Poco meno di duemila abitanti, un mare da brivido, panorami rilassanti e villaggi pittoreschi: benvenuti ad Amorgo, la più orientale isola delle Cicladi, a un passo da Nasso. E se non sapete di cosa stiamo parlando, forse conoscete invece il film “Le grand bleu”, piccolo capolavoro di Luc Besson ambientato e girato proprio su quest’isola.
È un’isola piccola (126000 km quadrati di superficie circa) e che – forse perfortuna – non può contare su grosse attrattive turistico-commerciali; un’isola piuttosto spoglia anche come vegetazione e abbastanza arida, tanto che in alcuni periodi estivi è costretta a importare acqua da isole vicine. Ciononostante, Amorgo ha un fascino tutto suo che è impossibile negare.
La costa settentrionale è caratterizzata da piccole baie con splendide spiagge sabbiose, quella meridionale, al contrario, si presenta scoscesa e ricca di alte scogliere. Proprio qui si trova il sito turistico forse più noto dell’intera isola, il monastero di Panagia Hozoviotissa, letteralmente scavato e “incastonato” nella roccia, visibile quasi più dal mare che dalla terraferma.
L’isola di Amorgo è stata abitata sin da tempi antichissimi (3000 anni prima di Cristo) e ha subito alterne fortune, passando sotto la dominazione di romani e ottomani, venendo usata come luogo di confino ed essendo spesso preda dei pirati. Non è un caso, infatti, che il capoluogo dell’isola, Chora, si trovi a 400 metri di altezza nell’entroterra, in posizione favorevole per sorvegliare entrambi i versanti.
Altri centri abitati sono Egiali, porto commerciale a nord-est dell’isola, e Katapola, dove si trova il porto solitamente utilizzato dai diportisti che approcciano l’isola.
Ma non sono certo i centri abitati ad attirare I turisti ad Amorgo. Amorgo è un’isola magica e selvaggia: ventosa, molto (ne parleremo tra poco), brulla, montuosa, con un’atmosfera fuori dal tempo, ti avvolge nel suo incanto e ti contagia con la sua magia.
Arrivare alla stretta e allungata Amorgo in barca non presenta nessuna difficoltà pratica. Attenzione, però: come detto, Amorgo è molto ventosa, soprattutto in estate, e non è infrequente beccarsi dei forti meltemi arrivando da nord. Prestare dunque molta cautela poiché raffiche e correnti possono essere di tutto rispetto.
Il porto cui dirigersi è quello di Katapola, che si trova a ovest sulla costa settentrionale dell’isola, nell’omonima profonda baia aperta a occidente.
Questa sua caratteristica lo rende un porto ideale per ripararsi dal meltemi, e in generale davvero da tutti I venti; offre un valido ridosso e un fondale buon tenitore fatto di sabbia e alghe. In realtà parlare di “porto” può sembrare fuorviante poiché non c’è una vera e propria struttura, si tratta di una parte di riva banchinata, quella sud-occidentale della baia.
Una volta arrivati a Katapola, conviene cercare ormeggio presso il molo ovest o quello sud, facendo attenzione a non occupare I posti riservati ai traghetti che fanno la spola dal Pireo. Le profondità qui si aggirano sui 3-5 metri. La “questione” traghetti è cruciale soprattutto nel weekend: alcuni di essi, infatti, arrivano al sabato e partono al lunedì, se avete l’ancora nei pressi… dovete attendere il lunedì mattina per salpare!
Sul fronte servizi, siamo sotto al minimo essenziale. Non c’è possibilità di rifornimento, non ci sono colonnine con l’elettricità e l’acqua è molto molto poca, soprattutto in luglio e agosto. Ad ogni modo al molo potete trovare l’ufficio della guardia costiera e chiedere lì tutte le informazioni che vi servono. Nella città di Katapola invece non manca quasi niente: bar, ristoranti, internet café, lavanderia a gettoni, moleggio di auto e moto.
E se non trovate posto in porto, c’è sempre la possibilità di ancorare nell baia di Katapola, nella parte nord, di fronte alla spiaggia. Il paese è a tiro di tender.