“Kayak di categoria” Cronaca semiseria di pesca

In questo articolo non parleremo ne di professionismo ne di mega esperti ma solamente di una realtà vissuta durante il periodo estivo nelle acque antistanti la Versilia. Il freddo e la nebbia ci sta veramente martoriando quindi perché non fantasticare… e rivivere i tepori dei mesi trascorsi…

Come sempre gli Statunitensi sono i veri fautori delle tecniche innovative di pesca sportiva…. Già da una dozzina di anni scorrazzano in lungo e largo nelle acque a stelle e strisce con esclusivi Kayak “SOT” ma anche noi, pescatori “comuni” dello stivale, non ci siamo fatti trovare impreparati e i risultati, come potrete vedere, non sono mancati…

Ogni appassionato di pesca ha desiderato, prima o poi, di possedere un’imbarcazione ma alla fine, fatte le dovute considerazioni quali costi di gestione paragonati alle infinite “magagne” di chi non ha tempo e voglia che sicuramente hanno indotto la maggioranza a desistere…….E lo spensierato racconto di oggi ne è la riprova.

I protagonisti sono Michele Marcucci, noto ristoratore di Pietrasanta ed il suo “Basetta Kayak”. I Kayak impiegati per la pesca sono chiamati “Sit on Top” che vuol dire “seduti sopra” si differenziano dai classici in quanto sono molto stabili e progettati per essere utilizzati più da pescatori che da professionisti della pagaia quindi semplici da condurre e particolarmente sicuri. (I più “in”… li accessoriano con dei pedali.. Ma sarà argomento di un prossimo approfondimento..) Grazie alla singolare struttura e all’auto svuotamento del pozzetto, sono praticamente inaffondabili. Dato il peso contenuto, che si aggira a vuoto attorno alle 50 libbre, sia il trasporto sia il varo non hanno limiti.. Perciò basta un arenile per i nostri protagonisti ed è subito pesca!!

Detto fatto! in seguito ad un acquisto on line di un “Ocean K.” di seconda mano… tutti pronti per il varo del “Basetta kayak”. Dopo i classici tentativi a vuoto del novizio usando steam, minnow, cucchiai eccoci alla svolta….

Michele, deluso delle imbiancate avute, rimembrando i trascorsi di “Tonnarolo/bachinaro”, contatta capitan Pastacaldi amico storico e collaboratore della nostra rivista che in un batti baleno si presenta all’Enoteca Marcucci felice di degustare una cena coi fiocchi e fare due risate in buona compagnia. L’Enoteca Marcucci, oltre ad essere un ristorante alla moda, è il ritrovo di personaggi simpatici e goliardici che tra sfottò ed un calice di buon vino “abbiate fede” sono sicuramente all’altezza di un “Amici miei” del terzo millennio. Pastacaldi si presenta in quel di Pietrasanta con i suoi mitici terminali rinforzati ed espone a tutti commensali l’alta redditività dell’esca “viva” specie nel litorale apuano, classico spot di pesca di tutti noi toscani.

Rinfrancato nello spirito e carico dei consigli del nostro capitano il Marcucci, accompagnato come sempre dal fido “Fausto”, salpano per il mare provando l’innesco del “Vivo”. Essendo sempre di corsa, per sveltire la cosa, a Michele gli viene la malsana idea di innescare delle anguille vive arraffate da un oscuro e innominato bracconiere di “Bientina” dando più grattacapi che risultati…. Al punto di attorcigliarsi al terminale, spesso rovinando tutto il sistema pescante.

Scartata l’idea anguilla, col passare dei giorni le acque del sottocosta cominciano a scaldare e con un po’ d’ingegno e tanta pazienza sia con i “sabiki” sia con dei terminali innescati a tremolina qualche vivo inizia a soggiornare nella vasca del Basetta Kayak. Pagaiando con l’esca viva in acqua la nostra storia ha una svolta…. Michele incomincia a ferrare i primi serra e la gioia ed in particolare la moda scoppia su tutto il litorale. E qui sta il genio folle di Marcucci che si fa allestire il suo mezzo, ovviamente, da far invidia ad una “Fisherman” di classe: cinque portacanna, un raffio per issare i pesci, un’ancora galleggiante per rallentare il moto ed una vasca con ossigenatore per esche vive, su cui si vocifera che, a fine battuta, Michele faccia raggelare una bottiglia del suo champagne “Basetta!”.

La gioia e le emozioni delle ferrate superano la stanchezza del tempo trascorso in mare pagaiando in lungo e largo… ma ahinoi il target del “Big Fish” è ancora lontano. Un giorno, per caso, il Marcucci anche grazie al trascorso di “bigattinaro incallito” riesce a portare al pagliolo una bella mormora. Tutti i comuni pescatori sicuramente sarebbero tornati in terra col piacevole trofeo invece lui “no” insiste e prova la carta “innesco sparide” cosa impensabile fino ad oggi. Il fatico momento è alle porte. Tutto a un tratto la canna di Marcucci si piega e la cicala del rotante inizia a cantare a più non posso! Salti, fughe a pelo d’acqua, recuperi col Kayak sbandato che si avvicina sempre più alla battigia.

La lenza e il terminale di Pastacaldi tengono alla trazione di questo famelico predatore; al volo, dopo una ventina di minuti di combattimento, Marcucci raffia il suo “Big serra” da 4 chilogrammi …. Sicuramente una taglia da ricordare! Tra la gioia e gli sfottò, Marcucci chiama gli amici, portando poi il pesce nei forni dell’enoteca. Noi eravamo lì a mangiare questo pesce bianco delizioso quanto combattivo insieme ai protagonisti del racconto sorseggiando Basetta champagne.

La morale delle storie di pesca è quasi sempre la stessa: andare a pesca, fissarsi sull’obiettivo, imparare dai maestri, ritornarci, essere fortunati e chiamare subito gli amici altrimenti non ci crede nessuno!!

Esaminando la pesca in kayak si capisce il gran senso di libertà e il contatto diretto preda/natura al punto da affascinarsi per la capacità di raggiungere la piena tranquillità a poche pagaiate di distanza dalla battigia lasciando in terra tutta la frenesia dell’era moderna; è sicuramente un metodo salutare per risanare sia il fisico sia la mente. Tutto questo per dire che Michele, col suo modo frizzante di fare e la passione innata per la pesca, è riuscito in poco tempo a coinvolgere tanti amici e clienti al punto di farne un vero tormentone…….

Alla prossima dalla Versilia!!

 

Maurizio Pastacaldi


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