Osmosea, che oggi è una delle aziende leader nell’ambito dei dissalatori e impianti di trattamento acque, ha montato due impianti a bordo dell’Open 50, proprio per dare la massima autonomia a bordo e, soprattutto la sicurezza di avere un impianto di rispetto in caso qualcosa si fosse danneggiato.
Con oltre quindici anni di esperienza, Osmosea si dedica alla progettazione, produzione e distribuzione di dissalatori e potabilizzatori ad osmosi inversa. Grazie alla sinergia tra passione e tecnologia, offre soluzioni all’avanguardia per il trattamento delle acque.
Abbiamo incontrato Andrea Mura e Mario Alagna (uno dei titolari della OSMOSEA) e abbiamo posto loro alcune domande.
Andrea, quanto conta la preparazione della barca in una sfida così ai limiti?
La preparazione a terra conta moltissimo e purtroppo sono stato costretto a farlo in due mesi in quanto non c’era abbastanza tempo e molte delle cose che dovevano essere controllate e collaudate prima di andare in acqua, le ho fatte navigando.
Quanto invece conta la preparazione fisica e mentale?
Purtroppo anche qui devo dire che ho dovuto lavorare alla barca fino all’ultimo istante e ciò che mi ha salvato in questa impresa è stata la mia lunghissima esperienza velica, se questo giro del modo lo avessi fatto qualche anno fa avrei avuto delle difficoltà a finirlo. L’esperienza ha fatto la differenza,
Osmosea a bordo? Un dissalatore per 27.000 miglia
Il dissalatore è fondamentale, senza acqua avrei dovuto ritirarmi, l’importanza di avere due impianti è stata determinante. Osmosea mi ha aiutato e supportato istallando due dissalatori a bordo a recupero di energia NEW 12 da 30 L/H ed ha effettuato un’assistenza straordinaria durante la mia navigazione, soprattutto quando uno dei due dissalatori, è andato in blocco.