Pesca alla seppia: secondo atto

Pesca alla seppia

Come promesso ecco il sequel dell’articolo sulle seppie… in questo caso prenderemo in esame i materiali

Ad una settimana di distanza dal primo articolo le condizioni meteo eccezionali di questo periodo ci hanno permesso di vivere ogni giorno avventure di pesca alla seppia… Sicuramente non sono prede sportivissime in quanto il combattimento è limitato al recupero a bordo; alla fine è una sfida tra pescatori sia in banchina sia nello spot di pesca… Dozzine e dozzine di piccoli natanti affollano le acque antistanti l’arenile… quindi il nostro intento è quello di mettere in luce nella semplicità della pesca come intraprendere al meglio tale tecnica allo scarroccio.

I materiali

La prima cosa da avere a bordo per il successo è un guadino. Tale oggetto è essenziale in quanto peschiamo con artificiali senza amo muniti di coroncine di spilli senza ardiglione. Le difficoltà sono essenzialmente due in quanto la seppia rimane quasi sempre “allamata” ad un tentacolo e recuperando con continuità e costanza senza gesti estremi può capitare lo stesso che si possa slamare… Il cesto del guadino ci permetterà di issare a pagliolo la nostra amata preda.

Seconda difficoltà è che la seppia appena guadinata cercherà di sfuggire alla cattura spruzzando il getto d’inchiostro..Oltre a colpire noi pescatori è micidiale per i pozzetti delle imbarcazioni quindi conviene lasciare il guadino con la seppia un minutino sottobordo in modo che possa scaricare fuori il “nero”.

Se per caso vi capita di macchiare il gelcoat… il consiglio è di lavare subito con una spugnetta ed acqua di mare altrimenti se secca è molto difficoltoso a togliere..

Quindi guadino lungo in carbonio telescopico e in particolare la rete deve avere maglie fitte gommate in modo che l’artificiale con la corona non rimanga impigliato… A volte anche il polpo rimane ammaliato dalle nostre esche e senza un capiente guadino a bordo non sale…..

Le esche per la seppia.

Essendo una pesca praticata da anni, il mercato offre un’infinità di modelli d’esca a forma di gamberone stilizzato di diversi colori e sagome. E’ bene precisare che ogni litorale ha una sua storia quindi è difficile consigliare uno schema tipo; in ogni caso, il text per non andare alla cieca, è di mettere, quando abbiamo più esche in azione, ognuna di una misura differente e dopo, a seconda dei “bite” avuti, tirare le conclusioni su come impostare la strategia.  A questo punto è bene fare un chiarimento sui colori; i cefalopodi percepiscono gli elementi cromatici in modo diverso all’uomo; ad esempio, hanno una vista molto più sensibile nei confronti delle radiazioni luminose che tendono al rosso e all’arancio inoltre possiedono la capacità di distinguere i raggi ultravioletti anche se solo a breve distanza. A volte, artificiali con colori normalmente adescanti possono, in particolari condizioni di luce, diventare repellenti perché stimolano nella seppia sensazioni di diffidenza e di pericolo. Nella scelta dei colori da utilizzare possiamo orientarci secondo questo schema:

Riguardo le tonalità vicine all’oro, all’arancio, al rosso, ai colori striati, normalmente abbiamo la migliore resa  all’alba ed al tramonto ed in giornate cupe con acque torbide. Il “multicolor” è un colore di fantasia che possiamo considerare un jolly per tutte le occasioni. Infine le tonalità vicine al viola, al verde, al nero sono molto attraenti nelle giornate di poca luce e con acque limpide. Non solo seppie ma anche i calamari amano tali artificiali… Ogni volta che salpate le esche, pulite bene le arpette e la doppia coroncina sia dai detriti sia dai pezzetti di pelle delle vostre prede… è provato che tali corpi estranei fanno da deterrente alle abboccate; un vecchio spazzolino da denti è l’utensile ideale per tale operazione.

BOX: Seppia

Morfologicamente la seppia ha un corpo robusto ed ellittico, con dieci tentacoli dotati di ventose, otto corti e due lunghi e retrattili con i quali cattura le prede. La rigidezza del corpo è garantita da una struttura calcarea; il famoso “osso di seppia”. La bocca si trova al centro ed è provvista di un becco, composto con due elementi che si aprono e si chiudono in modo di poter facilmente sgranocchiare le prede. La loro vita è stimata attorno all’anno. Un’ultima curiosità, le seppie sono molto fertili poiché riescono a depositare nel periodo primaverile migliaia di uova. Questo simpatico cefalopode a una vita media attorno all’anno. La seppia ce la mette proprio tutta per sfuggire alle insidie dell’uomo e ai predatori presenti nell’habitat marino. La loro risorsa per mettersi in salvo è la grande propensione al mimetismo.

Oltre all’ampia gamma di tonalità e striature, la pelle della seppia può diventare liscia o rugosa in modo da confondersi con l’ambiente che la circonda. Altra mossa strategica è l’emissione del famoso inchiostro; altro non è che una nuvoletta nera che disorienta gli avversari e favorisce la rapida fuga. In caso di combattimento però, ha un becco affilato posto nell’orifizio boccale; può essere una vera e propria arma pronta a infierire producendo gravi ferite.

Maurizio Pastacaldi

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