Santorini, chi non l’ha sentita nominare almeno una volta nella vita? La famosissima isola dell’arcipelago delle Cicladi è una delle mete più amate dal turismo estivo in transito nel mar Egeo. E non solo dai diportisti, perché Santorini è frequentata davvero da tutti, chi ci arriva per aereo e chi per nave, e chi ancora viene scaricato dai numerosi traghetti che effettuano corse giornaliere dalle altre isole vicine.
Il perché di tanto successo è presto detto: Santorini è uin luogo magico e affascinante, rovinato solo – è il caso di dirlo – dal turismo di massa che negli ultimi anni ha un pò omologato negozi e proposte gastronomiche. Impossbile sottrarsi all’orda di turisti se si decide di visitare Santorini; c’è da dire però che l’unico vero porto presente sull’isola (l’unico che offra strutture e servizi per il diporto) si trova piuttosto fuori dalla “zona calda”, ovvero all’estremità sud dell’isola. Siamo lontani dal capoluogo Fira (Santorini), da Imerovigli coi suoi famosi tramonti, dal porto dei traghetti che sbarcano turisti a centinaia e anche dall’aeroporto.
La storia di Santorini è anche uno dei motivi principali del suo fascino. L’isola è di origine vulcanica, anzi l’isola è un vulcano, ancora attivo, che nel corso dei secoli con la sua attività ha fatto emergere e sommergere isole e isolette circostanti cambiando più volte la fisionomia della zona. Le spiagge nere e la pietra pomice presente sull’isola ci ricordano ciò. L’attività sismica, ovviamente, non manca, e anzi l’ultimo devastante terremoto risale appena al 1956.
Ma Santorini non è solo disastri e tragedie: è anche un’isola ricchissima di reperti archeologici e famosa per i suoi bellissimi affreschi, che offre panorami e tramonti che definire da cartolina è poco, e che vi ammalierà con le sue atmosfere e… con il suo buonissimo vino.
Navigare intorno e “dentro” a Santorini, ovvero nella caldera del vulcano (che si trova tra l’isola principale e le isolette a ovest), è un’esperienza emozionante e affascinante. Passare sotto a Fira, che si affaccia dalle alte scogliere bruno-nere, è sicuramente da consigliare. Non temete, nonostante si navighi all’interno di una caldera, la zona è molto ben mappata sulle carte e pericoli concreti non ce ne sono; anche se molti comunque si ricorderanno della nave passeggeri Sea Diamond affondata poco al largo di Santorini, dopo essersi incagliata su una scogliera vulcanica (incidente che provocò due morti).
Dopo aver fatto questo spettacolare giro che caldamente vi consigliamo, ci si dirige sul lato sud dell’isola dove, praticamente nel punto più meridionale, si trova il marina di Vlichada, ai piedi dell’omonimo paese. È l’unico marina a Santorini e, come spesso accade in Grecia, non è finito. Prestare particolarmente attenzione all’approccio al porto: due grandi vecchi frangiflutti giacciono tuttora sommersi davanti alla struttura attuale del porto, il braccio di est, quello più grosso, blandamente segnalato da una boa luminosa. L’approccio più sicuro è quello da ovest-sud-ovest, il consiglio è di studiare attentamente la carta prima di dirigersi al marina.
All’interno, due strutture semicircolari sono protette da un nuovo frangiflutti che si estende da nord-ovest; ci si ormeggia all’interno o all’esterno di queste strutture, sgomitando (bisogna dirlo!) con le barche delle compagnie di charter e con quelle dei locali. Trovare un posto in alta stagione, vi avvisiamo, non è affatto facile.
Prestare attenzione anche al fondale, non spicca per profondità e viene dragato regolarmente per rimanere intorno ai 2 metri, 2,5 metri massimo. Sul fronte servizi, a fronte di una tassa di soggiorno modesta (poco oltre i 20 euro per un”imbarcazione di medie dimensioni), avrete acqua, elettricità, servizi igienici e wi-fi gratuito. Non c’è carburante ma il ristorante che domina la scogliera sopra al marina può organizzare una consegna in porto dalla vicina stazione di servizio. Rivolgetevi sempre al ristorante per noleggio di auto o scooter… e ovviamente per mangiare.