Come va il mercato USA? Quali sono le difficoltà che incontrano i marchi italiani a penetrarlo? Abbiamo fatto un’interessante chiacchiera con Massimo Jannone (nella foto sotto) direttore commerciale di Rio Yachts, presente al Fort Lauderdale Boat Show con i loro 42 Air ed l’Espera 34. Ci ha raccontato le loro strategie e anche quali sono i loro prossimi modelli in arrivo, compresa – a sorpresa – anche una nuova gamma di fly.
Rio Yachts alla conquista degli USA… quanto conta per voi questo mercato?
Siamo sbarcati qui l’anno scorso, proprio in occasione del Fort Luderdale Boat Show. Da allora abbiamo avuto ottimi risultati, abbiamo venduto nostre barche dai 34 ai 58 e abbiamo un ottimo rapporto con il nostro dealer a Miami. Questo era, ed è rimasto anche attraverso la crisi, il primo mercato al mondo. Esserci è assolutamente strategico.
Quali sono le principali difficoltà per riuscire a penetrarlo?
La distanza certo non aiuta, trasporto, burocrazia ecc sono tutti ostacoli da superare. E anche una volta arrivati qui, il paese è così grande che ogni spostamento è impegnativo. In secondo luogo bisogna riuscire a portare qui un buon numero di barche da far vedere, toccare, scoprire da vicino. Per vendere imbarcazioni serve farle provare, soprattutto qui, dove l’armatore è molto più esigente, attento, preparato. Navigano veramente, hanno le idee chiare su cosa vogliono.
Quanto ore navigano in un anno?
Siamo su una media di 250 ore. Numeri impensabili per noi. Poi hanno grandi, e giuste, aspettative in termini di assistenza, servizio, garanzie. C’è con loro una bella interazione, è un mercato “sfidante”, stimolante per chi fa il nostro mestiere. Poi hanno un’altra, bella, prerogativa…
Quale?
Se li conquisti poi ti seguono, si cresce con loro. Lavorare con questo genere di armatori può insegnare delle cose. E poi sono meno concentrati sul prezzo, la domanda fondamentale è: “Mi piace?”. Se si, poi vanno avanti come treni. Chiedono un’infinità di optional, arricchiscono la barca, si divertono. Il prezzo, una volta scelta la barca, diventa secondario.
Esigenti e pronti a spendere, quindi. Ma come fate ad attirarli a voi? Come cambiate i modelli di base per l’Europa sugli standard americani?
Li cambiamo molto, moltissimo. Un dei nostri punti di forza è la capacità di fare barche semi-custom. Sappiamo venire incontro alle specifiche esigenze di ogni armatori, siamo capaci di fargli una barca personalizzata, che sarà diversa da tutte le altre. Non cambiamo solo dettagli nei legni e nei tessuti, ci adeguiamo alle loro personalità.
Quali soni i vostri modelli che piacciono di più?
Difficile dirlo, molto cambia a seconda della zona a cui ci si riferisce. C’è quello dei Grandi Laghi, quello che gravita intorno a New York, quello californiano e quello della Florida che ruota intorno a Miami e Fort Lauderdale. Qui la taglia che va veramente bene è quella tra i 45′ e i 70′. C’è una grande richiesta di spazi e di barche col fly. E non vi nascondo che tra i vari progetti che abbiamo in corso c’è proprio un nuova gamma di flybridge.
Quali novità dobbiamo aspettarci, a breve, da Rio Yachts?Molte, a a cominciare da un 38′ in versione Usa, diventa un 40′ con una carena più lunga, trasmissione linea d’asse e sala machine più grande. Poi, più avanti, probabilmente per il Salone di Napoli, arriverà lo Spider 40. Un open senza hard top, al 100% mediterraneo.
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