Quello che state per leggere è il primo articolo della nuova testata che TuttoBarche dedica interamente alla pesca ricreativa fatta dalla barca che, appunto, si chiama TuttoBarche Pesca. Con questo articolo si dà il via ad un nuovo percorso, grazie al quale cercheremo di arrivare, insieme, a conoscere tutti gli aspetti, le sfaccettature e le curiosità riguardanti la nostra comune passione, ovvero, la pesca dalla barca.
Proprio in onore della solida e gratificante collaborazione nata con la redazione di TuttoBarche, nonché in onore della nuova sezione Pesca, voglio “aprire le danze” con un servizio dedicato ad un nodo particolarmente affidabile: il Solid Knot.
Andremo dunque a parlare di un nodo sicuramente utile in tutte quelle situazioni in cui si prevedono combattimenti duri e contro prede molto potenti. Sono infatti molte le situazioni in cui l’angler può concedere al pesce allamato poco filo o, addirittura, nulla. E, quando dall’altra parte della lenza abbiamo a che fare con grosse ricciole, cernie o prede tropicali, questo significa dover riuscire in un’impresa ardua, quasi titanica, dove la sollecitazione a cui è sottoposta la nostra attrezzatura, come ogni singola parte del nostro complesso pescante, è veramente estrema. E’ durante queste situazioni che i nostri nodi sono infatti sottoposti ad uno stress massimo.
Vi parlo di nodi, poiché è proprio in questi punti che la lenza è più fragile e i carichi di rottura dei materiali impiegati (quali possono essere nylon e fluorocarbon) scendono in termini percentualistici.
Troppo spesso, in molte pesche come il vertical jigging o la traina, viene scelto un nodo con superficialità, a volte curandosi più della facilità di realizzazione di quest’ultimo che non della sua effettiva affidabilità. Se da un lato la semplicità e la velocità di realizzazione di un nodo ha certamente la sua importanza, dall’altro lato un angler deve avere la certezza che la scelta fatta sia una delle migliori. E’ pur vero che in molte situazioni questo non è un aspetto che ci preoccupa particolarmente. Infatti parliamo di quelle situazioni in cui i combattimenti avvengono in acque aperte, dove il pescatore ha la possibilità di cedere filo senza dover mai forzare il pesce: situazioni nelle quali la maggior parte dei comuni nodi per legare ami e girelle sono più che sufficienti.
La cosa si capovolge, invece, quando ci troviamo in situazioni che sono l’oggetto del nostro articolo. Ovvero, quando già sappiamo che, in caso di abboccata di grosse prede, il tipo di ambiente sul fondo ci costringerà a forzare il pesce come dannati, e quando dunque i nodi impiegati dovranno essere soluzioni ad hoc per la circostanza. Nodi che dovranno inoltre garantirci la possibilità di una perfetta realizzazione anche con fili di un certo diametro e durezza.
Il più delle volte, siamo costretti a forzare i pesci poiché ci troviamo in presenza di grandi ostacoli sul fondo (contro i quali i pesci possono riuscire a rompere la lenza con facilità) come relitti, rocce taglienti o coralli, circostanze dunque in cui è d’obbligo l’impiego di grosso nylon o, meglio ancora, di un generoso leader in fluorocarbon.
Il solid knot è uno dei nodi più diffusi tra gli amanti del vertical jigging. Il suo nome, infatti, deriva dall’anellino (a cui si unisce il leader) che viene impiegato in tutte le pesche verticali. Questo anellino è comunemente chiamato, appunto, solid ring.
Il Nodo Solid, come potrete notare dalla sequenza fotografica step by step di costruzione, più che un vero e proprio nodo è considerato una legatura, che non strozza la lenza e che garantisce un carico di rottura approssimativamente vicino al 95% della portata della lenza impiegata.
Il Solid è impiegato con successo in tutte quelle situazioni in cui si combattono predatori potenti in presenza di rocce e coralli. Aree dove, appunto, è d’obbligo cedere pochissimo filo alla preda.
Il solid knot nasce per essere effettuato con facilità con lenze in flurocarbon tra lo 0,60-0,80 mm.
La cernia bruna (foto in apertura) è uno dei pesci più ricercati dagli amanti della traina col vivo come del jigging. In particolar modo se di grossa taglia, la cernia appena allamato ha una prima fuga che potremo definire esplosiva, con la quale cerca di mettersi a riparo tra le rocce. Se vogliamo riuscire a non farla intanare, dobbiamo contrastare la sua fuga in tutti i modi e, perciò, dobbiamo poter confidare in nodi di massima tenuta.
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