Porti turistici : fornire un buon servizio rispettando le norme restrittive
Il lockdown volge fortunatamente al termine e i porti si preparano ad accogliere gli armatori che, sicuramente, avranno già capito come la barca rappresenti il modo più sicuro per evadere, termine quanto mai appropriato oggi, e passare weekend e ferie con i propri cari.
In questo scenario, i porti turistici rappresentano un punto nodale della sicurezza e si stanno ovviamente organizzando per adeguarsi alle norme di contenimento anti-Coronavirus. L’obiettivo è applicare in maniera efficace un programma in grado di coniugare la sicurezza della clientela e del personale con la gestione dei flussi, che riguardano il transito delle unità da diporto, l’imbarco e lo sbarco delle persone a bordo, e tutte le attività collaterali, quali ristorazione e servizi vari.
L’emergenza pandemica, infatti, impone anche ai porti turistici di riformulare alcune prassi consuetudinarie, al fine di continuare a essere pienamente operativi, tutelando al contempo la salute di tutti: staff, villeggianti, armatori ed equipaggi.
Distanze in banchina e catering a bordo
“La disponibilità di ampi spazi e la moderna struttura del nostro marina ci permetteranno di rispettare facilmente le regole sul distanziamento sociale – spiega Giorgio Casareto, direttore del Marina di Varazze – La banchina del porto, lungo la quale si sviluppa una serie di ristoranti e bar, gode di aree piuttosto generose e questo ci darà la possibilità di ridurre al minimo le penalizzazioni in termini di servizio. In queste settimane, stiamo concordando con i nostri operatori le misure che ci consentano di preservare quanto più possibile la quantità di posti a sedere nei locali e nei ristoranti, nel rispetto delle distanze che verranno stabilite, sebbene a oggi non siano ancora noti i dettagli. Quando avremo disposizioni precise, non saremo comunque impreparati ad allestire tavoli riservati a pochi commensali”.
C’è poi una buona percentuale di armatori che preferisce godersi la cena a bordo del proprio yacht con pochi amici e familiari. A loro Marina di Varazze dedicherà un servizio di ‘catering a bordo’. “Chi preferisce una cena in perfetta privacy, senza rinunciare alle proposte gourmet dei tanti ristoranti del marina, potrà gustare ottimi piatti direttamente in barca, consegnati con la massima puntualità, dal momento che il servizio è praticamente a chilometro zero”.
Comodità e sicurezza: un binomio che si sposa perfettamente con la tesi, particolarmente cara a noi di TIYM, secondo cui l’imbarcazione rappresenta il luogo più protetto dal contagio. “Chi ha la possibilità di trascorrere una vacanza in barca, in questo momento più che mai, gode davvero di un particolare privilegio, indipendentemente dal tipo di barca che possiede e dalle sue dimensioni – commenta Casareto – Quando si è ormeggiati in porto, si crea una distanza fisicamente superiore al metro anche tra vicini di barca, quindi la permanenza in porto è già di per sé compatibile con la regola del distanziamento sociale. Spero davvero che gli armatori possano apprezzare la tranquillità e la sicurezza, anche dal punto di vista psicologico, che la permanenza in porto potrà garantire”.
Lo yacht è come stare a casa, ma in mare, quindi è un luogo protetto
Anche Andrea Barbagelata, presidente del Marina Porto Antico di Genova, è del parere che la barca sia come un nido protetto perché “rappresenta la proiezione del contesto domestico in mare, quindi siamo liberi di comportarci in barca come ci comportiamo a casa. Non a caso, secondo Federagenti, i megayacht saranno i pionieri del nuovo turismo di sicurezza, perché dotati di spazi di grandi dimensione, ma anche imbarcazioni più ridotte come i day-cruiser consentono di mantenere un minimo di distanza tra gli ospiti, sia sottocoperta sia all’esterno”.
Qualche settimana fa, Assomarinas, l’associazione italiana dei porti turistici, ha diramato alcune linee guida per la sicurezza nei porticcioli che sono state poi trasmesse ai singoli associati, invitati a personalizzarle in base alle logistiche di ciascun marina.
