Viene chiamato anche “mare interno” il tratto dello Ionio compreso tra la penisola greca e le isole di Leucade, Cefalonia e Zacinto. È qui che si trovano alcune isole e isolette gettonatissime nella bella stagione, da tutti i diportisti in cerca di un valido riparo per la notte e di un buon punto di partenza per continuare la navigazione in questo affascinante arcipelago.
È il caso di Kalamos, che si trova a sud est di Leucade e, assieme a Meganisi e Kastos, è spesso presa d’assalto durante i fine settimana estivi, da turisti esteri ma anche da molti greci in libera uscita per il weekend.
Come spesso accade in queste zone, l’isola in sé non offre grandi attrattive turistiche, intese come paesi da visitare, musei, chiese o altre costruzioni di particolare interesse; di suo ha però una natura rigogliosa e bellissima, caratterizzata da estese macchie di pini ed eucalipti, che possono essere attraversate da uno dei tanti sentieri che solcano la superficie dell’isola. Curiosità: alcune specie di pini sono autoctoni e si trovano solo qui.
Del resto i due centri abitati di Kalamos sono misucoli o quasi. Il paese che prende nome dall’isola conta nemmeno 500 abitanti, l’altro centroi “abitato”, per modo di dire visti i suoi circa 60 residenti, è Episkopi, sul lato nord dell’isola. Porto Leone, a sud, è stato abbandonato in seguito al terremoto che ha colpito l’isola a metà del secolo scorso.
Dunque se programmate una visita a terra, portatevi un paio di buone scarpe, un libro da leggere e godetevi il relax nella natura e l’atmosfera un po’ fuori dal tempo che caratterizza tutta l’isola. Il piccolo paese di Kalamos offre supermercato, panetteria, qualche bar e taverna. Tra cui la taverna di George, famosa e apprezzata dai diportisti perché, diciamo, sopperisce alla mancanza di servizi per chi arriva con la barca. Il personale della taverna infatti, oltre ad aiutare nell’ormeggio spesso e volentieri, offre doccia e servizio lavanderia a prezzi irrisori (oltre che, ovviamente, servire lauti pasti).
A sud dell’abitato si trova invece una bella spiaggia di sabbia, vicino a un ben conservato mulino a vento, mulini che non mancano in questa zona della costa. Nella parte alta del paese di Kalamos potrete trovare dei piccoli bar che non sono stati ancora intaccati dal turismo moderno, uno scorcio della Grecia tradizionale che vale la pena di vedere.
Arrivare a Kalamos via mare è abbastanza semplice, l’isola si eleva per quasi 800 metri sul livello del mare ed è facilmente individuabile. Arrivando da sud fare attenzione all’isolotto di Nisis Formikoula, il fondale è molto basso nelle vicinanze, tenetevi a distanza. Stesso discorso se si arriva da nord: nessun pericolo in particolare ma si trovano scogli in prossimità della costa, tenetevi ad almeno 100 metri di distanza e starete tranquilli. Il canale tra Kalamos e la vicina Kastos può essere insidioso con forti venti.
L’ingresso al porto avviene da nord, passando tra il frangiflutti che si estende in direzione nord est e il piccolo molo di ovest: la profondità qui è di 3, 5-4 metri, l’ingresso non pone particolari difficoltà. All’interno, troverete circa una trentina di posti barca tra il lato interno del frangiflutti e la banchina sul lungomare del paese di Kalamos. Le profondità all’interno del porto si aggirano sui 2,5-3,5 metri. Attenzione che in un tratto del frangiflutti, più o meno nella zona più esterna (verso l’ingresso del porto), la profondità si riduce a solo un metro a causa di alcune rocce molto grandi che fanno parte della struttura: le imbarcazioni che pescano di più dovranno ancorare a una certa distanza e tirare una cima o due fino al frangiflutti. In ogni caso, per tutti gli ormeggi presso il frangiflutti (ma anche per quelli alla banchina del paese) dovrete far ricorso all’ancora, il fondo è comunque buon tenitore con sabbia e fango.
Come accennato in precedenza, non ci sono servizi presso questo piccolo porto. No colonnine, no rifornimento carburante, niente di niente se si eccettua i servizi offerti dalla taverna menzionata più sopra.
Per quanto riguarda venti e ridosso: il porto di Kalamos offre buon riparo da tutti venti tranne che da quelli di sud e sud-est. Se questi sono forti, entra una fastidiosissima corrente che fa sì che gli ormeggi non tengano. Problema che è maggiormete avvertito se siete ormeggiati nella parte terminale del frangiflutti.
Siccome il porto di Kalamos tende a riempirsi in fretta in estate, meglio prendere nota di due ancoraggi alternativi. Il primo è il piccolissimo porto di Episkopi, sul lato nord dell’isola: c’è spazio solo per 5 o 6 barche perché qui ci sono barche di pescatori e il traghetto che fa servizio sull’isola, e inoltre il porto offre pessimo riparo e va visitato solo con mare calmo e assenza di vento.
L’altra alternativa è Porto Leone, che un tempo era il porto principale dell’isola ma è stato abbandonato dopo il terremoto del 1953.
Qui c’è un po’ più di scelta: una caletta a nord del paese abbandonato, che offre buon riparo da tutti i venti, profondità di 10-12 metri e buona tenuta, un’altra caletta più ampia a sud del paese, profondità 6-7 metri e buon riparo ma raffiche anche forti verso sera provenienti dalle alture dell’isola, e infine due pontili di legno proprio in prossimità dell’ex-abitato, presso i quali un massimo due imbarcazioni possono ormeggiare.
A Porto Leone l’ancora tiene bene (sabbia e alghe) ma il ridosso è offerto solo per i venti da ovest e nord-ovest, mentre con quelli da est e nord-est si balla parecchio.
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