Kos

Coo, Kos in greco, isola “spartiacque” dell’arcipelago del dodecaneso, isola greca ma più vicina alla Turchia che al continente greco: sono tanti I motivi che vi possono indurre a visitare l’isola di Coo e la città omonima suo capoluogo, un concentrato di storia e turismo quasi senza pari in Grecia.

Coo è la città di Ippocrate, il padre della medicina, che qui ha passato la sua vita; molto tempo si dice l’abbia speso seduto a pensare sotto il platano che ancora porta il suo nome, e che dunque ha la sua età ed è a buon diritto considerato l’albero più antico d’Europa (visitabile, e offre un bello spettacolo).
Ma è anche la città abitata e profondamente cambiata dai Cavalieri di San Giovanni, già padroni di Rodi, che dall’inizio del 1500 ne cambiarono il volto coostruendo fantastici palazzi visitabili ancor oggi.

E non dimentichiamoci che è anche, in piccola parte, l’isola degli italiani, che qui regnarono per la prima metà del Novecento e costruirono anche loro numerosi edifici.
Ecco perché visitare Coo significa fare un excursus temporale e culturale lungo più di 2000 anni. Nel cuore della città, infatti, troviamo i resti dell’antica agorà, le terme di epoca romana, il gymnasium, l’odeon, la casa romana, I quartieri “italiani” edificati negli anni ’30 del secolo scorso e tanto, tanto altro ancora (come non citare il museo archeologico cittadino, che contiene molti tesori).

Arrivando dal mare, non si può non notare uno dei monumenti più famosi e importanti dell’intera città: il Castello dei Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni, chiamato anche Castello Neratzia, che si trova proprio all’ingresso del porto cittadino, o porto vecchio, o ancora porto Mandraki. Mura e torrioni del castello risalgono al 1315 e sono ancora oggi visitabili, come l’intero edificio, e la vista e le emozioni che si godono da lì sopra sono unici.

Ma veniamo alle faccende più prettamente nautiche. Il porto di Coo è da sempre il porto di forma circolare situato proprio ai piedi della città, chiamato semplicemente porto di Kos, o porto Kos Mandraki. E’ parte del cuore nevralgico della città e ormeggiare qui ha il suo fascino: proprio sotto al castello, vicino al platano di Ippocrate, a due passi a piedi dall’agorà. Certo tutto ciò ha un suo prezzo: la tranquillità. Scordatevi silenzio e pace. Coo è una città molto frequentata, molto attiva, potete trovare tutto nelle sue vie, sia di giorno ce di notte, la vita nottura è infatti uno dei fiori all’occhiello della cittadina. Dunque mettetelo in conto.

Così come mettete in conto che avrete parecchie difficoltà a trovare un posto barca nella bella stagione. Anche adesso che il porto è gestito dal vicino Kos Marina e che nuove aree sono state adibite alle barche in transito, i posti non superano la quarantina e sono sempre molto contesi. Arrivare a Coo non presenta pericoli particolari tranne le secche in corrispondenza di Capo Kum, a nord del porto. Il ridosso offerto è discreto, il porto soffre i venti provenienti da nord e nord-est (direzione verso la quale è aperto), che causano considerevoli correnti all’interno del bacino.

Qando vi approcciate al porto, chiamate lo staff sul canale 74 del vhf per chiedere disponibilità di un posto barca ed essere indirizzati al posto giusto. Attualmente, le imbarcazioni in visita ormeggiano proprio sotto al castello, sul lato est del porto, e sulla parte esterna di nord-est, che però è  praticabile solo in condizioni di mare tranquillo. Si ormeggia di poppa (l’ormeggio laterale ha una maggiorazione dell’80%) e si dà fondo all’ancora in profondità di circa 5 metri, fondale fangoso di ottima tenuta; la profondità a poppa è di circa 2 metri.
Il lato sud del porto è riservato ai caicchi che portano i turisti in gita giornaliera.

Per quanto riguarda i servizi, trovate colonnine con acqua ed elettricità sulla banchina sotto al castello: sono attive però solo in stagione, ovvero da maggio a settembre circa. Il carburante può essere recapitato in porto, chiedere al personale per informazioni. L’acqua si paga, l’elettricità no. I servizi igienici sono in comune con il terminal traghetti; non ci sono docce.

Enrico Gusella

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