Prova comparativa in anteprima mondiale per il Raymarine Docksense : Ecco come va con i joystick di Mercury e di Volvo

Stress test comparativo, in anteprima mondiale, per il Raymarine Docksense

Dopo aver assisto alla presentazione del sistema al Boot di Dusseldorf, non potevamo esimerci dall’andare a verificare di persona se le tanto innovative quanto, in quel momento, teoriche caratteristiche del sistema, corrispondessero effettivamente alla possibilità concreta di rendere semplice, e alla portata di tutti, la manovra più stressante di tutte: l’ormeggio.

Non ci siamo quindi fatti sfuggire l’occasione di testare a fondo il Raymarine Docksense e, nel corso del Miami International Boat Show, lo abbiamo provato in abbinata ai due sistemi joystick più diffusi al mondo: Il Mercury Joystick Piloting System ed il Volvo Penta Electronic Vessel Control.

Vi anticipiamo subito, senza troppi giri di parole, che il parabordo virtuale di Raymarine, con entrambi i sistemi, funziona davvero e, anche se volete provare (volontariamente) a schiantarvi contro il pontile, lui non ve lo consente. Ma andiamo per gradi e vediamo cosa è successo.

Test Raymarine DockSense con Mercury Joystick Piloting System

Salgo a bordo del Boston Whaler 330 Outrage, un’imbarcazione open di stazza leggera (4t) e faccio subito un’ispezione  per capire come è stato predisposto il sistema DockSense integrato con il Mercury Joystick Piloting Sistem


A bordo dell’imbarcazione sono state installate 5 telecamere Flir, specificatamente progettate per essere gli “occhi” del sistema, sono una per lato, più una supplementare sulla prua, hanno quindi una visuale di 360 gradi. La strumentazione è chiaramente Raymarine, i display Axiom di ultima generazione permettono l’interfaccia con il software Lighthouse, quindi anche con il sistema DockSense, che ne è un’estensione.

Il sistema Joystick Piloting System si integra alla rete grazie a DockSense, che funge da vero e proprio braccio esecutivo o, meglio, attuatore del sistema. In più, alla destra del Joystick, è posizionato un comando con quattro pulsanti. Le frecce impresse su ogni tasto indicano un lato dell’imbarcazione.

I tecnici di Raymarine mi spiegano che premendo i pulsanti si accenderà una luce in loro corrispondenza. Così si attiva e si ingaggia, molto intuitivamente, il parabordo virtuale. Accendo i motori, attivo il joystick ed esco.

La prima prova che voglio eseguire è una semplice retromarcia con la barca già in linea per l’ormeggio, il lato di dritta è libero, su quello di sinistra e a poppa, invece, ho il pontile.

Premo i due pulsanti del comando in corrispondenza dei lati in “pericolo” e attivo così il parabordo virtuale. Spingo indietro la leva del Joystick e il Boston Whaler si infila nell’ormeggio. Una volta entrato, mantengo la pressione sulla leva mirando il pontile sulla mia poppa. Il mio comando viene ignorato ed è Docksense a prendere il controllo.

I due Verado 300  iniziano a manovrare, l’imbarcazione rallenta e diminuisce la velocità inerziale, poi mantiene costante la distanza dal pericolo.

Provo anche a dirigere l’imbarcazione sul pontile a sinistra, ma, niente da fare, anche qui il parabordo virtuale me lo impedisce. La distanza di sicurezza precedentemente impostata, era pari a tre piedi e, in effetti, il Boston Whaler si tiene discosto di quella precisa misura.

Voglio vedere ora cosa succede se lascio l’imbarcazione senza il mio diretto controllo, all’interno della U rappresentata dai tre bracci di pontile che mi stanno intorno. Tolgo le mani dai comandi e, sorprendentemente, il Boston rimane fermo esattamente dove l’ ho lasciato mentre il sistema manovra per tenere la posizione.

Funziona, quindi provo a complicare un pò le cose. Esco di nuovo dall’ormeggio ma questa volta mi disallineo pesantemente, un pò come se ci fosse vento al traverso dall’ormeggio o come se avessi sbagliato tutta la manovra. Attivo il parabordo virtuale su tutti e quattro i lati e cerco di dare il peggio di me. Miro, con lo spigolo di destra della poppa, l’angolo dell’ormeggio  che si trova sullo stesso lato.

Anche in questo caso niente da fare, il sistema si attiva e vengo respinto. Insisto, ruoto la prua versa destra, traslo l’imbarcazione leggermente vero sinistra e riprovo ad andare lateralmente contro il pontile con un movimento di retromarcia.

