Gulliver 57 : alluminio batte carbonio 3 a 0 . La prova completa di un capolavoro italiano.

Gulliver 57 Performance : l’alluminio è custom, sicuro e veloce

Se, quando si parla di barche a vela in alluminio, la vostra mente tende ad evocare immagini di imbarcazioni caratterizzate da linee spigolose, un pò bruttine, lente e pesanti, da oggi siete fuori strada.

La barca di cui vi stiamo per narrare la prova è leggera, bella da morire e molto veloce. Così veloce da impensierire le imbarcazioni in carbonio della stessa lunghezza.

Ma non è solo per la velocità che il Gulliver 57 Performance ci ha colpito, la costruzione in alluminio infatti porta con se un numero considerevole di vantaggi che, semplicemente, il carbonio o la vetroresina non possono offrire.

L’alluminio è infatti l’unico materiale che consente una costruzione realmente custom, libero dai vincoli che impongono il posizionamento di paratie strutturali ad una determinata quota, l’armatore può effettivamente realizzare allestimenti ed interni pensati per soddisfare al 100% le sue esigenze.

Ne è la prova l’esemplare che abbiamo testato che, sulla base delle specifiche del suo armatore, oltre ad essere dannatamente veloce, presenta un’insolita ed enorme dinette posizionata all’estrema poppa.

Ma andiamo per gradi e vediamo come si è comportata in mare Imagination , il Gulliver 57 Performance che abbiamo provato.

La prova in mare del Gulliver 57 Performance di Gulliver Sail

Il mare è calmo, leggermente increspato dalla brezza termica del mattino accoglie la nostra uscita a bordo del Gulliver 57 Performance. Ci sono 3/4 nodi di vento reale, davvero pochi per la maggioranza delle imbarcazioni a vela.

Ancora scettico assisto all’issata della randa e del genoa a bassa sovrapposizione. Poi sento il motore spegnersi e la barca inclinarsi leggermente.

Sotto i miei piedi percepisco la barca muoversi, scivola sull’acqua, silenziosa, senza trascinare ed accelera. L’inclinazione aumenta e con essa la sensazione di velocità,  uno sguardo al log conferma quello che i sensi intuivano, stiamo viaggiando alla velocità del vento.

Il colore scuro della superficie del mare indica che, di fronte a Celle Ligure, la termica è più forte, un invito a nozze per noi. Mettiamo la prua di Imagination in quella direzione e, con un angolo al vento apparente di 50°, il Gulliver 57 accelera ancora e supera la velocità del vento, facciamo 5 nodi ed è bellissimo navigare così

Arrivati a Celle troviamo una brezza stabile da circa 8/9 nodi di reale, l’ideale per provare tutte le andature ed anche per provare la barca con il gennaker.

Prendo il timone e comicio a “sentire” la barca. La costruzione in alluminio, l’albero, il boma e le vele in carbonio trasmettono tutto alla ruota che, diretta e sincera, restituisce ogni variazione di pressione. Comicio a stringere mentre l’equipaggio regola randa e fiocco, la barca accelera mentre il nuovo apparente la fa sbandare progressivamente, a 50° entra il turbo e facciamo 10 nodi di velocità mentre il Gulliver 57 ci regala una stabilità di rotta sopraffina.

Stringo ancora ed arrivo ai canonici 30°, la barca corre ancora veloce, a poco meno di 9 nodi mentre penso che, con un paio di barber, potremmo stringere anche di più. Poi poggio e, ancora a vele bianche (si fa per dire), il Gulliver 57 continua a registrare velocità prossime a quella del vento. Superando i 90° dall’apparente la velocità comincia progressivamente a decrescere fino ad attestarsi intorno ai 6 nodi.

Poi va a riva il grande gennaker e le velocità aumentano, anche poggiando la barca non rallenta mai, almeno fino a 120/130 gradi poi, costretta dalla matematica vettoriale, deve arrendersi alle risultanti a cui gli angoli progressivamente più ottusi la costringono e rallenta continuando tuttavia a tenere ottime velocità, fino quasi al fil di ruota.

