Raymarine con Sea Shepard per proteggere le Eolie

Raymarine, azienda leader internazionale per l’elettronica di bordo, ha avviato una partnership con la rivoluzionaria onlus Sea Shepard, che si vedrà presto impegnata in una campagna ambientalista con l’obiettivo di preservare l’arcipelago delle isole Eolie dalla pesca illegale e dall’uso criminale dei FAD. “Se gli oceani muoiono, moriamo anche noi” è il grido di allarme di Sea Shepard, peraltro autorevole testimone del drammatico eccidio delle balene (Grindadràp) che si sta consumando alle isole Faroe  in questi giorni.

Il coinvolgimento di Raymarine con la nota associazione ambientalista iniziò due anni fa grazie

all’installazione – a bordo di un gommone di 7 metri in dote a Sea Shepard – di un display multifunzione (MFD) Axiom 9 RV, un radar a compressione d’impulsi Quantum CHIRP con funzionalità Doppler anticollisione, un ricetrasmettitore AIS700 Classe B e una termocamera M232 con tecnologia ClearCruise AR (Realtà Aumentata). Nel 2020 Raymarine, che fa della fornitura di sensori e dei sistemi per la navigazione il suo fiore all’occhiello, interviene nuovamente a favore della onlus con una termocamera M346C LR, un sensore di stabilizzazione per la realtà aumentata AR200 e un display multifunzione Axiom 12 Pro, tutti contribuiscono a equipaggiare il catamarano da 17 metri sempre in uso alla onlus.

Occhi elettronici e sensori per sorvegliare il mare

Sicurezza e controllo vanno a braccetto in questa partnership ambientalista, perché la tecnologia fornita da Raymarine, oltre a mostrarsi utile in termini di sicurezza dell’equipaggio dei volontari Sea Shepard, garantisce una chiara visione del contesto marino migliorando la comprensione di eventuali ostacoli che possono palesarsi intorno all’imbarcazione. «Il lavoro spesso comporta operazioni notturne, ad esempio per rimuovere le reti da pesca illegali o verificare se ci sono imbarcazioni da pesca senza licenza in zone proibite, quindi una termocamera è fondamentale a questo scopo», spiega Erica Varaia, coordinatrice media di Sea Shepard Italia, sottolineando l’importanza della strumentazione per il lavoro di raccolta dei dati.  «M346C LR – continua Varaia – è una termocamera a lungo raggio con un potente zoom ottico 30x. Dispone inoltre di stabilizzazione meccanica su due assi, quindi anche quando l’imbarcazione beccheggia l’oscillazione viene compensata dal movimento meccanico della telecamera».

Gli “occhi” di Sea Shepard sono quindi affidati a una strumentazione efficiente che consente di svolgere quell’attività di guardia davvero fondamentale per la protezione degli ecosistemi marini, caratterizzanti gli oltre 7mila chilometri di costa del Bel Paese.

Gli strumenti di Raymarine per individuare i FAD con Sea Shepard

«L’attrezzatura Raymarine è stata fondamentale per mappare e salvare le zone di pesca illegali – spiega Erica Varaia –, è stata utilizzata anche per realizzare foto e registrazioni nei momenti in cui l’operatore non era in grado di intervenire». I FAD (Fishing Aggregating Devices) non a norma sono costituiti di plastica e si stima che solo nel mar Mediterraneo ne siano stati abbandonati almeno 1,5 milioni. L’operazione, denominata Siso, vedrà la Guardia Costiera e i volontari di Sea Shepard impegnati proprio nella scoperta di questo tipo di attività illegali legate alla pesca. Sea Shepard, organizzazione senza fini di lucro, parteciperà così in maniera concreta alla custodia del prezioso riconoscimento Patrimonio Unesco, assegnato alle isole Eolie nell’anno 2000.

Realtà aumentata nella nautica

Alla sicurezza dell’equipaggio dei volontari di Sea Shepard durante l’operazione nelle acque delle isole Eolie, contribuirà anche la realtà aumentata ClearCruise. Questa tecnologia include alcune funzionalità come quelle di riconoscimento e risposta tramite una termocamera, i cui obiettivi catturano le immagini in chiaro sovrapponendole a quelle termografiche. 

La partnership è un chiaro esempio di come la tecnologia nautica avanzata, e le imprese collegate a essa, si possano mettere al servizio degli oceani. Chi li naviga (e soprattutto chi ne fa una fonte di reddito) deve necessariamente rispettarli. In questo caso specifico gli oceani diventano poi un ambiente tutelato dal valoroso coraggio dei volontari di una onlus il cui nome risponde a Sea Shepard, capitanata per oltre 40 anni da Paul Watson.

Andrea G. Cammarata

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