Ve ne sono altre, molte meno per la verità, che sono definite “marine”, che hanno cioè la capacità di navigare stando a proprio agio nell’acqua, con parametri di sicurezza e comfort molto più alti del normale.
Quella che segue è la prova in mare dell’ Espera 34 , una di quelle rarissime imbarcazioni che riescono a sintetizzare la somma delle tre qualità appena esposte e che, come avrete capito da questa lunga introduzione, ci è piaciuta moltissimo.
Sfruttando quindi un bel trasferimento in Costa Azzurra, Rio Yachts ci concede la barca in uso per la giornata, il cantiere deve realizzare un photoshooting, quindi ci sarà da navigare un bel pò cercando le calette migliori per i fotografi, condizioni per noi ideali per simulare la destinazione d’uso di questo motoscafo. La destinazione finale è Saint Tropez, siamo fuori stagione (per quanto questa cittadina possa esserlo) e non ci sembra vero di poter scorazzare in queste zone senza il solito caos.
Saliamo a bordo ed usciamo dal porto seduti in questo pozzetto che, grazie all’uso abbondante di teak ed ai contrasti cromatici, ci fa sentire più come se fossimo nel dehors di un albergo a cinque stelle che a poppa di uno yacht sportivo.
Appena fuori mi faccio passare i comandi e mi siedo nella postazione di guida centrale, timone, manette e strumenti sono dove servono, tutto è raggiungibile, comodamente e senza equilibrismi. La vista anteriore è perfetta, a sinistra e a destra due sedute comode possono ospitare altre due persone senza intralcio alla conduzione.
L’ Espera 34 risponde prontamente ai comandi, a minime pressioni sulle manette elettroniche corrispondono proporzionali ed immediati incrementi di velocità, l’ideale per sbrigare il lavoro più “noioso”: la rilevazione dei dati di velocità e consumo. Terminata l’incombenza posso cominciare a provare davvero questa barca, chiedo ai passeggeri di sedersi e comincio a darci dentro.
In 4,6 secondi siamo in planata, in 10,6 secondi siamo a 20 nodi e, quando il cronometro tocca il 14mo secondo, sul GPS leggo 30 nodi, davvero non male per un cabinato da quasi sei tonnellate.
Eccitato da queste prestazioni do tutto gas e provo la massima e, anche a questa velocità, l’accellerazione si fa sentire e mi spinge indietro, il GPS passa rapidamente i 35 nodi e si ferma intorno ai 38, lavoro un po’ di trim ed arrivo a leggere 41,8 nodi mentre il contagiri segna 5.050 giri/min e l’Espera 34 procede dritto come un fuso, per nulla infastidito dal mare poco mosso. Rallento e guardo i passeggeri, a parte il sorriso dipinto sul viso sono tutti rilassati, la sensazione di sicurezza su questa barca, anche alle alte veloità, è davvero alta.
Rallento e provo, con i flap tutti giù, il minimo di planata, a 11/12 nodi si naviga bene ma è a 17/18 nodi che l’assetto è davvero perfetto. Degna di nota la prestazione in velocità di crociera, a 4.000 giri si fanno più di 30 nodi e si consumano solo 3 litri al miglio!
Un rapido giro di controllo a bordo rivela quello che mi aspettavo, non uno schizzo d’acqua a bordo, né sul parabrezza né in pozzetto.
E’ fatta per stare in mare questa barca, non vi è dubbio.
In totale staremo in giro per circa 5 ore, alternando fermate a trasferimenti a 25/30 nodi o a volate sopra i 40, in pratica simulando il vero utilizzo di questo mezzo. Una quarantina di miglia che ci hanno portato ad apprezzare tutte le altre qualità di questa barca, come ad esempio la comodità. L’Espera 34 è una barca decisamente accogliente, gli schienali sono sempre sufficientemente alti e le posture, di conseguenza, sempre corrette.
Finito il lavoro dei fotografi ci dirigiamo verso Saint-Tropez, nostra meta finale, dove è in corso un piccolo Yacht Show. Una sosta in rada nei pressi del paese per gli ultimi scatti e poi si naviga al minimo verso il porto, dove il traffico di imbarcazioni si fa frenetico.
Il nostro yacht entra piano nel bacino della cittadina resa celebre nel ’57 da Brigitte Bardot con il film “Piace a troppi”, ed è inevitabile accostare l’effetto che il nostro passaggio scatena negli sguardi ammirati dei passanti, a quello che la famosa attrice qui suscitava mentre, negli stessi anni, veniva lanciato il primo esemplare in legno di Espera 34.
A questo penso mentre, a malincuore e con un pizzico di gelosia, lascio il nostro Espera 34 alle sue sfilate, a Saint-Tropez.
Giri | Velocità | Consumo lt/h | Consumo lt/miglio |
600 | 3,4 | 8 | 2,4 |
1.000 | 4,5 | 11 | 2,4 |
1.500 | 7,1 | 18 | 2,5 |
2.000 | 8,6 | 27 | 3,1 |
2.500 | 10,2 | 42 | 4,1 |
3.000 | 15,3 | 51 | 3,3 |
3.500 | 22,9 | 73 | 3,2 |
4.000 | 31,7 | 96 | 3,0 |
4.500 | 36,4 | 138 | 3,8 |
5.050 | 41,8 | 167 | 4,0 |
Motorizzazione : 2 x Mercruiser 6.2 BIII 300 HP DTS
Condizioni delle prova : Mare poco mosso, 4 persone a bordo, acqua 50%, carburante 80%
Questa della prova è una versione speciale di ESPERA 34, si tratta per l’appunto di una custom edition realizzata per una cliente molto particolare, M.me Caveng è un’armatrice svizzera esigente, dai gusti molto raffinati. Rio Yachts costruisce infatti con un grado di personalizzazione altissimo, inusuale per il mercato nautico. La verniciatura di questo Espera è caraterizzata da un colore particolare, leggermente cangiante che con il parabrezza nero e le cuscinerie crea una visione d’insieme di una classe infinita.
Scendendo sottocoperta troviamo un bagnetto, una dinette a “C” trasformabile all’occorrenza in letto e, sotto la plancia di comando, trova spazio una seconda cabina dotata di un secondo piccolo letto matrimoniale. Tutti elementi che rendono la barca godibile non solo per i week-end, ma anche per le crociere a corto e medio raggio.
Lunghezza di omologazione | 9,99 m |
Baglio massimo | 3,40 m |
Peso a vuoto | 5.500 kg |
Portata persone | 12 |
Serbatoio combustibile | 700 |
Serbatoio acqua | 170 |
Bagni | 1 |
Categoria CE | B |
Designer | Marino Alfani |
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