Navigando a vela, anche sotto gennaker, il Gulliver 57 è sempre sotto controllo, non un accenno ad andare al vento, mai una forza da contrastare con la ruota che, morbida e leggera, imprime precise variazioni di rotta senza sforzo.

Questa carena è entusiasmante, il genio di Marc Lombard, la cui matita ha disegnato queste linee, ha realizzato uno scafo unico, in grado di essere contemporaneamente molto stabile e veloce. Qui siamo molto lontani, per fortuna, da quelle carene che pagano con un comportamento nervoso le velocità che producono.

Veleggiare a 10 nodi con il Gulliver 57 è un’esperienza unica ed irripetibile, persino per gli armatori più esperti che, forse più di chiunque altro, sapranno apprezzarne le qualità.

Poi il tempo a mia disposizione finisce e sono costretto, a malincuore, a sbarcare da questo yacht a vela che, senza timori, posso definire come una delle migliori imbarcazioni mai provate in vita mia.

Conclusioni

Il Gulliver 57 Performance è uno yacht a vela sopraffino. Adatto a percorrere grandi distanze, in breve tempo ed in totale sicurezza, è la barca perfetta per l’armatore che sa esattamente quello che vuole e che qui, finalmente, diventa realizzabile senza limitazioni.

Le tre versioni in cui la barca è proposta – Performance, Classic ed Ocean – rappresentano infatti solo degli spunti dai quali partire, vista la costruzione completamente custom di queste barche a vela.

 

 

 

Le prestazioni del Gulliver 57

Gradi al vento apparente Velocità Kn Con gennaker Giri motore Velocità
30 8,7 900 2,7
40 9,2 1.000 2,9
50 10,0 1.500 4,5
60 8,6 2.000 6,0
70 8,8 2.250 6,9
80 8,8 10,2 2.500 7,6
90 7,1 9,5 2.750 7,9
100 6,7 8,7 3.000 8,2
110 6,7 8,6 3.250 8,7
120 6,6 8,3
130 6,5 7,7
160 5,0 6,2

Condizioni della prova: Mare calmo, Vento reale 8/9 nodi, 8 persone a bordo, serbatoio carburante 50%, acqua 50% .

Costruzione e piano di coperta del Gulliver 57 Performance

Costruita interamente in alluminio 5083H111, Gulliver 57 nasce dalle matite di Marc Lombard  e di Alessandro Valenti che ne ha curato il design d’interni e gli allestimenti.

Da questo progetto è risultato uno yacht da 17 metri in grado di pesare solo 15 tonnellate e che, a dispetto delle prestazioni di cui è capace, è equipaggiato di tutto l’occorrente necessario ad effettuare il giro del mondo.

Due paratie stagne, a prua e a poppa, insieme ad una crash box presente sotto il gavone dell’ancora, elevano elevano il concetto di sicurezza a livelli semplicemente impensabili per qualsiasi altra imbarcazione.

 

La lifting keel porta il pescaggio da 1,7  a 3,5 metri tramite un servomeccanismo che, da un lato rende facilissimo l’ingresso nei porti, e dall’altro realizza una riduzione del peso complessivo che non penalizza il momento raddrizzante della barca.

Il siluro terminale della chiglia e le due pale del timone completano il disegno complessivo di queste appendici ad alta efficienza. Le doppie pale del timone hanno inoltre sistemi di frenelli che, dedicati alla singola ruota, sono mossi in sincronia tramite una barra di collegamento amovibile che li rende perfettamente indipendenti, in caso di guasti.

Una sala tecnica insonorizzata ospita un dissalatore ed un generatore mentre alla grande cala vele è affidata la capacità di stivaggio delle centinaia di metri quadri di tela presenti a bordo.

I Sistemi di ricarica delle batterie tramite energia non combustibile sono essenziali per le lunghe navigazioni senza scalo e, questa barca, è dotata di ben tre alternative utilizzabili. Dispone infatti di un sistema di idrogeneratori posizionato a poppa, di una coppia di pannelli solari a scomparsa (geniali) e di una pala eolica amovibile. La combinazione di questi elementi fa si che la ricarica delle batterie sia possibile sia in navigazione che in rada.