“Sono regole di buon senso e non vanno impattare in modo invasivo sulla vita dei diportisti – spiega Barbagelata – Oltre a mantenere la distanza di almeno un metro tra le persone, nel nostro porto invitiamo a igienizzare periodicamente la coperta dell’imbarcazione, evitare di camminare scalzi sulle banchine, quindi indossare delle calzature e utilizzare guanti quando si vanno a toccare le attrezzature del porto come le colonnine elettriche, i manicotti dell’acqua o i cassonetti dell’immondizia. Per quanto riguarda gli accessi agli ambienti comuni, come i servizi igienici o la direzione del porto, fisseremo all’ingresso di ciascun locale un cartello che indica il numero di persone che può essere contemporaneamente presente. Questo garantirà sicurezza e turnazione”.
Come il Marina di Varazze, anche il Marina Porto Antico è rimasto operativo, in tutta sicurezza, durante il lockdown. “Noi siamo sempre stati disponibili con i nostri clienti per ogni genere di servizio e, oggi più che mai, cerchiamo di accontentare le loro esigenze. Tanti servizi previsti in estate vengono già forniti, penso al trasporto bagagli, che verrà potenziato in modo tale da diminuire l’affollamento di persone. Altri servizi, invece, sono stati sospesi, come il fabbricatore di ghiaccio, perché tutti possono metterci dentro le mani. Inoltre disincentiveremo lo svolgimento di feste o ricevimenti a bordo, per evitare che siano coinvolte persone non appartenenti al nucleo familiare e quindi che si formi la calca in banchina. Tutto questo, ovviamente, dovrà essere valutato in base all’andamento dell’epidemia nel corso dell’estate e alla luce delle indicazioni da parte degli organismi sanitari competenti”.
Nei porti turistici lavorare in sicurezza non è una novità
Gennaro Coretti, presidente della Darsena San Marco di Grado, ci dice che anche nel suo marina-resort è tutto pronto in vista dell’estate post emergenza: “Disponiamo di molti servizi, tra cui la ristorazione. Abbiamo un ristorante che già ora fornisce servizio a domicilio e nei prossimi mesi faremo consegna dei piatti a bordo. Come cantiere gestiamo in prevalenza barche a vela e, poiché il mio motto è ‘la vela è passione, il motore è ostentazione’, spero che quest’estate la passione smuova i cuori dei clienti per venire a trovare le loro creature”.
Per quanto riguarda la sicurezza, oltre al fatto di essere concorde sul concetto di barca intesa come luogo protetto, Coretti non ci vede nulla di nuovo rispetto a prima: “I nostri operai, che in cantiere si occupano in prevalenza di rimessaggi, carene e lucidatura, sono obbligati da anni a indossare le tute in tyvek, la maschera con respiratore e gli occhiali protettivi chiari mentre, ad esempio, grattano una carena, e hanno sempre lavorato distanziati. Insomma, se erano super protetti già dieci anni fa, figuriamoci ora.
La nostra unica novità è l’acquisto di un macchinario per la sanificazione a ozono, che usiamo non solo per gli uffici ma anche per i locali comuni, come la reception, gli spogliatoi i bagni e le docce”.
La Darsena San Marco è la sede della rete d’impresa dei marina del Friuli-Venezia Giulia e comprende un osservatorio che monitora gli stati di fatto di tutti i porti turistici della regione. Qui giungono tutte le comunicazioni ufficiali in merito anche a misure sindacali, ordinanze regionali e decreti nazionali. A fare da ponte per lo scambio – dalla frequenza particolarmente elevata, in questo periodo – di direttive sono le capitanerie di porto.
La collaborazione tra i porti turistici e le capitanerie
“La positiva collaborazione tra capitanerie e marine – dichiara Giorgio Casareto – potrà agevolare senza dubbio la corretta applicazione delle norme una volta che ne sia stata data interpretazione ad hoc“.
A volte, però, tra capitaneria e porto possono verificarsi, come è normale cha sia, rallentamenti nella trasmissione delle informazioni. Andrea Barbagelata, a questo proposito, ci tiene a sottolineare che “i militari delle capitanerie di porto stanno in prima linea e lavorano sul campo rischiando la propria salute per proteggere la nostra, quindi a loro non va che un grazie grande e sincero. Comprendiamo perfettamente la situazione attuale: queste norme si susseguono a ritmi vertiginosi, passando da autorità differenti a organismi diversi; inoltre i vertici delle pubbliche amministrazioni difficilmente hanno la possibilità di applicare subito una nuova legge, ma devono attendere le circolari. Quindi con la capitaneria c’è sempre una proficua e costante collaborazione”.
I marina, dunque, si preparano a una stagione estiva che si preannuncia molto impegnativa, tra restrizioni, incognite e una certezza: la vita in porto e in barca è sicura, soprattutto di questi tempi.