Una petizione per la nautica. L’Italia vuole ricominciare a navigare

Una petizione per la nautica

  • Al Presidente del Consiglio, Dott. Giuseppe Conte
  • al Ministro dei trasporti, Dott.sa Paola De Micheli
  • al Ministro del Turismo Dott. Dario Franceschini
  • al Comandante Generale della Guardia Costiera, Ammiraglio Ispettore Capo Giovanni Pettorino
  • ai Presidenti delle Regioni italiane

Illustrissimi Presidenti, Ministri e Comandante, la nostra rivista intende richiamare la Vostra attenzione sui provvedimenti in tema di emergenza Covid-19 che, allo stato attuale, prendono solo parzialmente in considerazione la nautica da diporto italiana. In particolare siamo a chiedere di voler cortesemente esaminare e decretare di conseguenza, in merito a quanto segue:

  1. Equiparare la nautica privata, ovvero i natanti e le imbarcazioni ad uso privato, ai provvedimenti dei DPCM attuali e futuri, in tema di seconde case.
  2. Di voler rendere possibile il diporto all’armatore e ai famigliari conviventi.
  3. Di voler equiparare i charter, ovvero il noleggio professionale delle imbarcazioni, ai medesimi provvedimenti, attuali e futuri, in tema di strutture ricettive turistico/alberghiere.

Al fine di sensibilizzare la Vostra attenzione viene inoltre predisposta la seguente raccolta di firme, una petizione per la nautica che, meglio di qualsiasi lettera aperta, sarà utile a significarVi la numerosità dei cittadini italiani per cui la situazione attuale rappresenta un problema. 

FIRMA LA PETIZIONE PER LA NAUTICA : QUI IL LINK

Tutti i nominativi raccolti verranno cancellati dai nostri database al termine della raccolta di firme

Motivazioni della petizione per la nautica

La nautica è un’attività sicura, esattamente come lo è la barca che, quando ospita una famiglia o un gruppo di persone che già normalmente convivono al medesimo domicilio, è probabilmente il luogo più sicuro dove stare. La barca è in effetti del tutto paragonabile ad una seconda casa tranne per il fatto che, stando in porto o in mare, ha un numero enormemente inferiore di aree condominiali comuni rispetto ad un abitazione, è quindi più sicura. Una barca non ha ascensori o scale condivise e, quando è in mare, sosta sul liquido e nell’ambiente meno propizio del mondo alla propagazione del Coronavirus.

Il rischio di trasmissione in acqua di mare è praticamente nullo, così come favorevole è l’esposizione alla grande quantità di raggi ultravioletti presenti, sui nostri litorali, in navigazione e all’ancora. Sugli effetti benefici di un ambiente marino sulle persone affette da patologie respiratorie ritengo di non dover aggiungere nulla alla grandissima quantità di testi già scritti, così come sul fatto che l’inquinamento e le polveri sottili, quasi totalmente assenti al mare, siano viceversa un fattore di amplificazione della trasmissione del virus.

Ultimo, ma non per questo meno importante, la nautica, le barche i porti ed i marina, sono certamente quelli dove sussiste la minor concentrazione demografica possibile. 

Altri paesi europei, quelli che si affacciano sul mediterraneo, come la Francia per esempio, si sono già mossi in questo senso e certamente, se rimanessimo indietro, conquisterebbero quote di mercato che, come sempre, sono poi molto difficili da riconquistare.

La filiera della nautica da inoltre lavoro a più di 180.000 addetti che, impiegati sia nei cantieri che nelle strutture ricettive non capiscono, esattamente come gli appassionati, come si possa vietare la nautica, ovvero l’ecosistema più sicuro che c’è.

Luca D'Ambrosio

Direttore responsabile, tester e giornalista. Comincia a navigare in tenera età con il padre poi da adulto scopre la vela e le regate d'altura. Lavora da più di trent'anni in editoria e naviga continuamente, soprattutto a bordo della barca della redazione, una vecchia signora dei mari che ha ristrutturato completamente e che svolge egregiamente la funzione di "laboratorio mobile" per The International Yachting Media.

View Comments

  • Sono comproprietario di una barca con un amico da oltre 30 anni. Siamo quasi sempre usciti in mare assieme, ma non siamo conviventi. Non mi sembra giusto limitare la navigazione ai soli coresidenti. Grazie. Federico Della Rossa

  • la nautica da diporto sia privata che charter non comporta particolari rischi. E' uno dei settori del turismo su cui si può dare priorità alla apertura. Da considerare anche che un settore con circa 180.000 addetti di cui parte stagionali, non possono aspettare decisioni prese all'ultimo momento. Ogni giorno di più potrebbe essere già tardi. Con la speranza che il ministro del turismo prenda in seria considerazione il problema, interfacciandosi subito con gli esperti del settore.

  • E' assolutamente necessario consentire l' accesso alla propria imbarcazione x manutenzione anche se provenienti da regione diversa dal posto d' ormeggio. Questo anche per evitare pesanti discriminazioni sociali ed economiche tra chi vive in regioni differenti.

  • Dopo oltre due mesi passati rigidamente a casa, per prendere un po' d'aria con la mia famiglia, domenica sono stato costretto ad andare in uno dei tanti parchi romani... molto affollato!!! Vista la situazione sono dovuto urgentemente rientrare a casa… Sarebbe stato molto meglio dal punto di vista della sicurezza, passare una giornata con la mia barca, con la mia famiglia. Francamente l'ho trovato ridicolo!

  • Bisogna che questi incompetenti capiscano che andare in barca é più sicuro che andare al supermercato se poi vai con la tua famiglia cosa rischi? Gli altri paesi stanno aprendo tutto Croazia e Grecia stanno già invitando ad andare da loro, vediamo di perdere il poco lavoro che abbiamo. Tutte il settore nautico deve fare fronte comune, buon vento a tutti e speriamo⛵🛥️🚤

  • Ma si scherza in mare tutto questo pericolo non esiste é 20anni che vado in barca con là moglie e basta.

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