I due ordini di crocette, armate a cattedrale, diminuiscono i punti critici e semplificano allo stesso tempo le regolazioni dell’albero. I punti di attacco e delle sartie alle lande (in tondino) sono strutturali allo scafo in alluminio. La randa square top  (100 mq)  è dotata di tre mani di terzaroli, tutti regolabili da un circuito di scotta dedicato.

L’albero ed il boma sono in carbonio, il piano velico è importante ma, nonostante i quasi 200 metri quadri di tela ed i 330 di gennaker, può essere facilmente gestito da una coppia di velisti grazie alla presenza di tre stralli su cui armare vele avvolgibii, progressivamente più piccole.

Partendo da prua andiamo a scoprire la schiera di vele disponibili, cominciando dal genoa utilizzato oggi per la prova che, posizionato all’estrema prua, ha uno strallo in tondino che termina con un avvolgitore recesso sotto la linea di coperta, questo arma il fiocco  rollabile più  grande per le andature di bolina con vento leggero.

Segue un secondo fiocco intermedio che, posto poco dietro il principale, utilizza una strallo amovibile tesato da un pistone idraulico ed assicura le prestazioni con venti più sostenuti.

Quando le cose si fanno dure si passa ad utilizzare una trinchetta che, grazie ad uno strallo incorporato e a un frullino a circuito chiuso, si issa già avvolta e pronta all’uso.

Disponibile anche una tormentina, anchessa in PBO ed amovibile, da utilizzarsi in casi di vera emergenza dove saremo felici di avere a bordo, come nel nostro caso,  anche un tambuccio a chiusura stagna.

Tutti gli stalli hanno una drizza dedicata. Il punto di scotta di tutti i fiocchi è costituito da una rotaia che, posta sull’angolo della tuga, lascia anchr molto spazio libero sui passavanti.

In pozzetto troviamo ben 9 winches che servono, date le dimensioni della barca, ad avere la manovra giusta sempre a portata di mano. Al grande winch centrale è affidta la regolazione del trasto randa mentre a lato del pod è posizionata la centrale idraulica che asserve le regolazioni di paterazzo,base randa, vang e pistone per gli stralli di prua.

Per le vele da andature portanti il drizzame consente di armare un  gennaker ed un code zero in testa d’albero, ed un gennaker frullabile a 7/8 . Tutte queste vele vengono murate sulla delfiniera che, oltre ad agevolare gli ancoraggi, in questo caso è un formidabile e strutturale bompresso.

Sul Gulliver 57 non mancano quindi winches, pastecche, bozzelli e stopper che, sempre sovradimensionati, permettono di avere almeno una manovra di backup, in ogni condizione e andatura.

Questa impostazione, apparentemente complessa, ci permette invece di poter navigare comodamente  con fiocco leggero, trinchetta e, volendo, anche con il gennaker piccolo già issati, avvolti e pronti rapidamente all’uso. In questo modo il tutto è gestibile anche solo da due persone, senza che si crei alcun problema.

Se poi invece volessimo divertirci a fare qualche regata, il piano di coperta ed il numero di manovre darà spazio ad un numeroso equipaggio completo,  che potrà manovrare senza mai intralciarsi.

 

Gli interni del Gulliver 57 Performance

Trattandosi di una barca custom, gli interni possono essere ovviamente disposti a piacimento ma, visto che in questo caso l’armatore ha scelto una disposizione particolare, vale indubbiamente la pena di raccontarla.

Attraversando il tambuccio stagno, scendiamo sottocoperta e notiamo immediatamente un particolare di forte carattere che differenzia il gulliver 57 dalla maggior parte delle imbarcazioni presenti sul mercato, la dinette è posizionata a poppa, e sfrutta i cinque metri di baglio massimo dell’imbarcazione.

