Parlare di ricciola non è mai semplice visto che, in base allo stadio di crescita, questa specie assume comportamenti molto differenti e a volte contrastanti tra loro.
Infatti, la ricciola in giovane età, diciamo fino ad una taglia di 3-5 chili, tende molto a sostare nel sottocosta, dove le correnti sono meno forti, dove con facilità trova habitat che permettono di nascondersi dalle insidie di eventuali grandi predatori e, chiaramente, dove può trovare in abbondanza pesce foraggio che possa lei permettere il rapido accrescimento che la contraddistingue nei primi anni di vita. In questa fascia di età, la ricciola nuota in fittissimi branchi, contraddistinguendosi per un’incredibile voracità che la rende facile preda dei pescasportivi, che la insidiano sia a traina con vivo, o con artificiali, ma anche pescando a spinning, specialmente se parliamo di ricciole fino ad 1 chilo di peso. Parlando di questi pesci, con facilità un angler può riuscire a fare in poche ore vere e proprie stragi, che non hanno nulla a che vedere con la pesca sportiva. Si ricorda che una ricciola può raggiungere e superare i 60 Kg di peso, ed ucciderla in tenera età è un vero e proprio atto criminoso che non può avere alcuna giustificazione.
In età adulta, la ricciola si sposta verso habitat caratterizzati da acque più profonde, stazionando in media su fondali che vanno dai 30 fino, ed oltre, i 100 metri di profondità.
Essendo un pelagico con eccellenti capacità di nuoto, con facilità compie spostamenti (che a volte assumono l’aspetto di vere e proprie migrazioni, più o meno grandi) sempre in cerca di acque che si caratterizzano per temperature ottimali al suo metabolismo e, ovviamente, per la presenza di cibo sufficiente a soddisfare il suo fabbisogno alimentare.
La ricciola ha un modo di vivere tutto suo, che non è paragonabile ad altri predatori target del trainista italiano. Infatti, la ricciola di taglia passa da una fase di attività ad una detta di stasi. Durante quest’ultima fase, staziona in corrente alla base delle secche, oppure in aree libere in acqua profonda. Ci sono anche zone di fango che vengono scelte dal branco e che, apparentemente, non hanno (almeno per noi) alcuna caratteristica particolare ma dove, invece, le riccole tornano sempre a stazionare: aree che possono essere sempre le stesse da un anno all’altro.
Al contrario, come la ricciola entra in attività alimentare, questa tende ad avvicinarsi alle secche per le sue razzie giornaliere. Lo spettro che riguarda le specie attaccabili dalla ricciola è veramente grande e, il più delle volte, le sue scelte alimentari sono dettate da quanto la ricciola ha fame e dalla disponibilità o meno delle sue prede preferite.
Avvicinandosi alla secca, la ricciola può partire dalle zone di fango e sabbia, alla base di questa, potendo attaccare prende che a noi trainasti possono sembrar strane, quali possono essere per esempio pesci lucertola, come piuttosto saraghi sparaglioni (a tal proposito, voglio ricordare un aneddoto riguardante una ricciola di 41 Kg, catturata nelle bocche di Bonifacio, che aveva nello stomaco una ventina di questi pesci del peso di 100 g ciascuno), per poi arrivare nelle aree rocciose della secca in cerca dei grandi branchi di pesce azzurro e, perciò, delle sue prede preferite tra cui tombarelli, alletterati, palamite, sgombri, lanzardi, e grosse alacce, che le ricciole tendono a circondare per poi attaccare singolarmente la preda scelta.
Infatti, una regola da tenere sempre a mente, qualora volessimo dedicare le nostre ore di traina alla ricerca di questo grande predatore, è che la ricciola, a differenza per esempio del tonno, cerca sempre di ottenere il fabbisogno quotidiano di calorie facendo meno attacchi possibili ma mirati, piuttosto, a pesci di media e grande taglia. Cosa che non le è consentita quando deve dedicarsi, invece, a predare sardine o alici.
Tra le altre esche valide per la ricciola possiamo ricordare il barracuda, fino ed oltre il chilo di peso, lampughine, calamari, aguglie, lecce stella, muggini di taglia, grandi sugarelli e occhiate. Anche la seppia può essere attaccata dalla ricciola, ma è spesso un attacco casuale, in quanto sono molte altre le prede che preferisce.
Ci sono certamente molti casi di catture di ricciola con quest’ultimo cefalopode (e anche io posso raccontare di molte occasioni in cui ho avuto attacchi sulla seppia), ma questo è dovuto al fatto che la seppia è un’esca facilmente reperibile, che è molto impiegata nella pesca di altri predatori come il dentice, quindi, sono tantissimi i pescatori che passano molto tempo trainando seppie (perciò, al livello probabilistico, si alzano i numeri di volte in cui una ricciola attacchi una seppia, anche se in realtà questa non è un’esca principe per il nostro grande predatore).