La murata di sinistra mantiene la distanza e, con questa manovra scomposta, scopro un altro vantaggio di DockSense.

Sono infatti entrato comunque nell’ormeggio mentre la barca si è comportata esattamente come quando si usa il parabordo come perno su di un ostacolo.

La differenza è che in questo caso il parabordo era virtuale e correva su tutta l’opera morta dell’imbarcazione.

Finita la prova mi accosto al pontile, spengo il parabordo sul lato di sinistra in modo da potere scendere comodamente a terra.

Bisogna prestare un pò di attenzione in questo caso perché il sistema, una volta spento, smette di colpo di controllare il lato e, se la corrente o il vento stanno spingendo proprio in quella direzione, si rischia di finire con l’imbarcazione in banchina.

Test Raymarine DockSense con Volvo Penta Electronic Vessel Control

Finita la prova sull’imbarcazione più piccola, ho un metro di paragone e passo alla prova del Raymarine Docksense sul Prestige 460.

L’imbarcazione è equipaggiata con un sistema Joystick differente, è più grande, è più pesante e, ovviamente, è motorizzata con gli entrobordo IPS e dispone anche di un’elica di prua.

Salito a bordo capisco che le cose sono leggermente differenti, qui i comandi sono all’interno dell’imbarcazione. Non avrò quindi la stessa percezione degli ostacoli che ho avuto in precedenza.

Poco male, è un’ottima occasione per usare veramente gli “occhi di Docksense”.

Attivo sugli schermi Axiom le immagini in diretta provenienti dalle telecamere e mi soffermo con più attenzione a guardare la schermata che traduce, come se fosse una visione dal radar, gli ostacoli individuati, in un’unica immagine a 360 gradi. In questo modo avrò una vista potenziata e tecnologica a cui fare riferimento. Per precisione queste schermate erano disponibili anche sul Boston, ma li non ne ho mai avuto bisogno.

Accendiamo i motori e usciamo. Qui non ho il comando a pulsanti per attivare e disattivare il parabordo virtuale su ogni lato. Posso farlo direttamente dal sistema centrale.

Afferro il Joystick di Volvo Penta e inizio a effettuare le manovre aiutandomi con le telecamere e, anche su questa imbarcazione, Docksense funziona a dovere. Mantiene le distanze dagli ostacoli e mi permette di entrate semplicemente nell’ormeggio.

Fermo l’imbarcazione con il lato destro in prossimità di un ostacolo, lascio il joystick di comando e l’imbarcazione, ormai senza sorpresa, rimane ferma in quel punto preciso, mantenendo la distanza di sicurezza dagli ostacoli.

Docksense e il sistema Joystick interagiscono con il GPS e calcolano/contrastano anche la corrente e le raffiche di vento (in questo caso al traverso).

Sento però qualcosa di diverso in questa prova, la sensazione è che i miei comandi sul Joystick  siano leggermente più “ovattati” o, meglio, “filtrati” e risultino infine così anche più fluidi, effetto probabilmente dovuto al maggior peso dell’imbarcazione.

É come se Docksense inizi a calcolare e a intervenire sulla manovra, in anticipo ed in modo meno invasivo, forse per non dover fronteggiare la maggior inerzia dell’imbarcazione poi.

In effetti la spinta inerziale su di un’imbarcazione di grandi dimensioni è più ardua da contrastare, il sistema la anticipa e funziona quindi perfettamente.

Il mio ragionamento trova delle solide fondamenta anche nel momento in cui ci avviciniamo alla banchina per attraccare. Mi viene spiegato che, anche disattivando il parabordo virtuale sul lato di terra, DockSense rimane in semi allerta per non fare sbattere la barca contro l’ostacolo, il sistema è quindi molto sicuro e decisamente”attivo”.

Conclusioni

Ottima prestazione per un sistema decisamente all’avanguardia che rappresenta il sistema definitivo per semplificare la manovra d’ormeggio, fonte inesauribile di stress e di danni alle proprie e altrui imbarcazioni. Un vero e proprio balzo in avanti che minimizza istantaneamente, la curva d’esperienza necessaria (e non sempre sufficiente) per ormeggiare in condizioni difficili come il vento al traverso o la corrente.

Certo, bisogna abituarsi ad un controllore silenzioso che, quando serve, prende il sopravvento ma, d’altro canto, nella lunghissima lista dei piaceri che il diporto ci riserva, la manovra d’ormeggio proprio non compare per cui, pensando anche che il costo d’acquisto del Raymarine Docksense è infinitamente minore al costo, anche di uno solo dei danni a cui potremmo andare incontro non installando il sistema, la scelta di dotarsene o meno risulta dannatamente semplice.

Marco Pinetto

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