22 | 2,2 |
3000 | 23 | 46 | 2,0 |
4000 | 35 | 82 | 2,3 |
5000 | 45 | 125 | 2,8 |
5500 | 54 | 147 | 2,7 |
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