Questa soluzione, disegnata dall’ Architetto Valenti in funzione delle richieste dell’armatore,  permette di avere a disposizione un’area living che misura più di 30 metri quadrati. Questo grande locale comprende la cucina, il tavolo enorme (può ospitare dieci persone), la zona carteggio e infine due cuccette di guardia ai lati delle sedute.

La scala di accesso al tambuccio è sollevabile e permette alla copertura del motore di slittare in avanti rendondo quest’ultimo completamente accessibile. La zona carteggio è posizionata a sinistra e, munita di un grande tavolo a L, si presta ad essere anche  un vero e proprio ufficio. Inutile dire che qui trovano spazio sia le carte nautiche che i dispositivi elettronici da lavoro.

Qui tutto  è studiato nel minimo dettaglio per essere comodi e sicuri in navigazione. Ne sono chiaro esempio la totale assenza di spigoli vivi sugli arredi, i tientibene – con i quali si può percorrere tutta la dinette anche a barca sbandata – i portastivali posizionati nei bagni ed i teli antirollio che equipaggiano tutti i letti di bordo.

 

Il tavolo sfrutta un meccanismo a petalo (geniale) che gli consente di raddoppiare la sua dimensione a piacimento, lasciando quindi libera la dinette quando non si è tutti e 10 seduti a tavola.

La suite armatoriale è posta a prua e, come da richiesta dell’armatore è dotata di un grande letto a murata e di un divano contrapposto che può anche essere utilizzato come cuccetta aggiuntiva. Il bagno è dedicato ed è dotato di box doccia separato. Da questa cabina tramite una porta stagna è anche possibile accedere al grande calavele che, durante la nostra prova, alloggiava ben tre fiocchi, due gennaker, le vele da tempesta e un numero imprecisato di scotte e drizze.

La Vip cabin e situata a poppavia dell’armatoriale, sul lato sinistro ed utilizza un secondo bagno posto in sua corrispondenza sul lato di dritta dell’imbarcazione. Completa la zone notte una cabina doppia che, dotata di letti a castello, è posizionata sul corridoio di accesso tra la dinette e la cabina armatoriale.

Il locale tecnico è anch’esso una vera e propria cabina. Qui trovano spazio ed accessibilità il dissalatore, le pompe, i caricatori e tutte le parti nevralgiche dei sistemi operativi di bordo, il cui accesso è quindi sempre molto agevole.

Una disposizione pensata dall’armatore che, come avrete intuito, vuole passare molto tempo in mare, anche se, con questo tipo di costruzione, è chiaro che ognuno potrà studiare la soluzione che meglio gli si addice.

In sintesi una barca da sogno, da indossare come un’abito su misura.

Il prezzo? Si aggira intorno al milione di euro e, a giudicare da quello che abbiamo visto, non è per nulla elevato vista la qualità dei materiali e delle realizzazioni, tutte, rigorosamente, su misura.

Tutti i numeri del Gulliver 57

Dati Tecnici Piano Velico
Progetto :  Lombard, Valenti, Gullotta P: 23.10 m
Lunghezza fuori tutto: 18.60m IG: 22.80 m
Lunghezza senza delfiera: 17.50m ISP: 25.70 m
Lunghezza al galleggiamneto: 17.41m E: 7.35 m
Baglio massimo: 5.17m J: 7.14m
Pescaggio: 1.7 – 3.5m lifting keel Randa: 101 mq
Dislocamento: 15.700 Kg Genoa: 92 mq
Zavorra: 4.300 Kg Gennaker: 330 mq
Materiale di costruzione: Alluminio 5083H111
Capacità serbatoio acqua: 400 It
Capacità gasolio: 450 It + giornaliero 90 It

 

Luca D'Ambrosio

Direttore responsabile, tester e giornalista. Comincia a navigare in tenera età con il padre poi da adulto scopre la vela e le regate d'altura. Lavora da più di trent'anni in editoria e naviga continuamente, soprattutto a bordo della barca della redazione, una vecchia signora dei mari che ha ristrutturato completamente e che svolge egregiamente la funzione di "laboratorio mobile" per The International Yachting Media.

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