La prova del Dehler 38 C
In un periodo storico per la nautica mondiale, in cui tutta la cantieristica ha deciso di andare sempre più incontro ad una sostanziale divisione tra i modelli votati alla regata, sempre più essenziali, ed quelli dedicati alla crociera, sempre più spaziosi e attrezzati, Dehler ha avuto il coraggio di proporre un modello, tra i pochi rimasti sul mercato, che possa svolgere egregiamente entrambe le funzioni.
E in questo ritorno ai modelli da crociera regata, Dehler è partita proprio da quello medio della sua gamma, il Dehler 38 dove, avvalendosi della collaborazione dell’ormai pluripremiato studio di progettazione Judel & Vroiljk (noto per avere pensato scafi tra i più innovativi e vincenti negli ultimi anni), il cantiere si è prefissato l’obbiettivo di costruire, un cruiser-racer che potesse essere sia confortevole in crociera che in grado di primeggiare in regata, sulla la flotta dei concorrenti.
Il cantiere propone questo progetto in due versioni, una versione standard e una competition, quest’ultima caratterizzata da pescaggio e superfici veliche aumentate. Per chi volesse ancora di più, è inoltre disponibile, come optional, un armo con albero e boma in carbonio.
Durante la nostra prova, svolta in una bella giornata tipica dell’Adriatico, a Lignano, abbiamo voluto verificare se, con questo progetto, il cantiere abbia rispettato le esigenze date da questi due punti fondamentali, che sono poi concetti che ritroviamo nel claim pubblicitario al quale Dehler ci ha abituati: vincenti in regata, magnifici in crociera.
La Coperta
La barca esternamente si presenta proprio come ci si aspetterebbe: linee slaciate e accattivanti, coperta pulita e dotata attrezzatura sportiva di ultima generazione, spazi di manovra comodi e ben pensati. Salendo a bordo, partendo da poppa, ci fermiamo a ragionare sulle soluzioni adottate, sempre considerando la doppia vocazione di questa imbarcazione.
Le sedute della doppia timoneria ci appaiono comode e spaziose. Grazie ad un intelligente puntapiedi le difficoltà di posizionamemto a barca sbandata, vengono ridotte al minimo, garantendo così comfort e precisione anche durante i bordi più impegnativi.
Notiamo subito, appena davanti alle colonnine dei timoni, il fondamentale e sfortunatamente troppo poco usato, trasto randa; sfruttando tutta l’ampiezza del pozzetto permetterà di regolare accuratamente il twist della vela in ogni andatura. I doppi winches per la regolazione della scotta randa, circuito alla tedesca, sono posizionati alla giusta distanza dalla timoneria, cosa che permetterà di trimmarli sia ad un randista di ruolo in ambito competitivo che allo stesso timoniere durante la crociera. Per completare le regolazioni nella zona poppiera, il paterazzo demoltiplicato a più rinvii (48:1), montato sulla parte destra dello specchio di poppa è l’imprescindibile strumento per dare la corretta flessione all’albero, che qui troviamo passante e armato a 9/10.
Le manovre, tutte rinviate in pozzetto, sono suddivise su quattro winches; due 40 sulla tuga (elettrificabili) per regolare drizze, vang, mani di terzaroli e mura del gennaker, gli altri due sui lati del pozzetto da 45 , per le regolazioni di fiocchi e gennaker.
Lo spazio in pozzetto, anche con il tavolo centrale montato, permette sempre una buona circolazione e non crea impedimenti durante l’esecuzione delle manovre.
Passando verso prua apprezziamo particolarmente i tientibene in inox sulla tuga, particolari non esteticamente rilevanti, ma opportuni per chi affronta il mare in ogni condizione e sicuramente utili in ottica di sicurezza e facilità di movimento. Anche l’antiscivolo sullo coperta è ben disposto ed efficace, così come le falchette stampate direttamente sullo scafo, che garantiscono sia un appoggio sicuro che un’estetica gradevole.
Non mancano ai piedi della timoneria e sotto le sedute del pozzetto spaziosi gavoni per lo stivaggio di parabordi e materiali, così come non manca un pratico box sulla prua per l’alloggiamento della catena e del verricello salpancora elettrico.
Dopo queste prime e doverose considerazioni, che dimostrano inequivocabilmente la qualità del progetto, ci apprestiamo ad uscire dal porto per potere svolgere la nostra prova.
La prova
Le condizioni durante la nostra uscita appaiono favorevoli per testare una barca che dovrebbe destreggiarsi bene anche nelle ariette del mediterraneo. Fuori troviamo infatti un vento che si attesta intorno ai 6/8 nodi di vento reale e un’onda lunga residua.
E il Dehler 38 non si smentisce, appena issata la randa e srollato il fiocco, lo scafo parte veloce in bolina stretta creandosi subito il giusto apparente e scivolando dolcemente sull’acqua; a 30 gradi di angolo apparente raggiungiamo rapidamente i 6,4 nodi di velocità . Le sensazioni che trasmette sono di un’imbarcazione leggera e precisa, le reazioni agli aggiustamenti dati sul timone sono immediate e proporzionate; le ruote sono morbide e non si fatica a stringere il vento con la barca ben bilanciata.
L’attrezzatura è correttamente dimensionata per i carichi a cui è sottoposta, i whinches sono adeguati e non richiedono molto sforzo per la regolazione delle vele.
E’ un vero piacere sentire questo scafo che si appoggia dolcemente su ogni onda, senza mai sbattere nonostante la poca forza del vento. E’ segno di uno studio delle linee d’acqua azzeccato.
