“I piaceri della vela” sono anche i dispiaceri della vela. Come spiegarlo se non leggendo Nicoletta Meregaglia, che porta in parole un’esperienza ventennale come skipper di grande esperienza.
Perché navigare tal volta è un paradosso, dove sacrifici, sforzi e convivenze difficili, rendono migliori e felici. Di più: la quota rosa è al 100 percento.
Traversate oceaniche, isole esotiche, Mediterraneo: tutto dell’arte di navigare passa in questo libro pubblicato da Ugo Mursia Editore.
È puro sapere nautico per la barca a vela. Va letto soprattutto per fugare i dubbi che sopravvengono ad ogni velista degno di chiamarsi tale.
Previsti e imprevisti ci sono tutti.
Il più eclatante narra di un motore che riprende a funzionare «sì ma solo in retromarcia» ed ecco una manciata di miglia nautiche snocciolate per arrivare all’ormeggio come una barca- gambero.
Meccanici improbabili, eliche imbrogliate, cime rotte, ancore da spedare, alaggi inaspettati, pesci volanti a bordo. Ma su tutto domina il vento, il buon vento e i regali del suo mare.
Ci sono istantanee da brivido come il «fantasma di plancton» che poi diventa l’ingrediente perfetto per una carbonara, buonissima. Le Azzorre e la ferramenta di Santa Maria, aperta per un bullone, che serve a riparare la timoneria. Ma anche farabutti e pirati in rada. È un vero «On the sea».
Tanta azione ne “I piaceri della vela” che, inutile dirlo, si legge d’un fiato e arricchisce la cultura di mare con un vocabolario tecnico sopraffino. Ma di più c’è che il libro porta l’appassionato di vela, o l’armatore esperto, a conoscere varie ed eventuali che si verificano in crociera e a cui non si potrebbe pensare mai.
L’autrice intercede con veemenza su quelle che sono le difficoltà dell’equipaggio, fatto di persone le quali, volente o nolente, con abitudini “civili”, devono rispondere a una gerarchia non del tutto vincolante ma comunque presieduta dalla capitana in questione.
Nicoletta Meregaglia prima psicologa poi skipper a tempo pieno, dal 2001, porta la sua (prima) professione dapprincipio in barca sul mare e poi ne “I piaceri della Vela”.
I Piaceri della Vela, psicologia di bordo
Lo fa attraverso un’analisi attenta dell’equipaggio e dei suoi allievi, scoprendo i lati nascosti, gli egoismi che intercorrono gonfiati esponenzialmente, durante le traversate, a complicare tutto. Ma Meregaglia risponde sempre in modo genuino, riporta il suo vissuto sail come una vecchia lupa di mare e qui la declinazione inclusiva è davvero d’obbligo. Perché “I piaceri della vela” è anche questo: il mare visto dalla donna capitana. Tante storie di equipaggi prodigiosi, spesso solo femminili, che si avventurano finanche nell’oceano.
Per Meregaglia in mare ci sono amici e amiche, allievi e sconosciuti; così l’animo umano e più profondo del navigante le si svela nel piccolo: le decisioni combattive per una spesa fra carnivori e vegani, i cambi di turno al timone non rispettati, il gesto di allungare una cerata a chi si sta bagnando sotto la pioggia, non pensando solo per se stessi.
Chi non sa quello che può succedere durante la navigazione d’altura e chi vuole prevederlo meglio, deve leggere “I Piaceri della Vela” (290 pagine, 17 euro).
«Le planate erano continue, lunghissime ed emozionantissime, e timonare era magnifico. Di notte, senza luna, e quindi al buio, con vento e onda formata, sentire la barca che parte in surf a 15 nodi e sapere di non poter sbagliare».
Si dice che prima di partire per non dimenticare nulla, bisogna riflettere a ogni parte del proprio corpo: alla testa servirà un cappello, agli occhi gli occhiali e così via… Con Nicoletta Meregaglia la vela trova la sua checklist, da vistare prima di ogni uscita in barca. “I piaceri della vela” in più si offre ironicamente al lettore, dove quell’ironia traspira e lo fa con intelligenza, quella stessa facoltà che ci porta in mare con successo.
“I piaceri della vela” è disponibile qui.