Con questo articolo si farà chiarezza sulle tante e colorate esche artificiali che troviamo in commercio.
A buon intenditor poche parole!
L’universo artificiale spazia su diversi modelli; ora proveremo a classificare ed analizzare le infinite varietà ed i metodi, dando un impronta significativa su come usarli in una giornata tipo e sulle prede che potremo insidiare nelle acque del mediterraneo.
L’uso di questa esca è speciale per traina costiera di superficie. Si utilizza ad una velocità di circa tre nodi; ottima per la cattura di occhiate, sugarelli, lecce stella ed aguglie.
Quando più piume sono in traina, con il loro movimento fluttuante, simulano le sembianze di un branco di piccoli pesci. Altro impiego è l’uso come complemento nell’esche composte, oltre a colorare l’artificiale producono una stuzzicante e irresistibile turbolenza.
Spesso nel mondo alieutico, con il nome piumetta viene confusa la meciuda, questo innovativo artificiale, altro non è che una matassina sintetica priva di amo viene impiegata nella traina di superficie per la cattura delle aguglie.
La maggior parte dei minnows sono corredati di paletta anteriore; questa speciale protuberanza riesce a far affondare l’esca anche a sostenute velocità di traina senza l’ausilio di accessorie piombature.
A volte, o per un cattivo stivaggio o per essere stato abbrutito da uno bite precedente, il nostro sgargiante minnow non espleta il suo compito; un consiglio, prima di filare il tutto provate sottobordo la traettoria e ed il buon funzionamento della nostra micidiale esca.
Non per ultimo un occhio di riguardo anche alle ancorette, la ruggine è una cattiva compagna…. Logorando le parti dedite all’allamata.
Le lunghezze in commercio variano dai 3 ai 30 centimetri ed impiegati a seconda delle loro idrodinamicità dai 2 fino a 10 nodi di velocità.
Abbiamo anche la possibilità di usare i minnows nella traina di profondità per la cattura di dentici, palamite, cernie, spigole. I metodi sono moltiplici. Il più semplice è il binomio artificiale affondante (sinker) con piombi a sgancio rapido. Altro, è di usare il minnow accompagnato all’affondatore a palla di cannone (downrigger). Un metodo redditizio è l’utilizzo dell’artificiale abbinato al monel.
Si tratta di simulacri che imitano le sembianze e il comportamento di cefalopodi (totani, seppie, calamari) di limitate dimensioni. Sono ottimi per la ricerca di predatori pelagici. Costruiti in gomma o in materiale vinilico, possono avere una molteplicità d’uso; vediamo assieme i dettagli.
Con il passare degli anni, i modelli e le tecniche di pesca sono spesso cambiate; in un primo momento si usavano semplici polpetti in gomma, dove per avere il giusto assetto di pesca nella testa dell’artificiale venivano inseriti un’ ogiva di piombo ed un singolo amo.
Seguendo da vicino le tecniche dei team d’oltreoceano, gli skipper mediterranei hanno preso spunto da loro con ottimi risultati, soprattutto abbinando esche viniliche a molteplici teste e speciali barre in titanio.
Le teste (jet), sono prodotte per lo più in resina, plastica, acciaio, cromo. La testa in materiale plastico si usa per lo più in condizioni di mare calmo o poco mosso, mentre quella metallica, dato il peso maggiore e la forma idrodinamica accentuata, si preferisce montarla quando siamo in presenza di mare formato e di vento, anche posizionata ad una discreta distanza dalla poppa. Le forme in commercio sono tantissime; ecco una selezione utile per la pesca mediterranea:
“Jet crome” è una testa pesante realizzata in metallo progettata per la traina estrema sia in caso di mare formato che a velocità elevata di traina. Il suo impiego è consigliato nella pesca con i divergenti.
“Soft head”: Sono artificiali costruiti con testa morbida vinilica; ottimi specialmente per la cattura di rostrati. Risultano validi anche per insidiare tonni e lampughe; è buon uso abbinarli a delle strisce di pesce così, oltre ad avere il potere attrattivo visivo, hanno il potere sapido della scia. Il nostro consiglio è di lasciare questo combo in acqua il più possibile anche avendo il pesce in canna in modo di cercare uno strike multiplo grazie anche al potere attrattivo dell’esca naturale.
In traina con gli artificiali, la mossa da intraprendere è quella di far arrivare prima possibile i predatori in superficie e stimolarli ad abboccare alle esche. Per questo motivo si adottano richiami di superficie che col loro andamento simulano la fuga del pesce foraggio. Questo eccitatore e conosciuto in tutto il mondo col nome di “teaser” ed è usato, generalmente nei paesi d’oltreoceano, per attirare i grandi Marlin nella scia della barca. Nel mediterraneo Il teaser è impiegato per la ricerca di tunnidi, lampughe ed aguglie imperiali. Il mercato mondiale propone teaser di varie forme e grandezze, ma dai nostri test possiamo asserire che per i mari nostrani i più funzionali sono due:
“Bird”: sono dei richiami da inserire a monte dell’esca; i più conosciuti hanno la forma stilizzata tipica di un aereoplano e realizzati in balza o materiale epoxidico. Questi speciali artificiali hanno il requisito di nuotare in superficie e di produrre un’infinità di salti e schizzi vera e propria somiglianza di un pesce in fuga. Spesso, in presenza di vento ed onda, adottando questo sistema di richiamo, si riesce a dare la giusta traiettoria alle esche senza compromettere l’azione di pesca. Sono catturanti solo se abbinati a delle esche armate. Ci sono più misure in commercio in modo di soddisfare ogni esigenza.
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