La naturale predisposizione a mantenere la rotta della barca, che non necessita di continue e nervose correzioni da parte del timoniere, fa si che la conduzione sia piacevole ed emozionante.
La serie di virate che andiamo a completare ben rendono l’idea dello spirito sportivo del Dehler 38, rapide e strette non fanno mai perdere la velocità iniziale, cosa che contraddistingue uno scafo dotato di “spunto” da uno che si “siede” nei cambi di direzione.
La regolazione del punto di scotta del fiocco, è garantita da una rotaia regolabile dal pozzetto che, tramite una scottina demoltiplicata, rende molto semplice ed agevole la perfetta regolazione dell’angolo di scotta.
Finito il divertimento in bolina, poichè di vero momento di soddisfazione si è trattato, ci prepariamo per l’issata di gennaker. La manovra risulta facile e immediata montando la tack sul musone fisso, non riscontriamo problemi, forti anche del grip presente sotto le nostre suole che infonde un senso di stabilità nei movimenti. Le bitte a scomparsa, tre per lato, sono a scomparsa e, soprattutto a prua, riducono di molto le probabilità di incattivire le scotte durante le strambate.
La vela di poppa è grassa e ben si adatta alla condizione di vento, permette delle buone discese in poggiata senza dover per forza andare alla ricerca di velocità all’orza.
Sono prove su barche come questa che ci fanno apprezzare la vela che, oltre ad essere un modo di viaggiare, di esplorare nuovi posti, di stare in compagnia di amici o famiglia, è anche uno sport, bellissimo ed adrenalinico e, barche come il Dehler 38, sono capaci di risvegliare in noi queste emozioni.
Comfort e sicurezza non sono direttamente proporzionali a fattori quali spazi interni immensi e manovre esageratamente semplificate, sono viceversa caratteristiche proprie di barche ben equilibrate e capaci di star bene in mare, qualità che questo 38 piedi possiede senza alcun dubbio.
https://www.facebook.com/tuttobarche/videos/2011934442158906/
Prestazioni a vela Randa+Fiocco. Versione Competition
Vento rilevato 7,3 nodi
Gradi angolo apparente | Velocità Kn |
30 | 6,4 |
35 | 6,7 |
40 | 6,8 |
60 | 6,4 |
80 | 5,2 |
90 | 4,8 |
Prestazioni a motore
30 HP- Saildraive- elica 2 pale abbattibili
Giri | Velocità Kn |
700 | 2,9 |
1000 | 2,7 |
1500 | 4,1 |
2000 | 5,5 |
2500 | 6,7 |
3000 | 7,8 |
Gli interni
Rientrati in porto, esploriamo gli interni del Dehler, per poter analizzare i fattori inerenti la vivibilità a bordo durante la crociera, quello che dovrebbe essere un altro punto importante della filosofia di progettazione di questa imbarcazione
Deduciamo ad una prima occhiata che spazi e comodità non verranno sicuramente a mancare all’interno di questo 38 piedi. Il coefficiente prismatico della parte centrale dello scafo e all’interno della cabina di prua è veramente notevole, la sensazione è di poter vivere in ambienti arieggiati ed illuminati, adatti ad una confortevole permanenza anche a barca sbandata.
La dinette costituita da un tavolo centrale che può tranquillamente ospitare 5 persone sedute, viene completata nella parte destra da una cucina con doppio lavandino e frigorifero a pozzetto dotato anche di apertura bassa, comoda per lo stivaggio di bottigli e prodotti pesanti; nella parte sinitra troviamo invece, un tavolino con seduta per il carteggio.
Soluzione intelligente per recuperare spazi utili è data dal bagno, situato dietro alla seduta del carteggio, viene infatti diviso in due locali distinti lavabo e doccia/wc tramite la porta di accesso alla dinette che quindi può stare in due diverse posizioni.
Sportelli e cassetti per riporre in maniera sicura oggetti e alimenti sono presenti in abbondanza e ben distribuiti in ogni zona della barca, addirittura sotto al tavolo centrale troviamo un cassetto predisposto per l’alloggiamento di vino o liquori.
Ultimo particolare, a colpirci positivamente, è dato dal portaoggetti appena sotto il tambuccio ai lati della scaletta, gli oggetti che necessitano di essere reperiti e riposti tempestivamente quali stroppi, pinze, torcie, binocolo e quant’altro di utile troveranno li la loro naturale e sicura collocazione.
Conclusioni
Proposta ad un prezzo di partenza nella versione standard, veramente completa di tutto (4 display triton 2 B&G +Cartografico e processore Zeus 2 , vele Elvstrom in laminato, attrezzatura race, rollafiocco e molto altro) a 193.000 euro più iva, Dehler con questa imbarcazione ha colpito nel segno.
Analizzando le sue caratteristiche e provando quest’imbarcazione ci siamo resi conto che non solo la barca proposta non ha nulla da invidiare alle concorrenti più orientate alla crociera, ma potrebbe anche tranquillamente essere superiore a quelle più orientate ad uno spirito unicamente sportivo.
Difatti per chi volesse confrontarsi sui campi di regata si troverebbe in mano un’imbarcazione nel raggruppamento ORC (nella versione Competition) con un GPH intorno ai 600; numeri buoni su un’imbarcazione sicuramente veloce in grado quindi di fare buoni risultati. A nostro parere adatta anche a navigazioni in double handed per la sua semplicità di manovra racchiusa in uno scafo non eccessivamente lungo presentando così carichi ragionevoli da sostenere.
Nautigamma
Marina Punta Faro – Lignano (UD)
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