Porto di Sperlonga

Una caratteristica dei mari interni come il Mediterraneo è la creazione di porti a bacino nei quali spesso si sfrutta un ridosso naturale ampliato con opere artificiali per creare un approdo turistico. A questa categoria appartiene il porto di Sperlonga, un ottimo ormeggio nel Lazio.

Nel lontano 1954 è stata avviata la creazione del primo approdo rifugio per i pescherecci a Sperlonga grazie a un primo finanziamento dell’allora Ministero dei Lavori Pubblici, erogato per accontentare le esigenze dei pescatori del luogo e dei diportisti.

Con gli anni la funzione turistica e ricreativa è diventata prevalente, grazie alla qualità delle acque marine, alla bellezza del litorale che include il Parco Regionale della Riviera di Ulisse e alla vicinanza delle isole Pontine, raggiungibili nel raggio di 30 miglia marine.

Per realizzare il nuovo bacino ci sono voluti 22 anni. Lo studio portuale era iniziato negli anni ’90; la prima domanda di concessione demaniale per l’ampliamento fu inoltrata nel 2001, ma in seguito a rilievi della Corte dei Conti l’appalto è slittato per anni finché nel novembre del 2008 sono stati finalmente aperti i cantieri su progetto di un giovane architetto sperlongano.

Il nuovo porto è stato completato nel 2013 raddoppiando i posti barca e ammodernando le strutture, ma sempre rivolgendo l’attenzione alla sostenibilità ambientale. Grazie alla particolare attenzione impiegata nella progettazione e nella realizzazione, l’approdo risulta bene inserito in un paesaggio di grande pregio.

Due collegamenti idraulici tra i bacini e l’apporto di acqua proveniente dalle vicine sorgenti assicurano un efficace ricircolo delle acque nei due bacini così da rendere l’acqua limpida. La gestione delle reti e dei servizi fondata su questi criteri ha consentito di realizzare un impianto per la raccolta delle acque di sentina convogliate ad un depuratore chimico, nonché un impianto per la ricezione e lo smaltimento delle acque meteoriche.

Moli e pontili galleggianti, pavimentati in listoni di legno, sono dotati di impianti per la distribuzione dell’energia elettrica, di acqua potabile e di acqua di lavaggio a servizio delle imbarcazioni in sosta. I liquami dei w.c. chimici delle imbarcazioni possono essere scaricati in un punto di raccolta specifico vicino al distributore di carburante. Le utenze a pagamento sono attivabili mediante scheda prepagata.

Alcuni tratti delle banchine sono riservati ai pescatori di professione, alle imbarcazioni del servizio di ricerca e soccorso in mare della Guardia Costiera e all’ormeggio delle barche in transito.

Le imbarcazioni sono accolte in condizioni di assoluta sicurezza e l’approdo è dotato di tutti i servizi a terra: uffici amministrativi, reception, guardianaggio, servizi igienici con docce, lavanderia.

Per i diportisti è disponibile un’area di parcheggio riservata. L’approdo ospita un diving club che organizza corsi ed escursioni subacquee.

Il Comune di Sperlonga ha affidato torre Truglia, una torre di avvistamento realizzata nel XVI secolo, alla società che ha realizzato e gestisce il porto di Sperlonga per promuovere manifestazioni culturali e laboratori di educazione ambientale. Accanto ad essa si anima la vita in spiaggia: dai campionati di kitesurf alla sfida di beach rugby, alle passeggiate a cavallo all’alba o dopo il tramonto.Tra l’approdo e l’area archeologica della Grotta di Tiberio si estende la spiaggia dell’Angolo, considerata una della più belle del Lazio da Legambiente e dal Touring Club Italiano.

La società Porto di Sperlonga promuove manifestazioni e laboratori di educazione ambientale, come previsto dalla Direttiva Cee per il riconoscimento della bandiera blu per i porti.

Per limitare il traffico automobilistico è attivo un servizio navetta che utilizza un veicolo elettrico per permettere agli utenti di spostarsi dall’area del nuovo parcheggio all’ingresso di Sperlonga fino all’interno dell’approdo. Si perfezionano anche i servizi di prenotazione.

L’approdo è costituito da un molo sopraflutto che si sviluppa per 200 m in direzione NW – SE e da un molo sottoflutto. Un braccio centrale crea due bacini di 13 mila mq complessivi cui si accede attraverso un canale largo 13 metri e lungo 90. All’interno della parte vecchia della darsena restano i colorati pescherecci locali, con uno spazio loro riservato.

 

Enrico Gusella

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