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Tutti soffrono il mal di mare? Si’, decisamente, e’ inevitabile. E’ una questione prima di tutto fisica, e secondo me anche mentale.
Fisica perché i nostri sensori del movimento, fondamentalmente, non ci capiscono più niente quando siamo in mare, soprattutto quando scendiamo sotto coperta e non abbiamo più l’orizzonte fisso come riferimento e tutto si muove. I sensori dell’equilibrio nelle orecchie e quelli negli occhi dicono due cose diverse al cervello, che registra informazioni discordanti e attacca il più debole dei nostri organi, lo stomaco, per dirci che qualcosa non va.

Per questo tipo di sofferenza ci sono diversi rimedi, oltre alle medicine. Ultimamente vanno di moda i braccialettini che facendo pressione sui polsi danno una mano ai sensori dell’equilibrio a riprendersi. I metodi più tradizionali sono invece un goccio di bibita gassata, qualcosa di solido nello stomaco (cracker, fette biscottate o cose simili), un po’ di zenzero grattugiato nel te’ o mangiato direttamente. Quello che funziona meglio in assoluto e’ lo stesso che funziona a terra: se avete mal di macchina la cosa migliore e’ guidare, se avete mal di mare la cosa migliore e’ mettersi al timone. Siete costretti a concentrarvi su qualcosa, avete lo sguardo fisso sull’orizzonte, e lo stomaco si riprende nella maggior parte dei casi.

A me stanotte non e’ bastato niente di tutto cio’.

Era un po’ che mancavo dall’oceano, e ci vuole del tempo per riacquisire il piede e lo stomaco marino, soprattutto con un mare bello potente da Sud Ovest che ci prendeva al giardinetto e ci faceva rollare parecchio. Ma soprattutto credo sia stato un caso di mal di mare psicologico. Avevo un bel po’ di cose da smaltire, e l’oceano mi ha dato una mano. In questi casi la differenza la fa l’esperienza, per riuscire a non farsi sopraffare. E anche per riuscire ad ammettere che non c’e’ niente di male a soffrire di mal di mare. Non toglie nulla al nostro navigare.

Qualcuno diceva che la vela e’ l’arte della pazienza e della sofferenza, e aveva ragione, soprattutto in caso di mal di mare. Si accetta, si cerca di restare in piedi, di restare lucidi per pensare alla barca e si aspetta che passi.

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